Valerio Adami – Opere scelte
Una selezione ragionata di opere mature dell’artista Valerio Adami (Bologna, 1935, vive e lavora tra Parigi e Meina, sul Lago Maggiore) è in mostra a Lecce negli spazi di Scaramuzza Arte contemporanea.
Comunicato stampa
È considerato uno dei padri della storia dell’arte italiana degli anni Sessanta, ormai celebrato con mostre nei musei internazionali e significative pubblicazioni monografiche: una selezione ragionata di opere mature dell’artista Valerio Adami (Bologna, 1935, vive e lavora tra Parigi e Meina, sul Lago Maggiore) è in mostra a Lecce negli spazi di Scaramuzza Arte contemporanea fino al 15 luglio.
Oltre quindici opere su tela, appartenenti alla collezione privata Scaramuzza, evidenziano la natura “classica” e insieme d’avanguardia del suo percorso, che sin dagli anni Sessanta si è caratterizzato per un uso costante e meditato del disegno e di una pittura stesa con campiture monocrome che riempiono le superfici e rimodulano, con impercettibili chiaroscuri, anatomie, strutture e oggetti. Nei dipinti in mostra riecheggiano reminiscenze dei lunghi viaggi attraverso l’arte e le geografie, memorie familiari e culturali, che si intersecano in un flusso costante di forme, echi, visioni. D’altronde, come suggerisce lo stesso maestro, «La pittura richiede una sintesi di immagini».
«L'opera di Adami ha mille sfaccettature, nella quale l'apparenza è solo uno dei tanti aspetti. Sono opere che richiedono tempo. Che vanno ascoltate», ha sottolineato la storica dell’arte Lea Mattarella in occasione di una mostra antologica romana del 2017 all’Accademia d’Ungheria.
L’artista nasce a Bologna nel 1935, vive tra Parigi e Meina, sul Lago Maggiore. A Milano durante la guerra, bambino, disegna rovine e macerie. «Nel giardino sotto casa di Milano – racconta – veniva un pittore ogni mattina; metteva il cavalletto e disegnava gli alberi e tutto quel che vedeva in quel piccolo rettangolo verde, e lì rimaneva fino al tramonto. Fu allora che mi sono detto: questa è la vita che voglio fare». Giovanissimo inizia a dipingere a Venezia con Felice Carena. Il 1951 è l’anno che segna la sua vita di artista: incontra e frequenta Oscar Kokoschka e inizia a studiare disegno con Achille Funi all’Accademia di Brera a Milano. Partito da una pittura espressionista influenzata da Bacon e poi da una pittura gestuale, torna alla figurazione seguendo l’eco della Pop Art americana e in particolare di Roy Lichtenstein. Dà vita così a una sorta di racconto a fumetti fantastico e ironico dove in interni spersonalizzati si dispongono oggetti banali, assunti come simboli, anche sessuali, della modernità. Lo stile si distingue nell’uso di una materia cromatica in stesure piatte, dentro i netti contorni neri del disegno. Nel 1955 compie il primo viaggio a Parigi dove entra in contatto con i pittori Wifredo Lam e Roberto Sebastian Matta. Nel 1958 partecipa al Premio Marzotto, vincendolo ex aequo, e nel 1959 tiene la sua prima mostra personale alla Galleria del Naviglio di Milano. Lavora tra Londra e Parigi dal 1961 al 1964, anno in cui è presente con una sala personale a Documenta 3 di Kassel; nel 1967 a New York realizza una serie di tele che esporrà l’anno successivo alla Biennale di Venezia. Dal 1969 tiene personali allo Studio Marconi di Milano; nel 1985 realizza le otto vetrate per il nuovo Hotel de Ville di Vitry-sur-Seine e gli viene dedicata una mostra antologica al Centre Pompidou di Parigi; nel 1986 partecipa alla XLII Biennale di Venezia e tra quest’ultimo anno e il 1987 realizza i due grandi pannelli per l’atrio della Gare d’Austerlitz a Parigi; successivamente realizza i cinque pannelli murali per la First National City Bank di Madison e il grande muro di ceramica per la nuova scuola di belle arti a Cergy-Pontoise.
Nel 1991 è organizzata un’importante retrospettiva a Madrid e successivamente a Siena nel 1994, a Bochum nel 1997, e a Buenos Aires nel 1998. Intensa anche l’attività espositiva dell’ultimo ventennio.
Il progetto rientra nelle mission di Scaramuzza arte contemporanea, che da alcuni anni propone nei suoi spazi di via Libertini mostre monografiche e corali dedicate ai maggiori protagonisti dell’arte italiana della seconda metà del XX secolo.