L’arte tessile al centro di una mostra al MAXXI L’Aquila
Il tessuto è protagonista di una grande mostra nel capoluogo abruzzese che, per la curatela di Monia Trombetta, Chiara Bertini, Fanny Borel, Donatella Saroli e Anne Palopoli, mette in scena un dialogo fra culture con opere di artisti diversi per generazione e provenienza
Curata da Monia Trombetta con Chiara Bertini, Fanny Borel, Donatella Saroli e Anne Palopoli per le performance, TRUE COLORS. Tessuti: movimento, colori e identità è una mostra allegra e briosa, uno spaccato che attraverso il tema del tessuto indaga e mette in scena un dialogo fra culture con opere, circa 2000, della collezione del MAXXI, di artisti internazionali e di generazioni diverse. Sicché installazioni e performance muovono letteralmente gli spazi di Palazzo Ardinghelli, generando un ulteriore luogo ibrido dove il tessuto, il filo, questa particolare arte, si fa grammatica di nuovi racconti e descrizioni e dove dipinti, sculture, ambienti e performance diventano il fil rouge d’inedite relazioni con il contesto sociale.
La mostra “True Colors” al MAXXI L’Aquila
Ancora una volta, pertanto, coerentemente alla propria mission, il MAXXI L’Aquila cerca nell’arte contemporanea un modo per dialogare con la città e per apprendere da essa il senso più intimo e profondo delle sue radici. Origini ben consolidate in un artigianato che non rappresenta banalmente l’ambito commerciale, la tradizione agropastorale abruzzese, ma un senso di comunità cui guarda il museo nel pensarsi, non più semplice luogo di custodia del patrimonio ma spazio partecipativo e relazionale.

Il percorso della mostra “True Colors” al MAXXI L’Aquila
Il percorso nel dettaglio prevede opere composte da fibre, tessuti e abiti presenti ovunque, a cominciare dallo spazio della corte dove l’installazione Towards Tomorrow dell’artista finlandese Kaarina Kaikkonen, si fa quasi biglietto da visita dell’intera esposizione. L’opera, composta da abiti di bambino donati dalla comunità aquilana e allestita con l’aiuto di alcuni volontari, è una vera propria metafora di come passato e presente possono dialogare nel dare origine qualcosa di nuovo, attraverso il senso di innocenza e fanciullezza dei più piccoli.
Gli artisti in mostra nel museo del capoluogo abruzzese
Da questa opera condivisa, si direbbe d’arte pubblica, si passa agli interni dove s’incontra prima il lavoro di Jacopo Belloni con il misterioso personaggio Girigogolo, poi le opere di Isabella Ducrot, di Kimsooja e di Yto Barrada dove materia e parole, ancora e sempre passato, memoria e poi presente, nomadismo, condizione errante, rappresentano un insieme di concetti, solo in apparenza distinti ma ben uniti nella relazione fra le opere di questi artisti. Ancora, incontriamo gli interventi di Olga de Amaral, figura chiava dell’avanguardia fiber art internazionale, di Paola Pivi, maestra nel senso di stupore e meraviglia, di Dana Awartani, intensa sul tema delle ferite, in questo caso quelle delle architetture fotografate post sisma 2009, del collettivo Gelatin con costumi in mostra ironici, quasi interattivi. E poi infine le opere di Abdoulaye Konaté, Sanford Biggers, Hassan Musa, Yinka Shonibare, Sheila Hicks, Claudia Losi, Alex Cecchetti, Adelaide Cioni, Marion Baruch, Rosemarie Trockel, Franz West e Rosemarie Trockel.
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A L’Aquila emerge il valore sociale dell’arte tessile
L’arte del tessuto, affascina, incanta e diverte. Mette allegria ma allo stesso tempo è forte, è potente perché rappresenta uno strumento unico di espressione per affrontare temi sociali, valorizzare l’artigianato e la manualità. È un’arte che pur sfuggendo alle categorizzazioni tradizionali, rappresenta un mezzo vitale per esplorare concetti contemporanei come la sostenibilità e l’identità, ed è proprio a quest’ultimo concetto che il MAXXI L’Aquila si è ispirato nella proposta di questa mostra, forse tra le più belle e partecipate degli ultimi anni.
Maria Letizia Paiato
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