Una notte di guerrilla art, a Olbia. Exposed: pioggia di immagini abusive, celebrando i morti e i sopravvisuti dell’alluvione sardo. Le foto in anteprima

“Exposed è un’operazione di Guerilla Art. Nessuno ne è autore. Tutti ne sono spettatori. Qualcuno ne è vittima. altri no. Un’opera che assomiglia ad un’alluvione. Alle sue conseguenze. Al numero di morti”. Così il non-autore di un testo collettivo, pubblicato su un sito segreto, comincia a raccontare il senso e le modalità un’operazione illegale, pensata come […]

Exposed è un’operazione di Guerilla Art. Nessuno ne è autore. Tutti ne sono spettatori. Qualcuno ne è vittima. altri no. Un’opera che assomiglia ad un’alluvione. Alle sue conseguenze. Al numero di morti”.
Così il non-autore di un testo collettivo, pubblicato su un sito segreto, comincia a raccontare il senso e le modalità un’operazione illegale, pensata come segno urbano di protesta e di solidarietà, oltre la logica dell’autorialità, oltre qualsiasi finalità commerciale, oltre gli schemi del sistema dell’arte. Un’esperienza che vive di moltitudini – fisicamente e simbolicamente – e che da una moltitudine di sostenitori ha ricevuto la linfa necessaria: il sito di cui sopra, raggiungibile tramite un link specifico diffuso con oculatezza, ha funzionato come piattaforma autonoma di crowdfunding, per la raccolta di fondi:  da 25 a 300 euro versati tramite pay pal, fino a coprire i  1000 euro necessari per stampa, colla e benzina. E poi, da recuperare, anche un po’ di forza lavoro: braccia forti e gambe svelte, insieme agli occhi di fotografi, scrittori e video maker, per una sessione di attacchinaggio notturno suddivisa in cinque squadre. Un budget basso, dunque, utile a un’azione tanto semplice, quanto incisiva.

Exposed

Exposed

L’artista – di cui ometteremo l’identità, naturalmente – ha scattato, durante tra il 24 e il 26 dicembre, a Olbia, venti fotografie in bianco e nero: una collezione di scatti intensi e contrastati, dedicati alle vittime del’alluvione che colpì l’isola lo scorso novembre.  Le loro facce – sedici, quanti i morti di tutta la Sardegna – i loro luoghi, i loro sguardi nel vuoto, le bocche serrate, le espressioni di rabbia, di fatica, di malinconia. E tutti a tenere in mano un oggetto, un pezzetto di vita, un frammento di casa, ricordi ed effetti personali, scorie di un passato sepolto fra i detriti. Ne sono venuti fuori 200 manifesti grandi 100 x140 cm, che nella notte del 30 dicembre copriranno gli spazi pubblicitari di alcune zone scelte. Pioggia di immagini travolgente ed inattesa, che un piccolo esercito di narratori provvederà a documentare, con immagini e parole.
La mattina del 31, dunque, le foto di Exposed saranno sbocciate tra le strade e le piazze di Olbia, là dove prima c’erano slogan e immagini commerciali. Un diario di morte e di salvezza, di naufragi e di solitudini, di paura e di smarrimenti, restituito attraverso una sensibilità speciale, visibile nei tagli, nei timbri, nel senso e nel punctum di ogni scatto. La città, in una notte, si farà museo e spazio del ricordo, testimonianza di una moltitudine di memorie, tramutate in azione artistica abusiva. “Credo che la forza dell’azione che faremo stanotte”, ci scrive l’autore, “stia nella sua capacità di riaffermare la centralità degli alluvionati, nella gestione dell’emergenza. Come dire: anziché guardare dall’alto il problema, guardateli negli occhi”. Un monito, forse, o piuttosto un modo per esorcizzare il terrore, un rito d’attenzione e di guarigione, certamente un evento imprevisto – proprio come un alluvione – magari solo una parentesi di meditazione. E un gesto di rispetto per chi ha perso tutto, ma ha ancora il proprio sguardo, la propria presenza, la propria storia da raccontare.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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