Chanel ha sfilato in una stazione metro abbandonata a New York con la sua collezione più artistica
Il neo direttore creativo della maison ha riflettuto sugli archetipi femminili della Grande Mela. Spazio all’eleganza Chanel, ma anche all’autenticità, per la prima sfilata Chanel Métiers d’Art di Matthieu Blazy
La prima Métiers d’Art di Matthieu Blazy per Chanel è un trionfo: New York, archetipi femminili e una metropolitana abbandonata. Per il suo debutto nella collezione annuale che celebra l’eccellenza artigianale e il savoir-faire di artigiani e case di moda francesi, il nuovo direttore creativo della maison ha scelto di raccontare la Grande Mela attraverso ciò che la rende unica. Ovvero le donne che l’hanno abitata e la abitano tutt’oggi, e la sua energia pop.
La collezione Chanel Métiers d’Art 2026
Ne risulta un incontro fra eleganza e strada. Un elogio alla pluralità e alla creatività artigianale che definiscono l’identità di Chanel, dimostrando quanto sia necessario adattarsi al presente senza perdere di vista chi o cosa si è. E la scelta del luogo è già una dichiarazione d’intenti, perché la Bowery Station, dove si è tenuto lo show, è una stazione della metropolitana newyorkese ormai dismessa, dove sfilò anche Tom Ford. Un posto sospeso nel tempo, impregnato di storie e immaginari urbani, con le luci al neon che si riflettono sulle piastrelle consumate e l’eco dei treni che non passano più. “La metropolitana di New York è l’unico luogo al mondo in cui ogni strato della società convive. Non c’è gerarchia”, ha spiegato Blazy, svelando un concetto chiave che diventa la bussola dell’intera collezione.
La metropolitana secondo Chanel
La metropolitana di New York è un microcosmo di umanità. Sempre in tensione, in movimento, in eterno divenire, è la metafora perfetta di una moda che cambia senza sosta. È qui, in questo ambiente in cui ogni angolo sembra nascondere un dramma o una sorpresa, che prende forma la visione di Blazy: una “sub(way)-culture” firmata Chanel, fatta di collisioni estetiche, mescolanze culturali e personalità brillanti. Questa cornice urbana fa da sfondo a una collezione cinematografica, popolata da una moltitudine di personaggi: socialite e supereroine, adolescenti e signore agée, lavoratrici instancabili e showgirl eccentriche, mamme di corsa e donne che ricordano Coco Chanel stessa. È tutto il glamour – e il grunge – della Grande Mela, sospeso tra realtà e immaginazione.
Il debutto di Matthieu Blazy nella collezione Métiers d’Art 2026
Blazy compone un racconto non lineare che attraversa un secolo di estetiche, dagli eccessi dell’Art Déco fino a un nuovo stile lounge in seta. Periodi, suggestioni e identità diverse si intrecciano in una narrazione che celebra il savoir-faire delle Maisons d’Art, riconfermando il legame d’amore tra Parigi e New York. Il risultato è una collezione giocosa e sofisticata, eccentrica e pragmatica allo stesso tempo, in cui non mancano riferimenti al cinema e alla pop culture come le T-shirt “I love New York”, i maglioni che richiamano Superman e un pattern che ricorda la locandina del film Tonight or Never con Gloria Swanson, per cui la stilista Coco Chanel disegnò i costumi sancendo il suo legame col cinema.
I riferimenti della collezione Chanel Métiers d’Art 2026
In questo, e nell’infinità di dettagli che rendono preziosi abiti e accessori, le figure tipiche dei quartieri newyorkesi si mescolano agli animali domestici, mitici o immaginari della città. In passerella compare così una “cat lady” – o forse una cat woman? – avvolta in un tweed leopardato slub, commissionato e tessuto a mano da Lesage. Accanto a lei, una donna impeccabile in un tailleur nero porta una flap bag in pelle con scaglie dorate che simulano l’effetto di un alligatore dorato; poco più in là, una gonna tulipano leopardata dipinta a mano rivela l’incredibile perizia artigianale richiesta per frangiare a mano ogni singolo petalo. E, come apparizione dal passato, uno slip dress Anni ’30 tagliato in sbieco vibra grazie a un ricamo di pesci scintillanti (un motivo Art Déco) realizzato dagli artigiani di Atelier Montex. Questa dimensione quasi narrativa si intreccia con uno dei punti di forza assoluti della collezione: la capacità di fondere l’alto artigianato con riferimenti pop, creando un’estetica brillante, intelligente e sorprendente. Il lingerie denim incontra ricami complessi evocando un inedito western metropolitano. Persino la camicia maschile viene nuovamente reinventata: il flanellato da boscaiolo diventa un tweed bouclé di lana sontuoso, appesantito da una catena Chanel che ne ridefinisce il peso visivo. Sono ibridi raffinati pensati per sorprendere, intrattenere e soprattutto regalare a chi li indossa il piacere di un’eleganza libera, colta, piena di spirito. À la Blazy.
Giulio Solfrizzi
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