Guido Guidi – Col tempo 1956-2024
L’esposizione, dedicata a uno dei protagonisti assoluti della fotografia italiana e internazionale, è prodotta dal MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo in collaborazione con i Civici Musei del Comune di Udine e l’Archivio Guido Guidi.
Comunicato stampa
L'esposizione, dedicata a uno dei protagonisti assoluti della fotografia italiana e internazionale, è prodotta dal MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo in collaborazione con i Civici Musei del Comune di Udine e l'Archivio Guido Guidi.
Curata da Simona Antonacci, Pippo Ciorra e Antonello Frongia, la mostra ricostruisce il percorso artistico di Guidi (Cesena, 1941) partendo dal suo archivio privato a Ronta. Questo luogo intimo è al contempo studio, casa e "officina" per i giovani autori, e costituisce un punto d'accesso privilegiato per comprendere a fondo la sua "teoria" della visione.
Il percorso espositivo si articola in modo cronologico e tematico, sviluppandosi attraverso oltre 350 stampe fotografiche organizzate in 34 sequenze e una ricca selezione di materiali d'archivio esposti in teche tematiche. La ricerca di Guidi ha profondamente rivoluzionato il rapporto con il paesaggio e l'architettura, ponendo costantemente al centro l'atto del vedere e lo scorrere del tempo. L'allestimento ripercorre le prime sperimentazioni in bianco e nero degli anni Sessanta fino all'introduzione del medio/grande formato a colori negli anni Ottanta.
Un'area specifica è dedicata all'intenso dialogo di Guidi con l'architettura d'autore, in particolare con l'opera di Carlo Scarpa: la sua documentazione della Tomba Brion, per esempio, rivela la straordinaria capacità del fotografo di cogliere le configurazioni di materia e luce inedite. L'attenzione al linguaggio prosegue nelle serie più recenti, tra cui “Raccolta indifferenziata” e “In archivio” (2024), quest'ultima commissionata direttamente dal MAXXI. Le teche ampliano la comprensione della sua ricerca teorica con quaderni, manoscritti e riferimenti a maestri fondamentali come Walker Evans.
L'esposizione diventa anche occasione per consolidare una sinergia territoriale con una mostra collaterale sul tema del confine, che sarà inaugurata a dicembre presso i Musei del Castello, in collaborazione con il CRAF di Spilimbergo.