La nascita di un’icona. Viaggio in Spagna alle origini del brand Balenciaga 

A Getaria, nei Paesi Baschi, il Museo Balenciaga custodisce la memoria del couturier spagnolo, che negli Anni Cinquanta rivoluzionò l’eleganza femminile

La moda attuale deve molto a Cristóbal Balenciaga (Getaria, 1895 – Parigi, 1972), precursore di tendenze e raffinato interprete di un’eleganza femminile senza tempo. Negli anni Cinquanta il sarto spagnolo creò capi comodi, costruiti come architetture intorno al corpo, con tessuti ricercati e forme fluide, pensate per nascondere i difetti delle donne. Pierpaolo Piccioli, attuale direttore creativo di Balenciaga, ha tratto ispirazione dagli archivi storici della maison per la sua prima collezione donna primavera-estate 2026, valorizzando tessuto, corpo e aria, secondo la tradizione dello stilista spagnolo. 

Il Museo Balenciaga di Getaria 

Dal 2011 l’eredità di Balenciaga è custodita a Getaria, paese di pescatori a pochi chilometri da San Sebastián, noto anche per l’ottima gastronomia e per aver dato i natali al navigatore Sebastian Elcano. È qui dove Cristóbal nasce e dove, giovanissimo, confeziona i primi abiti insieme alla madre sarta, nel clima mondano della Belle Époque. Il Museo Balenciaga è composto da un edificio contemporaneo – un parallelepipedo scuro a grandi vetrate, progettato dallo Studio AV62 di Barcellona, con vista all’incantevole paesaggio della costa basca – annesso all’elegante Palacio Aldamar, villino dalla tipica architettura balnearia del XIX Secolo, già residenza estiva dei marchesi Casa Torres, i primi a sostenere il precoce talento del sarto. 

Il Museo Balenciaga a Getaria
Il Museo Balenciaga a Getaria

Balenciaga, tra dive e nobiltà 

La collezione del museo consiste in più di 5mila capi, la maggior parte donazioni private o depositi di clienti che, tra il 1917 (anno della nascita della casa di moda, a San Sebastián) fino alla chiusura nel 1968, indossarono l’eleganza firmata Balenciaga. Sono abiti, cappotti, tailleur e cappelli posseduti dalle americane Mona von Bismark, Rachel l. Mellon, Barbara Hutton e Grace Kelly; e dalle spagnole Fabiola de Mora y Aragón – moglie di Baldovino del Belgio e nipote dei marchesi Casa Torres, alla quale Balenciaga disegnò l’abito da sposa – e da Sonsoles Díaz de Rivera, nobildonna di Madrid. Per queste amiche personali di Balenciaga, e per tante altre signore dell’alta società internazionale, lo stilista confezionava abiti da sogno, da giorno e da sera, con cura nei dettagli e con stoffe pregiate, in lana o in seta, talora create appositamente per la maison dalle migliori tessiture d’Europa, come gli svizzeri Abram, gli italiani Agnona, Nattier e Costa. Tra i depositi di Getaria c’è anche quello di Hubert de Givenchy, amico e grande ammiratore di Balenciaga, che considerava il maestro spagnolo “un rivoluzionario senza fare la rivoluzione”.  

Il percorso espositivo del Museo Balenciaga a Getaria 

Ogni anno, da marzo a gennaio, il museo espone al pubblico parte della collezione con un focus tematico diverso, avvalendosi anche di audiovisivi, proiezioni in 3D e documenti storici. Il percorso espositivo Cristobal Balenciaga. Tecnica, Materia e Forma – curato da Igor Uria e in corso fino all’11 gennaio – racconta in quattro sezioni la coerenza creativa di Balenciaga, vista attraverso un centinaio di capi d’alta moda. L’allestimento mostra nei dettagli la tecnica sartoriale dell’atelier parigino, la ricerca e lo studio dei tessuti, contestualizzando l’attività della casa di moda nell’ambiente sociale dell’epoca. Oltre ad abiti e accessori, il museo raccoglie ed espone materiali che illustrano la storia della maison parigina e la produzione dei capi: fotografie, articoli, bozzetti, cartelle colori con campioni di tessuto e misure delle clienti, nonché i libretti delle sfilate con la descrizione degli abiti e le rispettive mannequin

Balenciaga: storie e documenti di un grande atelier parigino 

Il Museo Balenciaga si occupa di conservare e trasmettere l’eredità dello stilista, trasformando i suoi abiti in patrimonio storico e sociale. Una sala permanente racconta la sua carriera con foto e documenti: dagli esordi nel 1907 a San Sebastian, alle boutique di Barcellona e Madrid, fino al definitivo trasferimento a Parigi nel 1937, dove aprì l’atelier in Avenida Georges V. Alla chiusura dell’attività, nel 1968, la maison contava oltre duecento dipendenti, tra sarti, modelle e venditori. Dal 2014, il progetto di ricerca Le mani che cuciono raccoglie le testimonianze di chi ha collaborato con lo stilista spagnolo, con l’obiettivo di ricostruire non soltanto il patrimonio professionale di Balenciaga, ma anche l’aspetto umano di un imprenditore noto per la sua discrezione, grande riservatezza e, talvolta, persino per il suo lato enigmatico. 

Un dialogo fra passato e presente 

La sottigliezza di un dialogo è, invece, la prima mostra del marchio Balenciaga in uno spazio museale. Dopo Parigi, l’esposizione presenta a Getaria fino a gennaio capi storici accostati alle collezioni recenti firmate da Demna, lo stilista georgiano direttore creativo del gruppo Kering dal 2015 al 2024. Immersi nel buio e illuminati come statue classiche, gli abiti Balenciaga di ieri e di oggi stupiscono per la somiglianza di tagli, colori e tessuti. L’ossessione per le forme e per la ricerca dei materiali non solo accomuna l’estetica di Demna a quella del maestro spagnolo, ma confonde presente e passato nel segno di un’eleganza senza tempo.
Il dialogo con le nuove generazioni continua con Transmissions, progetto educativo che riunisce professori e alunni delle migliori scuole di design e di moda intorno all’eredità di Balenciaga. Nelle sale del Palacio Aldamar sono esposti fino a gennaio una cinquantina di creazioni di giovani talenti internazionali che, negli ultimi due anni, hanno studiato a fondo lo stile Balenciaga, sviluppando forme nuove, silhouette rivoluzionarie per la moda di domani. Tra le scuole internazionali presenti a Getaria c’è anche l’italiana Accademia Costume e Moda, con sede a Roma e a Milano, e lo IED, Istituto Europeo di Design di Madrid.

Federica Lonati

Libri consigliati:
(Grazie all'affiliazione Amazon riconosce una piccola percentuale ad Artribune sui vostri acquisti)

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

Scopri di più