Ci sono spazi liberi nei musei di Palazzo Morando e Palazzo Moriggia a Milano. La città cerca idee per usarli
Rispettivamente sedi del Museo di Costume e Moda e del Museo del Risorgimento, i due palazzi dispongono di spazi in disuso da destinare a nuove funzioni compatibili con quelle già esistenti. Per migliorare i servizi al pubblico e diversificare l’offerta culturale
Tra il Quadrilatero e Brera, Palazzo Morando e Palazzo Moriggia fanno parte del sistema dei musei civici di Milano.
La storia di Palazzo Morando e Palazzo Moriggia nel sistema dei musei civici di Milano
Il primo, dimora storica donata alla città dalla contessa Lydia Caprara Morando Attendolo Bolognini nel 1945, è sede dal 2010 della collezione comunale di Costume, Moda e Immagine: un patrimonio di abiti e accessori databili dal Seicento ai primi Anni Duemila, esposto periodicamente a rotazione. Ma al piano nobile, l’edificio vanta anche alcuni ambientidecorati ad affresco e stucco, che testimoniano il gusto per l’arredo tra Settecento e Ottocento.
In Via Borgonuovo, Palazzo Moriggia ospita invece, dal 1950, il Museo del Risorgimento e le Civiche Raccolte Storiche. L’edificio fu costruito nel 1775 per volere del marchese Giovanni Battista Moriggia, su progetto di Giuseppe Piermarini, in stile neoclassico; e dopo diversi passaggi di proprietà, durante il periodo napoleonico sarà sede del Ministero della Guerra della Repubblica Italiana e, in seguito, del Ministero degli Esteri del Regno Italico. Parzialmente distrutto dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, il palazzo fu ricostruito dal Comune, che l’aveva ricevuto in dono dalla proprietaria dell’epoca, Rosa De Marchi.
Spazi liberi al museo: il Comune vuole valorizzarli
Oggi, entrambi gli edifici dispongono di spazi liberi, attualmente in disuso, che ora Palazzo Marino ha deciso di destinare a “nuove funzioni compatibili e sinergiche con quelle museali già esistenti, contribuendo a completare e migliorare l’offerta culturale complessiva”.
Nello specifico, a Palazzo Morando il Comune propone complessivamente circa 300 metri quadri al piano terra, da adibire a servizi per il pubblico quali una caffetteria, attività di ristorazione, guardaroba,con la possibilità di disporre anche del cortiletto interno. Chi si aggiudicherà la gestione dello spazio dovrà garantirne anche l’uso come sala per incontri, presentazioni, conferenze legate alla programmazione del museo. Non male se si pensa che si potrebbero schiudere degli spazi per un ristorante o caffè proprio nel cuore del Quadrilatero della Moda, un po’ sul modello del ristorante del Museo Poldi Pezzoli, frequentatissimo. Anche per Palazzo Moriggia si auspica l’apertura di servizi per il pubblico al momento mancanti – come una caffetteria – da allestire nei 180 metri quadri disponibili al piano terra, affacciati sul chiostro. Tra gli spazi in offerta anche due unità con terrazzi al primo e secondo piano, nelle quali però almeno il 30% della superficie dovrà rimanere nella disponibilità del museo. L’idea è anche quella di propiziare la realizzazione di nuove attività culturali affini e complementari a quelle del museo. “Chiediamo agli operatori di proporre soluzioni innovative, sostenibili e rispettose del carattere dei nostri musei” sottolinea l’Assessore al Bilancio e Demanio Emmanuel Conte “contribuendo a rendere questi palazzi più accoglienti e funzionali, in linea con una visione che unisce tutela, qualità e apertura alla città”.
L’avviso pubblico per raccogliere idee per Palazzo Morando e Palazzo Moriggia
L’avviso pubblico per la valorizzazione degli spazi vuoti di Palazzo Morando e Palazzo Moriggia è già consultabile online, aperto fino al 28 febbraio 2026. Le proposte, che hanno funzione consultiva e non sono vincolanti, dovranno includere tutti gli elementi necessari per l’insediamento delle nuove attività, nel rispetto delle funzioni museali già presenti e consolidate. Per l’Assessore alla Cultura di Milano, Tommaso Sacchi, “Palazzo Morando e Palazzo Moriggia sono luoghi centrali nella storia e nell’identità culturale della città: aprirli a nuove funzioni, compatibili e pienamente integrate con quelle museali, significa restituire nuovi spazi vissuti ai cittadini e migliorare la qualità dell’esperienza culturale”.
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