Fiona Annis / Luca Grechi – Il mare tra noi
Doppia personale di Fiona Annis e Luca Grechi “Il mare tra noi”, un dialogo tra due artisti che, sebbene utilizzino media diversi, presentano forti affinità poetiche.
Comunicato stampa
Gallerie Riunite è lieta di presentare la doppia personale di Fiona Annis e Luca Grechi “Il mare tra noi”, un dialogo tra due artisti che, sebbene utilizzino media diversi, presentano forti affinità poetiche.
Il lavoro di Fiona Annis si intitola “Corrispondenze”, un ciclo di opere nate da manipolazioni di pellicole fotografiche in camera oscura. Ogni opera si intitola “Lettere” seguita da un numero.
Luca Grechi, invece, presenterà dei lavori pittorici, frutto di un lungo processo di sovrapposizioni di colori in bilico tra astrattismo e figurativo.
Quanto proposto in galleria nasce dal dialogo intercorso tra Luca e Fiona in questi mesi, per la preparazione della mostra, che di seguito riportiamo:
Corrispondenza (Montréal <-> Roma)
F: Caro Luca,
Sono felice di dialogare con un pittore. Ti consideri un pittore?
Penso alle mie immagini come a dipinti piuttosto che a fotografie; più simili agli strati di un palinsesto che a un istante congelato.
Sono curiosa di continuare la conversazione e di scoprire cosa ti sta a cuore nella tua pratica e quali sono i tuoi punti di riferimento.
Un caro saluto,
Fiona
L: Cara Fiona, un piacere tutto mio conoscere e approfondire il tuo lavoro.
Mi considero un pittore nel senso ampio del termine: indago le immagini con un pensiero pittorico. Anche lo spazio, lo vivo nel raccoglimento di un silenzio pittorico.
Il tuo lavoro si avvicina a un processo che si modifica nel tempo di uno sguardo, fino a trovare un equilibrio. Vive di uno scatto immediato?
L: Cara Fiona, eccomi di nuovo.
Stavo rivedendo il portfolio con alcuni dei lavori che esporrai per l’occasione: sono bellissimi, soprattutto le composizioni dei bianchi e neri, le sfumature che si vanno a creare e a decidere gli spazi. Sono molto forti. Il fatto che una volta stampati non puoi rimetterci le mani, se mai dovessero esserci dei ripensamenti pittorici, come ti fa sentire? Devi avere la decisione molto chiara. Questo avviene nel processo o sono delle immagini che hai molto chiare fin da subito?
Lettere nel titolo sta per una corrispondenza? O è un alfabeto?
Nel caso, sarebbe bello fossero lettere. Anche io in passato ho intitolato delle opere come se fossero delle lettere indirizzate ai fiumi, al paesaggio, ai laghi, al mare, ecc.…
L: Dal momento che ho visto i lavori che esporrai, ti aggiorno sul mio work in progress.
Sto capendo se alleggerire tutto oppure lasciare questo contrasto, secondo me starebbero molto bene con i tuoi lavori bianchi e neri.
F: Caro Luca,
È una gioia ricevere la tua risposta. Trovo che questa corrispondenza sia uno sguardo dritto sul tuo mondo, reso attraverso le domande che poni, le riflessioni che offri e le immagini dei lavori in corso che condividi.
Sono curiosa di saperne di più su ciò che descrivi nel tuo messaggio precedente. Quando hai risposto alla domanda se ti identifichi come pittore, hai fornito una visione non solo dell'atto in sé, ma anche di quella che interpreto come un'esperienza più ampia. Ad esempio, quando dici:
“Anche lo spazio lo vivo nel raccoglimento di un silenzio pittorico.” Puoi approfondire questo aspetto?
