Jürgen Paas – Silver Clouds

Attraverso un approccio giocoso che alterna casualità e sistematicità, le opere di Jürgen Paas si dispiegano come esperienze visive sfaccettate, mantenendo come comune denominatore le forme geometriche essenziali: cerchio, quadrato e linea.
Comunicato stampa
Peter Frey Gallery è lieta di presentare “Silver Clouds”, la personale dell’artista Jürgen Paas.
“Wysiwyg”: what you see is what you get”
(quello che vedi è quello che ottieni)
Thomas Wulffen, Policromia Concettuale
Osservazioni sull’opera di Jürgen Paas
Attraverso un approccio giocoso che alterna casualità e sistematicità, le opere di Jürgen Paas si dispiegano come esperienze visive sfaccettate, mantenendo come comune denominatore le forme geometriche essenziali: cerchio, quadrato e linea. Gli ordini e i sistemi messi in atto da Paas – costituiti da lastre colorate, carte e nastri in PVC provenienti dall’industria del mobile – sono caratterizzati da una fusione tra concetto e policromia, in cui il rapporto tra colore e supporto si fa sfumato, e lo spazio viene attivato principalmente attraverso una relazione di reciprocità tra le
opere. Gli oggetti installati a parete o a terra rivelano la loro piena efficacia visiva solo quando lo spettatore riesce ad adottare una percezione complessiva dello spazio. È proprio nell’interazione reciproca e nel confronto tra le opere che l’angolo di visione e la ricerca di un’adeguata incidenza della luce permettono di percepirle non come singoli oggetti, ma come costellazioni vive, che esistono solo nel dialogo tra loro. Quasi come in una danza fluttuante, opera e spettatore si invitano reciprocamente al movimento, a una rotazione immaginaria, a scambiarsi nuovi punti di vista,
generando uno spartito musicale sotto forma di “evento” cromatico. In alcune composizioni, il colore precedente riflette quello successivo, esplodendo e influenzandone l’intensità; in altre, il valore cromatico è nascosto, richiede una scoperta, si rivela solo ai margini. La visibilità, nel lavoro di Paas, risiede spesso nell’invisibilità: il colore è simultaneamente supporto, così come il supporto è simultaneamente colore. Questa uguaglianza, insieme alla forma concreta che il colore assume, consente di interpretare l’“archivio cromatico” come una forma di memoria, in cui ogni pannello individuale diventa memoria distinta. Le caratteristiche apparentemente razionali del colore si mostrano in modo chiaro, mentre l’aspetto inizialmente disordinato di alcune opere conduce lo spettatore in un viaggio sorprendente, in cui i colori sembrano liberarsi dal loro contesto originario e dalle risposte convenzionali. Le policromie possono essere piccole come un taccuino o grandi come lastre delle dimensioni di una porta, fino a occupare superfici di diversi metri quadrati, in carta o in tela rinforzata.
Jürgen Paas sviluppa il colore in uno spazio completamente reinventato e duplice: le aree cromatiche diventano al contempo merci industriali – da impilare, archiviare in scatole, contenitori o depositi – e interrogativi sul concetto stesso di spazio, esistenza e visibilità. Nei colori scelti dall’artista è insita una profonda autoriflessione, in cui egli rappresenta qualcosa e, al tempo stesso, ne sospende il significato. Le opere evocano una sorta di “memoria dell’oggetto”, in cui ordine e caos risultano indistinguibili: un’ambiguità, talvolta volutamente spiazzante, che segna il confine dove si colloca la poetica di Paas.
Biografia:
Jürgen Paas è nato a Krefeld (Germania) nel 1958, vive e lavora nella città di Essen. Dopo aver studiato dal 1982 al 1987 all'Università delle Arti di Folkwang con László Lakner, Rudolf Vombeck e Franz Rudolf Knubel, ha completato la sua formazione all'École Nationale Supérieure des Beaux- Arts a Parigi. Il suo lavoro, grazie a un approccio sia sistemico che casuale, si fonda su un gioco di lastre colorate, carte e nastri in PVC ridotti al linguaggio formale elementare della linea, del cerchio e del quadrato. Le miscele ottiche di colori e le rotazioni apparenti create da Jürgen Paas ricordano l’arte cinetica ed evocano uno slancio ottimistico e una calma meditativa. Le sue opere si trovano in numerosi musei oltre che in collezioni tedesche e internazionali.