È morto Alberto Agazzani. Il noto critico d’arte si è tolto la vita all’età di 48 anni: era reduce da un grave incidente stradale

Non era un carattere facilissimo: e chi l’ha conosciuto, anche superficialmente, sa bene che questa definizione gli sarebbe piaciuta. Eclettico fino all’esagerazione, veemente fino a sfiorare a volte l’aggressività, ma profondamente convinto delle sue idee e deciso a difenderle con grande forza. Tutto questo si innestava su una cultura coltivata con serietà, al di là […]

Non era un carattere facilissimo: e chi l’ha conosciuto, anche superficialmente, sa bene che questa definizione gli sarebbe piaciuta. Eclettico fino all’esagerazione, veemente fino a sfiorare a volte l’aggressività, ma profondamente convinto delle sue idee e deciso a difenderle con grande forza. Tutto questo si innestava su una cultura coltivata con serietà, al di là dei cliché: tanto da abbandonare l’università prima della laurea, per coltivare studi personali senza gli obblighi accademici. Questo era Alberto Agazzani, critico d’arte – fra molte altre cose – morto domenica 15 novembre nella sua casa di Reggio Emilia. Morto suicida, dicono le scarne cronache: probabilmente vittima della depressione che potrebbe averlo colto dopo un grave incidente stradale con il suo scooter, che lo aveva mandato in coma e da cui a fatica si stava riprendendo.
Proprio per il carattere a cui si accennava, Agazzani era un personaggio che tendeva a dividere: una fetta di amici e conoscenti lo amavano molto, altri lo sopportavano a fatica. E non mancavano occasioni di scontri anche accesi su questioni controverse, scontri ai quali non è rimasta immune neanche la nostra rivista. In ambito artistico, la sue preferenze – testimoniate dalle molte mostre e pubblicazioni – andavano decisamente verso la figurazione: tra gli artisti con cui ha lavorato ci sono Carlo Mattioli, Yvan Theimer, Armodio, Maurizio Bottoni, Luciano Ventrone, Il gruppo di Scicli, Agostino Arrivabene. In occasione del terremoto in Emilia-Romagna promosse l’asta di dipinti a scopo benefico “ARTquake”, per aiutare le persone colpite dal sisma, che portò alla raccolta e alla successiva vendita di oltre 800 opere d’arte contemporanee provenienti da ogni parte del mondo ed il cui ricavato, 120mila euro, fu interamente devoluto a favore di tre comuni (Quistello nel mantovano, Rolo in provincia di Reggio Emilia e Cavezzo nel modenese).

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