Il perturbante
Solo qualche volta, però, nel conversare con gli altri, ci capita di accorgerci della reale brutalità della vita. Conversando, noi richiamiamo in vita i morti e uccidiamo i vivi. E’ un teatro che sfruttiamo fintanto che in esso possiamo ancora esistere…
Comunicato stampa
…parliamo sempre come se avessimo già discusso di tutto. In effetti…tutto è già stato detto. Ma l'uomo continua a parlare, parla continuamente, continua a parlare del proprio disgusto ogni volta che parla del proprio destino. E i filosofi…anch'essi ci guidano sempre attraverso un museo che ormai conosciamo a memoria da ogni punto di vista, un museo di cui sappiamo tutto nei minimi particolari. Ed è un museo maleodorante quello in cui ci guidano i filosofi appena ci occupiamo delle loro filosofie. Si sostiene sempre, di tutte le filosofie, che ciascuna di esse ha spalancato le finestre facendo entrare aria fresca in questo museo, aria fresca, aria fresca…ma in realtà nessuno dopo Kant è più riuscito ad arieggiare questo museo, nessuno…dal tempo di Kant il mondo è un mondo non arieggiato. E la scienza imita la filosofia., si limita a catalogare una follia perfettamente nota. Viviamo di piccole sorprese che noi stessi ci facciamo perché siamo persone premurose…una cosa meschina. Ed è pure meschino che io possa dire a ogni cosa di si, ma anche di no. Gli uomini si trovano sempre in un punto in cui è assurdo trovarsi. E non esiste assolutamente nulla di pratico, tutto è teoria…Quando apriamo bocca, commettiamo una diffamazione, una diffamazione che, al tempo stesso, è un suicidio…ma qualora non aprissimo bocca, diventeremmo ben presto pazzi, folli, non saremmo più nulla. Tutto quello che diciamo nei nostri discorsi o nei nostri soliloqui noi lo tiriamo su, lo solleviamo con sempre maggior fatica dalla tenebra per poi addurlo come prova, perché la nostra esistenza consiste unicamente di prove, ma poi ci sfugge, e ripiomba nella tenebra. Solo qualche volta, però, nel conversare con gli altri, ci capita di accorgerci della reale brutalità della vita. Conversando, noi richiamiamo in vita i morti e uccidiamo i vivi. E' un teatro che sfruttiamo fintanto che in esso possiamo ancora esistere…
T.B. 1967