Miho Tanaka – Into the Din

Informazioni Evento

Luogo
ANDREA NUOVO HOME GALLERY
Via Monte Di Dio 61, Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
23/05/2025
Artisti
Miho Tanaka

La Andrea Nuovo Home Gallery è lieta di invitarvi all’opening di INTO THE DIN, personale dell’artista giapponese Miho Tanaka.

Comunicato stampa

La Andrea Nuovo Home Gallery inaugura Into the Din, la prima mostra personale a Napoli dell’artista giapponese Miho Tanaka (1998). Nella molteplicità che definisce la società delle immagini nella quale “abitiamo”, Miho propone un nesso di relazioni culturali attraverso i modi in cui vediamo, percepiamo e interagiamo con la materia e con gli artefatti nel mondo contemporaneo. Il titolo della mostra fa riferimento al rapporto dell’individuo con lo spazio ed il contrasto tra i ritmi intimi e quelli dell’ambiente. Le opere sono il risultato di un processo di trasformazione del valore ontologico di elementi quotidiani e familiari che presentano analogie sia d’uso sia di significato in entrambe le latitudini cioè quella di appartenenza dell'artista, il Giappone e, quella di adozione, l’Italia, nonostante la lontananza. I lavori in mostra puntano anche a travolgere l’identità delle cose, dunque, il ruolo e i luoghi che esse occupano in un determinato sistema culturale e come essi trovano punti di incontro e incrocio nell'immaginario collettivo.

Sulla poetica e sulla praxis dell'artista scrive Marta Ferrara: «Miho lavora la pietra, la affronta e la plasma. Ne gestisce con maestria le forme, ora rigide, ora morbide. Vive a Napoli da cinque anni, attraversandone il frastuono e adottando uno stile di vita in cui la produttività non è tutto, tutto, tutto. A Napoli, Miho si muove con passo quieto. Osserva molto, parla poco. Ha trovato un equilibrio, sempre precario e fatto di tanti ostacoli, in questa città piena di curve, suoni e contraddizioni: è molto distante da una precisione e da un ordine da cui sembra quasi essere fuggita».

La stessa critica approfondisce la scelta del titolo indicando che «Into the din è allora il modo di stare dentro il rumore senza farsene travolgere. Una soglia, più che un manifesto. Una pratica che lega discrezione e presenza. Un modo di essere che riguarda la produzione artistica di Miho qui in Italia. Miho tesse. Senza telaio, senza ago, intreccia pietra e carta, fili e frammenti. I suoi gesti e i suoi percorsi non sono mai del tutto lineari: si muovono in avanti e poi tornano indietro, si annodano al tempo, lo scrivono in diagonale. C'è un filo bianco che attraversa le sue opere. A volte è reale, un cotone teso che avvolge, protegge, copre, come nella serie About objects (2021-2025). Sculture in cui elementi urbani, trovati e raccolti, vengono ammantati da un chiaro ordito caotico: sanpietrini, frammenti di colonne, pietre pesanti diventano superfici leggere. Un modo per l’artista di conoscere gli oggetti nella loro forma, peso, consistenza, celandoli però a chi li guarda attraverso tessitura e ricamo [...]. Le opere della serie Westscape (2021-2025), invece, appaiono come frammenti preziosi - sculture composte da pietre dure incastonate con cocci di ceramica raccolti per strada, sulle spiagge e in campagna, come mappe intuitive di città interiori - trovate nei viaggi e nelle esplorazioni del nostro paesaggio occidentale. Tra un’osservazione e l’altra, Miho mi racconta dei pavimenti in legno delle case nipponiche, quelli sui quali gli oggetti non si rompono ma rimbalzano. Dopo aver raccolto un frammento, inizia la ricerca della pietra in cui incastonarlo. Questa viene scelta per assonanza o dissonanza cromatica e di forma e per la preziosità a essa associata dai suoi utilizzi nei nostri monumenti. Il frammento diviene gioiello, lo scarto assume valore estetico e la ceramica rotta torna ad avere funzione e proprietà quasi talismanica. Nei Westscapes. One Side (2024-2025), questi stessi frammenti divengono composizioni pittoriche, costellazioni di memoria e territorio».

