Nino Migliori – Il passato è un mosaico da incontrare

Informazioni Evento

Luogo
ARGENTICA
via Girolamo Rossi 33, Ravenna, Italia
Date
Dal al
Vernissage
29/11/2013

ore 18,30

Artisti
Nino Migliori
Curatori
Roberto Maggiori
Generi
fotografia, personale
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In mostra una selezione di dodici fotografie del periodo “Neorealista” di Migliori, realizzate tra il 1948 e il 1959.

Comunicato stampa

Dal 29 novembre al 5 dicembre, presso la Galleria Argentica di Ravenna, sarà esposta la mostra Nino Migliori, “Il passato è un mosaico da incontrare”, una selezione di dodici fotografie del periodo “Neorealista” di Migliori, realizzate tra il 1948 e il 1959.
Venerdi 29 novembre alle 18,30, in occasione dell’inaugurazione, l’autore e il curatore presenteranno inoltre i fotolibri che Migliori ha realizzato negli ultimi anni con l’Editrice Quinlan: Nature inconsapevoli (2009); Peggy in Venice (2010); Il passato è un mosaico da incontrare (2010); Nino Migliori e il Gruppo MISA (2013).

Tra il 1950 e il 1959 Nino Migliori esplora l’Italia attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica, interessato alla realtà sociale finalmente accessibile e registrabile, dopo le censure del Ventennio. L’intento non è di denuncia né la ricerca di “facili” scorci pittoreschi, per l’autore si tratta di un’ulteriore occasione per la sua incessante sperimentazione che lo vede coinvolto nel rinnovamento del linguaggio fotografico dal 1948 in poi.
Dopo un iniziale e breve approccio formalista al tema, Migliori si fa più sagace fino ad accennare questioni che sembrano vicine al punto di vista di certi autori nord americani, piuttosto che alla congerie europea e soprattutto italiana, che all’epoca dibatteva ancora tra le necessità di un documento formale – lirico diranno alcuni, suggestionati dall’estetica di Benedetto Croce – o didascalicamente giornalistico.
Certo l’approccio di Nino Migliori in questo ambito è stato meno rigoroso di quello di Paul Strand, Walker Evans o degli epigoni della Farm Security Administration, ma proprio per questo originale e portatore di una certa sintesi tra le istanze “umaniste” e quelle più algide dello “stile documentario”.