Gabriele Basilico e la fotografia di paesaggio

Chiesa di San Lorenzo, San Vito al Tagliamento – fino al 10 settembre 2017. Un nuovo appuntamento espositivo, promosso dal CRAF con la collaborazione dell’Accademia di Architettura di Mendrisio e lo studio Gabriele Basilico di Milano, traccia un sintetico ed efficace compendio sulla fotografia di paesaggio del celebre fotografo milanese.

Racconta una produzione meno conosciuta seppur costante nella vita di Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013) La progettualità dello sguardo: fotografie di paesaggio, la rassegna allestita nella chiesa di San Lorenzo a San Vito al Tagliamento. Una narrazione parallela, proposta in una mostra raccolta e devota, dove il paesaggio secondo Basilico viene trattato con un’attitudine tutt’altro che naturalistica.
In apertura, riuniti come in una piccola nicchia, un reticolo di quaranta scatti realizzati nel 1992 a Gemona, uno dei paesi friulani più scossi dal terremoto del 1976. Un luogo che Basilico ha perlustrato in modo meticoloso, tenendosi lontano dagli scorci consumati dagli sguardi di tutti, per catturare le stratificazioni di scenari rurali e di edifici moderni sull’elemento naturale.
Il percorso prosegue lungo un itinerario che, come una serpentina, si snoda da un lato all’altro dello spazio espositivo, attraverso un allestimento tutt’altro che fastoso e, proprio per questo, perfettamente in accordo con le opere fotografiche di Basilico, da sempre lontane da estetiche celebrative, da cartolina, e rivolte allo studio metodico del pacato, del meno nobile, dell’anonimo.
Un’infilata di scatti di piccolo formato dedicati alle architetture di Luigi Snozzi a Monte Carasso (Svizzera), commissionati nel 1997, prende le mosse dalla serie dedicata a Gemona, raccontando l’incontro tra il paesaggio montano e le rade architetture brutaliste, con lo stesso rigore classificatorio con cui avrebbero scattato i coniugi Becher.

Gabriele Basilico, Matosinhos, 1996

Gabriele Basilico, Matosinhos, 1996

DAI PORTI ALLE VETTE

Si apre, poi, una spensierata digressione sui progetti che, in luoghi e anni diversi, hanno visto Basilico lavorare sul paesaggio naturale. Dalle immagini dello Stretto di Messina per il progetto Atlante Italiano (2003) agli scatti in Portogallo, in Spagna, fino alla celebre serie Bord de Mer, nata con il primo grande incarico internazionale di documentazione affidatogli dal governo francese.
Siamo nel cuore della mostra, dove compaiono due grandi immagini di marine, testimonianze intime e solitarie della passione di Basilico per i porti.
E via, voltando nuovamente l’angolo, lungo il percorso espositivo curato da Giovanna Calvenzi, compagna di una vita di Basilico, e Angela Madesani, fino all’ultima sezione che presenta un corpus consistente di foto realizzate sul San Gottardo (1997). Lì dove l’occhio si muove vorticosamente, dove l’intervento dell’uomo è sempre più rarefatto anche se mai assente, ciò che resta è una striscia di asfalto che solca i pendii del passo.

– Veronica Mazzucco

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Veronica Mazzucco

Veronica Mazzucco

Nata nel 1987 a Feltre. Di formazione classica, presto scopre una passione per le arti visive. Dopo la laurea in Conservazione dei beni culturali a Udine, decide di trasferirsi a Venezia per specializzarsi in Economia e gestione delle arti e…

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