Pavia rilancia gli “allestimenti emozionali”: dopo Monet tocca a Pissarro, raccontato alle Scuderie del Castello Visconteo con le proiezioni di N!03. Nella fotogallery l’anteprima della mostra…

Quello che era apparso come un esperimento, tentativo per svecchiare la materia e darle un allure diversa si trasforma – il tempo dirà con quanta consapevolezza e quale strategia – in un vero e proprio format. Che magari non rivoluzionerà il modo di intendere le grandi mostre, né segnerà una tappa miliare della museografia: ma […]

Quello che era apparso come un esperimento, tentativo per svecchiare la materia e darle un allure diversa si trasforma – il tempo dirà con quanta consapevolezza e quale strategia – in un vero e proprio format. Che magari non rivoluzionerà il modo di intendere le grandi mostre, né segnerà una tappa miliare della museografia: ma che nella sua capacità di coinvolgere attori diversi segna un’esperienza verso cui non fare spallucce. L’avevano fatto in via sperimentale con Monet, ora rilanciano con Camille Pissarro, ultimo protagonista dell’infilata di impressionisti che Alef porta alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia. La curatela, rigorosa, pulita e senza fronzoli è sempre firmata da Philippe Cros; le opere ci sono – magari non tantissime – e sono degne e meritevoli, lontane dalla prassi furbesca che vuole ammaliare la provincia con il nome di richiamo, salvo rifilare poi bozzetti poco significativi o scarti di magazzino.
A destare ulteriori motivi di interesse è però il dialogo tra le tele e l’allestimento multimediale orchestrato dal gruppo milanese N!03, che riprende la teoria della narrazione emotiva provata con Monet. E la arricchisce. Perché alla voce dello stesso Pissarro, laconico fantasma che appare e scompare nella diafana ambientazione senza tempo riprodotta su schermi ultrapiatti, si affiancano le magniloquenti proiezione a parete intera di dettagli naturali – erbe, cortecce, acqua, spine trattate con un lirismo alla Franco Piavoli – immerse negli effluvi di apposite fragranze, liberate nelle sale per indurre inedite esperienze sensoriali. Dopo il miraggio dell’arte totale, dunque, quello dell’allestimento totale. Funzionerà?

– Francesco Sala


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Francesco Sala

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