Ventinovegiorni – Tommaso Medugno

  • MENEXA

Informazioni Evento

Luogo
MENEXA
Via di Montoro 3, Roma, Italia
Date
Dal al
Vernissage
08/10/2014

ore 19

Artisti
Tommaso Medugno
Generi
arte contemporanea, personale
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Nelle opere di Tommaso Medugno il mondo dei media ha definitivamente preso il sopravvento su quello reale.

Comunicato stampa

Tommaso Medugno

Nelle opere di Tommaso Medugno il mondo dei media ha definitivamente preso il sopravvento su quello reale. Personaggi che propagandano il loro buonismo, ma da cui non accetteremmo mai un consiglio, sono le figure di queste opere. Il tono volutamente basso (dal punto di vista mediatico) di queste immagini è stato lucidamente calcolato per non sollevarsi dal livello del fumetto, che porta nelle case di tutti ciò che una volta era la sublime arte del disegno. Questo, che era il più astratto, il più idealistico media dell’arte, qui è utilizzato in modo superbo per tratteggiare un ritratto acidulo e rassegnato dell’umanità.

Ventinovegiorni

Ventinovegiorni è un progetto per l’arte contemporanea organizzato da Kou, nello spazio Menexa di Palazzo Montoro a Roma. Questo progetto è legato alla temporalità del ciclo lunare, infatti da sempre la luna piena si è rivelata un segno attrattivo, facendo confluire lo sguardo dell’osservatore verso un riferimento certo.

La nostra rassegna vuole essere uno strumento per mettere in evidenza un artista in concomitanza del plenilunio.

In questo modo, ogni ventinove giorni, viene presentato un nuovo artista, facendolo illuminare da una luna feconda, nell'ospitalità di uno spazio non convenzionale, un luogo di lavoro creativo.

Menexa non è una galleria, ma lo è stata nel passato e ne conserva l’aspetto, e vuole creare dei trait d’union che contribuiscano a costruire un futuro all’arte contemporanea.

Come una fionda vuole lanciare nuove idee, usando la luna a guisa di acceleratore, come accade per le sonde spaziali, che la usano per proiettarsi nelle profondità dell’inesplorato.

Sorgono così, dopo il ciclo iniziato nel duemiladodici, una serie di nuove lune piene, che si illuminano senza necessità di cura, nella consapevolezza che l’arte non sia malattia, quindi non abbia bisogno di curatori. Questi cicli si reiterano attraverso gli artisti, che, mettendosi in gioco, accettano l’obbligo di esser loro stessi ad indicare l’artista successivo, creando così un percorso originale e privo di protagonismi.