Per il Napoli Gallery Weekend Miho ha preparato un’installazione temporanea intitolata «Untie (2025), composta da coriandoli in terracotta bianca legati con filo rosso. Ogni piccolo pezzo può essere staccato, portato via. In cambio, si può lasciare un pensiero, un desiderio, una parola scritta su carta: un gesto che richiama l’omikuji (御御籤), la pratica giapponese degli oracoli scritti, appesi ai rami nei templi per evitare che la sfortuna segua chi li ha ricevuti. I coriandoli si legano per liberarsi, e si sciolgono per lasciare andare. Come nella parola giapponese antai (安泰): tranquillo, senza preoccupazioni, stabile. Ma anche: sciogliere, slegare, risolvere» (M. Ferrara).

Miho Tanaka (Yamanashi, 1998) è un’artista giapponese che vive e lavora in Italia. Sperimenta con i materiali classici della scultura, accompagnandosi spesso con elementi di scarto trovati nel corso di esplorazioni urbane, da lei chiamate "passeggiate". Dopo aver studiato scultura alla Musashino Art University di Tokyo, nel 2020 si trasferisce a Napoli per continuare il suo percorso artistico presso l’Accademia di Belle Arti, conseguendo il diploma accademico in Scultura. Tra le recenti mostre e occasioni espositive: Quartiere Latino 4, condominio - museo d’arte contemporanea, opera site specific, Napoli (2023); DEGREE SHOW 3, premio dedicato agli artisti emergenti, Palazzo Monti, Brescia (2022); Altre esposizioni significative: The National Art Center, Tokyo (2020); MABOS Museo d’arte del Bosco della Sila (2021).

Marta Ferrara (Napoli, 1999) è curatrice e critica d’arte le cui ricerche riguardano gli artisti che lavorano con le comunità, con la didattica e con le pratiche artistiche site specific e community based, con una particolare attenzione alla scena artistica emergente italiana. Collabora in maniera indipendente con enti culturali pubblici e privati per la curatela, il coordinamento e la gestione di progetti d’arte contemporanea. Tra questi il Museo Madre, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, La Biennale di Venezia, la Fondazione Made in Cloister, la Fondazione Morra Greco, la Galleria Alfonso Artiaco. Dal 2022 co-cura il progetto Quartiere Latino museo-condominio d’arte contemporanea a km 0. È cultrice della materia di Didattica Museale all’Accademia di Belle Arti di Napoli, presso cui ha svolto anche i suoi studi.

Ulteriori informazioni:

https://www.andreanuovo.com/artists/miho tanaka/

https://www.andreanuovo.com/exhibitions/

La mostra sarà visitabile fino al 23 Luglio 2025 negli orari d’apertura della galleria.

**

Andrea Nuovo Home Gallery inaugurates Into the Din, the first solo exhibition in Naples of the Japanese artist Miho Tanaka (1998). In the multiplicity that defines the society of images in which we “live”, Miho proposes a nexus of cultural relations through the ways in which we see, perceive and interact with matter and artefacts in the contemporary world. The title of the exhibition refers to the connection of the individual with space and the contrast between intimate rhythms and those of the environment. The works are the result of a process of transformation of the ontological value of everyday and familiar elements that present analogies both in use and meaning in both latitudes, that of belonging of the artist, Japan, and that of adoption, Italy, despite the distance. The works on display also aim to overwhelm the identity of things, therefore, the role and places they occupy in a given cultural system and how they find meeting points and intersections in the collective imagination.

