Laura De Santi – Scultrice

Informazioni Evento

Luogo
STATUTO 13
Via Statuto 13, Milano, Italia
Date
Dal al

da lunedì a sabato 13.00–20.00
domenica chiuso

Vernissage
07/03/2013

ore 18

Artisti
Laura De Santi
Curatori
Paolo Del Freo
Uffici stampa
STUDIO DE ANGELIS
Generi
arte contemporanea, personale
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La mostra, accompagnata da una elegante brochure, vuole indagare attraverso gli occhi dell’artista l’inestricabile e misterioso intreccio che la natura femminile porta in sé, luogo archetipico del dialogo o del conflitto fra dentro e fuori, fra protezione e proiezione.

Comunicato stampa

“Certo l’anima ha dimora negli occhi” (Platone, Alcibiade).

Milano, 7 marzo 2013. Una lettura tutta al femminile della vita. Laura De Santi, giovane scultrice toscana, racconta in venti opere di varie dimensioni l’intensità e al contempo la fragilità dei sogni, dei pensieri e dei sentimenti degli uomini, che diventano ancora più significativi quando quegli uomini sono in realtà donne.
La Galleria Statuto13 di via Statuto a Milano dal 7 al 20 marzo rende omaggio alla scultura poetica di Laura De Santi con l’esposizione ad ingresso libero “Reminiscenze e archetipi della Grande Madre a Milano”, a cura di Paolo Del Freo.

Organizzata da Arte Ipse Dixit, la mostra è stata resa possibile grazie al patrocinio e al sostegno della Gran Loggia d’Italia, che desidera così palesare anche al grande pubblico un ruolo di promotrice di eventi culturali, come ad esempio già ben evidenziato da innumerevoli convegni ed incontri, anche a livello internazionale e dalla partecipazione - ormai al terzo anno - alla Fiera del Libro di Torino. Questa istituzione da sempre lavora per poter promuovere quel percorso di conoscenza che permetta all’individuo una crescita e una maggiore consapevolezza di se stesso. Ed è lo stesso professor Luigi Pruneti, Gran Maestro e vertice della GLdI, a sottolineare come la Massoneria - da sempre grande officina e matrice di idee - possa anche proporsi come significativo e sostanziale interlocutore nel panorama culturale ed artistico.

La mostra, accompagnata da una elegante brochure, vuole indagare attraverso gli occhi dell’artista l’inestricabile e misterioso intreccio che la natura femminile porta in sé, luogo archetipico del dialogo o del conflitto fra dentro e fuori, fra protezione e proiezione.

Il linguaggio ipnotico e poetico delle sculture di Laura De Santi passa attraverso la sua interpretazione intensa della terracotta, materia fondamentale della sua ricerca. I lavori di Laura manifestano in maniera diretta una percezione della vita propria dell’artista. Le sue sono terracotte semplici solo a un primo sguardo, ma subito dopo ci si accorge che ogni gesto e movimento, ogni sguardo, ogni volume, sono il risultato di un lavoro di grande pazienza e profondità che l’artista riesce a creare con un materiale fragile, ma nel contempo potente nel suo colore intenso e omogeneo.
“Le mie sculture non sono mai pensate di getto, ma prosperano dal basso verso l'alto, e il mio compito è far si che non vadano in frantumi di fronte agli sguardi del pubblico” – racconta Laura De Santi - “Con la terracotta tutto questo è una sfida costante. Insisto su un materiale caldo e morbido allo sguardo ma frangibile allo stesso tempo, capace di raccontare l'ambiguità, la leggerezza e la delicatezza della vita. E la scultura mi permette di parlare di un esterno ma anche di un interno, dove nascondo i miei pensieri più intimi, i miei segreti più inesplicabili, che non sono miei in quanto singolo individuo, ma appartengono al patrimonio di ogni essere umano”.

Le opere in mostra, circa venti di diverse dimensioni, appartengono tutte agli ultimi anni, tranne La Grande Madre (2013), scultura realizzata appositamente per la mostra milanese. Filo conduttore dell’esposizione sono le donne, principalmente isolate e sedute, ad eccezione di Ronit e Marah (2006), stupefacente racconto dei segreti che due donne - a dimensione quasi naturale e sedute con leggerezza - si sussurrano all’orecchio. Scultura, quest’ultima, che introduce il secondo elemento caratteristico delle opere di Laura De Santi, ovvero l’abbondanza delle forme, in posture plastiche più vere del vero, così come gli sguardi, struggenti e malinconici sì, ma al contempo trepidanti e rassicuranti, “ipnotici, soggioganti e trasognati” come sottolinea Paolo Del Freo.

L’abbondanza delle forme e la loro rotondità altro non sono che il simbolo di una fertilità generatrice di vita, o come ha giustamente sottolineato Michele Pierleoni nel catalogo della mostra Extra Moenia, svoltasi a Livorno nell’ottobre del 2012 “Sono figure mediterranee, accoglienti nel loro porsi, dove l’abbondanza delle carni viene esibita sobriamente, persone semplici che divengono monumenti di femminilità”. Di una divina femminilità.

Ed è forse questo porsi come divinità generatrice di vita che rende le donne di Laura De Santi di una generosità immensa e silenziosa che fa andare in secondo piano la loro completa nudità, “eros” nella sua accezione più ampia. L’artista ritorna all’archetipo di quello che era l’essere umano all’inizio della creazione. Ma come per incanto, come fosse una favola, tutto passa nella più normale normalità: “Nelle sculture di Laura De Santi la ritrattistica assume valenze simboliche evidenti,

senza violentare l’aspetto formale, senza ricorrere a esasperazioni plastiche o a complessi itinerari
intellettuali” – indica Luigi Pruneti – “Sono i volti, le posture, le volumetrie che parlano, facendo sì che il soggetto si carichi di messaggi che lo avvicinino ad archetipi totalizzanti”.

Durante la mostra sono in programma quattro incontri con il pubblico ai quali parteciperà l’artista:

Giovedi 7 marzo 2013, ore 18.00
LUIGI PRUNETI
“Reminiscenze della grande madre: introduzione alle opere”
PATRIZIA CONSOLO
“Attualità del mito della grande madre”

Martedi 12 marzo 2013, ore 19.00
ROBERTA PORCU
“Dalla figura al gesto: evoluzione nell’arte della figura femminile dall’antico al contemporaneo”

Giovedi 14 marzo 2013, ore 19.00
MICHELE PIERLEONI
“La scultura e l’opera di Laura De Santi”

Mercoledi 20 marzo 2013, ore 19.00
GIULIANO BOARETTO
“L’archetipo della grande madre in massoneria”