Per tornare alla tua domanda se il titolo “Lettere” si riferisca alla corrispondenza o all'alfabeto, confermo che si tratta della corrispondenza. Questa serie è stata realizzata in un contesto in cui sono stata invitata a rispondere all'eredità del pittore astratto hard-edge Guido Molinari (1933-2004). Come te, il mio lavoro non trova naturalmente una correlazione ovvia con questo stile di pittura. Per raccogliere questa sfida, ho deciso di incorporare lo strumento distintivo dell'hard-edge, il “mascheramento”, per creare queste composizioni. Ad esempio, un pittore che usa questa tecnica userebbe solitamente del nastro adesivo per delineare la composizione e separare chiaramente i campi di colore. Nel mio caso, ho utilizzato etichette adesive postali e, poiché il mio processo fotografico è di natura liquida, ha completamente permeato la maschera creando composizioni dai contorni estremamente morbidi. In breve, i materiali e lo spirito di un dialogo attraverso il tempo e lo spazio hanno ispirato il titolo. Mi spiace se divento piuttosto tecnica.
Mi piacerebbe approfondire le tue poesie “Lettere ai fiumi”, “Lettere ai laghi”, “Lettere ai mari”. Puoi dirmi qualcosa di più al riguardo? Come si inizia? Può essere un lago qualsiasi o un lago specifico? Come ci si rivolge al mare? Trovo che la palette che stai sviluppando in queste nuove opere sia incredibilmente forte. Si tratta di un territorio familiare o nuovo per te?
L: Cara Fiona, ho riletto più volte la tua e-mail e mi sono preso un po’ di tempo per rispondere.
Non ti devi dispiacere, piuttosto ti ringrazio di alcuni dettagli che hai condiviso sui lavori del portfolio in allegato (esattamente quelli di cui parlavo). Mi piace molto come hai risolto l’incontro tra l’impossibilità della linea, ma parlando di essa ci sono spazi precisi che si aprono e mantengono una volontà di immaginare, una casualità.
Riguardo le opere di cui ti parlavo, “lettere ai laghi, fiumi” ecc., qualche anno fa ho iniziato ad immaginare alcuni dipinti indirizzati a qualcosa, come un fiume. Quest’anno in particolare ho lavorato molto su degli acquerelli dedicando degli scritti al mare, al lago, ecc. partendo con “Caro mare”, “Caro fiume” …
Molto bello questo rapporto che non conoscevamo, ci avvicina ancora di più.
Tornado alla mostra per Napoli, questi lavori sono alla ricerca di qualcosa di nuovo, di più concreto.
Anche pensando al tuo lavoro e riflettendo su alcuni stimoli della Galleria, incuriositi da alcuni miei lavori su questa linea, ho deciso di sperimentare questo nuovo contrasto dove il sentiero tra astrazione e naturalismo sia più individuabile ma, come ti dicevo, ancora si tratta di un work in progress. Presto ti manderò anche alcuni studi su piccolo formato che vorrei presentare per l’occasione.
Sicuramente una volta che avremo più immagini sotto gli occhi, sarà più semplice pensare a un titolo per la mostra.
Riconosco una certa sensibilità tra noi, mi tornano in mente alcuni tuoi lavori grandi sui rossi.
Tornando alla tua domanda sullo spazio, mi piace pensare che in un luogo le cose trovino il loro posto, seppur temporaneo. Ma in una totalità dove l’insieme apre una nuova possibilità di rapporto con le opere nello spazio, mi succede che le vedo per una nuova prima volta.
Il passaggio non è sempre descrittivo o narrativo ma delle volte più mentale. Quanto ti ispira il processo del tuo lavoro?
F: Caro Luca,
L'opera vive, respira e mi muove, animando i miei pensieri e il mio ritmo.
Sono d'accordo, un titolo emergerà insieme alle immagini. Non vedo l'ora di scoprirlo quando sarà il momento giusto.
Il mare tra noi.
L: Cara Fiona, buongiorno
Vivendo questo movimento interno sul mio lavoro capisco benissimo lo stato d’animo, dove diversi suoni ne fanno parte, silenzio e rumore, felicità e disperazione, intuizione e decantazione.
“Il mare tra noi”, un bellissimo stimolo per la ricerca di un titolo.
Sto lavorando su degli interni, sulla luce, sul paesaggio e sulla macchia che diventa fiore oppure no. A breve ti manderò qualcosa.
“Aspettando il titolo il mare tra noi”