Marta Ferrara writes about the artist's poetics and praxis: «Miho works stone, tackles it and shapes it, masterfully manages its forms, sometimes rigid, sometimes soft. She has lived in Naples for five years, going through its din and adopting a lifestyle in which productivity is not everything, everything, everything. In Naples, Miho moves with a quiet step, observes a lot, speaks little. She has found a balance, always precarious and made up of many obstacles, in this city full of curves, sounds and contradictions: is very distant from a precision and an order from which she almost seems to have escaped».

The same critic delves into the choice of the title by indicating that «Into the din is then the way of being inside the noise without being overwhelmed by it. A threshold, more than a manifesto. A practice that links discretion and presence. A way of being that concerns Miho's artistic production here in Italy. She weaves. Without a loom, without a needle, she intertwines stone and paper, threads and fragments. Her gestures and her paths are never completely linear: they move forward and then go back, they knot themselves to time, they write it diagonally. There is a white thread that runs through her works. Sometimes it is real, a taut cotton that envelops, protects, covers, as in the series About objects (2021-2025). Sculptures in which urban elements, found and collected, are cloaked in a clear chaotic warp: cobblestones, fragments of columns, heavy stones become light surfaces. A way for the artist to know objects in their shape, weight, consistency, but hiding them from the viewer through weaving and embroidery [...]. The works of the Westscape series (2021-2025), instead, appear as precious fragments - sculptures composed of hard stones set with ceramic shards collected on the street, on the beaches and in the countryside, like intuitive maps of interior cities - found in travels and explorations of our Western landscape. Between one observation and another, Miho talks about the wooden floors of Japanese houses, the ones on which objects do not break but bounce. After picking up a fragment, she begins the search for the stone in which to set it. This is chosen for chromatic and shape assonance or dissonance and for the preciousness associated with it from its uses in our monuments. The fragment becomes a jewel, the waste takes on aesthetic value and the broken ceramic returns to having an almost talismanic function and property. In Westscapes. One Side (2024-2025), these same fragments become pictorial compositions, constellations of memory and territory».

For the Napoli Gallery Weekend, Miho has prepared a temporary installation entitled «Untie (2025), composed of white terracotta confetti tied with red thread. Each small piece can be detached, taken away. To reciprocate, it is possible to leave a thought, a wish, a word written on paper: a gesture that recalls omikuji (御御籤), the Japanese practice of written oracles, hung on branches in temples to prevent bad luck from following those who received them. Confetti are tied to free oneself, and untied to let go. As in the Japanese word antai (安泰): calm, without worries, stable. But also: to dissolve, untie, resolve» (M. Ferrara).

Miho Tanaka (Yamanashi, 1998) is a Japanese artist who lives and works in Italy. She experiments with classic sculpture materials, often accompanying herself with waste elements found during urban explorations, which she calls "walks". After studying sculpture at the Musashino Art University in Tokyo, in 2020 she moved to Naples to continue her artistic career at the Academy of Fine Arts, obtaining an academic diploma in Sculpture. Recent exhibitions and exhibition opportunities include: Quartiere Latino 4, condominium - contemporary art museum, site-specific work, Naples (2023); DEGREE SHOW 3, award dedicated to emerging artists, Palazzo Monti, Brescia (2022); Other significant exhibitions: The National Art Center, Tokyo (2020); MABOS Museo d’arte del Bosco della Sila (2021).

Marta Ferrara (Naples, 1999) is a curator and art critic whose research concerns artists working with communities, with didactics and artistic practices site specific and community based, with particular attention to the emerging Italian art scene. Collaborates independently with public and private cultural institutions for the curatorship, coordination and management of contemporary art projects. Among these are the Madre Museum, the Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea in Rome, the Venice Biennale, the Made in Cloister Foundation, the Morra Greco Foundation, the Alfonso Artiaco Gallery. Since 2022, she has co-curated the project Quartiere Latino, a museum-condominium of contemporary art at km 0. She is an assistant of Museum Education at the Academy of Fine Arts in Naples, where she also studied.