Luciano Massari – La soglia del silenzio

Il centro storico di Sarzana si trasforma in un museo a cielo aperto con La soglia del silenzio, la mostra personale di Luciano Massari che porta l’arte contemporanea in dialogo diretto con il patrimonio medievale e rinascimentale della città ligure.
Comunicato stampa
A partire dal prossimo 2 agosto il centro storico di Sarzana si trasforma in un museo a cielo aperto con La soglia del silenzio, la mostra personale di Luciano Massari che porta l’arte contemporanea in dialogo diretto con il patrimonio medievale e rinascimentale della città ligure.
Il vernissage si svolgerà il 1 agosto alle ore 19.00 presso l’atrio di Palazzo Roderio, sede del municipio di Sarzana. Le opere in città saranno visibili fino al 28 ottobre. La mostra dà avvio al programma di Sarzana Contemporanea, un progetto che coinvolge diverse forme espressive della contemporaneità con lo scopo di innescare processi relazionali e di inclusione.
L’esposizione, curata da Alberto Mattia Martini e promossa dal Comune di Sarzana, presenta un percorso espositivo diffuso che attraversa alcune location strategiche del centro storico: da piazza Luni a via Mazzini, le sculture monumentali in marmo di Massari instaurano un dialogo poetico tra presente e passato, tra memoria collettiva e ricerca artistica contemporanea.
L’ARTISTA E LA SUA RICERCA
Luciano Massari, scultore di fama internazionale ed ex direttore delle Accademie di Belle Arti di Torino e Carrara, rappresenta una delle voci più autorevoli della scultura contemporanea italiana. La sua ricerca, profondamente rinnovata dall’inizio degli anni 2000, esplora un linguaggio in cui il marmo diventa “voce”, capace di esprimere concetti complessi attraverso forme che sfidano la percezione convenzionale della gravità e del peso.
“Le figure antropomorfe di Massari, caratterizzate da linearità e pulizia formale, risultano immediatamente riconoscibili e instaurano un ‘punto di passaggio’ tra il presente e il passato”, sottolinea il curatore Alberto Mattia Martini.
IL CONCETTO DI SOGLIA
Il titolo della mostra trae ispirazione dalla riflessione del filosofo Gaston Bachelard: “La soglia è un luogo. È dove le cose accadono”. In questo contesto, le sculture di Massari diventano soglie tra dimensioni temporali diverse, presenze silenziose che evocano la stratificazione della memoria attraverso la “memoria della pietra”.
Il marmo, materiale cardine della pratica artistica di Massari e profondamente radicato nella storia della Toscana e della Liguria, si fa veicolo di un’indagine sulla permanenza e la trasformazione. Le opere appaiono come “reperti futuribili”: frammenti di un passato che si proietta nel futuro, testimonianze mute che invitano alla contemplazione.
UN PERCORSO NELLA CITTÀ
L’allestimento trasforma Sarzana in un palcoscenico di riflessione estetica e culturale. Le opere monumentali, posizionate in luoghi iconici come Palazzo Roderio e Piazza Calandrini, amplificano il contrasto e la continuità tra la matericità della storia e la ricerca formale contemporanea.
UNA RIFLESSIONE SUL NOSTRO TEMPO
L’arte di Massari non si limita all’indagine formale, ma abbraccia temi di grande attualità come la sostenibilità ambientale e il rapporto tra uomo e natura. Dal 2004, con l’installazione 7 Verità sull’Isola di Pasqua, l’artista porta avanti una riflessione costante sulla fragilità del nostro ecosistema, tema che permea anche le opere presentate a Sarzana.
La soglia del silenzio si configura così come un’esperienza immersiva che invita alla riflessione sulla memoria, l’identità e il fluire del tempo, attraverso opere che sfidano la percezione e dialogano con il contesto storico-culturale della città.
La mostra “La soglia del silenzio” rappresenta un importante momento di incontro tra arte contemporanea e patrimonio storico, confermando Sarzana come città di riferimento per la cultura e l’arte in Liguria.
L’ARTISTA
Nato a Carrara, Luciano Massari ha studiato presso la locale Accademia di Belle Arti, che ha poi diretto dopo avervi insegnato scultura. Ha iniziato la carriera artistica nel 1980, vincendo il concorso per la realizzazione dell’opera “Icarus Millenovecentottantaquattro” a Trinidad and Tobago. Ha partecipato a numerose mostre (personali e collettive) e concorsi di rilevanza internazionale. Le sue opere sono in collezioni pubbliche e private italiane ed estere, tra cui la Collezione Gori alla Fattoria di Celle e il Parco di sculture realizzato sul
Monte Amiata dall’artista Daniel Spoerri. Nel 2005 ha partecipato alla 51° Biennale di Venezia, nell’ambito del progetto speciale Isola della poesia.
Hanno scritto sul suo lavoro numerosi critici e curatori, tra gli altri: Fabio Cavallucci, Bruno Corà, Andrea B. Del Guercio, Mario De Micheli, Floriano De Santi, Daria Filardo, Giorgio Di Genova, Massimo Donà, Matteo Innocenti, Nicola Miceli, Tommaso Paloscia, Francesco Poli, Giò Pomodoro, Ludovico Pratesi, Giandomenico Semeraro, Gabriella Serusi, Marisa Vescovo, Marco Senaldi, Alberto Maria Martini, Denise Cobham Albp, Pier Carlo Santini, Nicola Miceli, Karin Derstroff, Paolo Levi, Choi Tae Man, Giandomenico Semeraro, Tommaso Paloscia e Chang Tsong-zung.