A Firenze nel cortile di Palazzo Strozzi la gigantesca installazione di KAWS ambisce a dialogare col Beato Angelico
Nel cortile del museo fiorentino arriva la colossale “The Message”. E l’iconografia dell’Annunciazione non è mai stata così contemporanea (ma non senza polemiche)
A Firenze è possibile venerare una gigantesca installazione site-specific nel cortile di Palazzo Strozzi. Visibile fino al 25 gennaio 2026, The Message è opera dell’artista americano KAWS (1974, alias di Brian Donnelly): si compone di due sculture in legno alte 6 metri, che entrano in perfetta armonia con lo spazio del cortile rinascimentale del palazzo storico fiorentino. Viso a viso, una in piedi e l’altra in ginocchio, le figure sono gli iconici personaggi dell’artista in dialogo tra loro attraverso lo smartphone. Come avverrebbe l’Annunciazione nel XXI Secolo? Sembra domandarsi l’artista americano. Probabilmente per messaggio, virtualmente, al limite della spiritualità.
L’iperconnessione in “The Message”
Promossa dalla Fondazione Palazzo Strozzi e dalla Fondazione Hilary Markus Recordati, The Message vuole incarnare l’iperconnessione e l’ipercontemporaneità: il dispositivo è al centro della composizione e conferisce un’aura sacrale al gruppo scultoreo. La fruizione pubblica e l’accessibilità inseriscono l’opera nel programma Palazzo Strozzi Future Art, impegnato nell’avvicinarsi orizzontalmente a un pubblico sempre più giovane. Guardando l’opera di KAWS – l’attenzione dell’osservatore cade sullo smartphone tenuto in mano da entrambi i personaggi: questo è il mezzo attraverso il quale è avvenuta l’Annunciazione, diventa un dispositivo in grado di mettere in contatto la realtà terrena con quella sacra, il mondo immanente col trascendente, l’Arcangelo Gabriele con Maria. L’oggetto contiene in sé la gravità della parola divina e la velocità della messaggistica istantanea, annuncia silenziosamente, è un soffio etereo, lo Spirito Santo.
È sempre attraverso le mascotte che KAWS riesce ad andare oltre la lingua, preferendo un linguaggio visuale: i suoi sono personaggi ispirati alle icone della cultura pop e hanno il potere di racchiudere contemporaneità ed universalità, viaggiano oltre il tempo ed uniscono epoche, luoghi ed individui. Rispondono alle richieste di rassicurazione sempre più frequenti e si allontanano da qualsiasi nota polemica rivolta agli atteggiamenti tipicamente contemporanei.
Le polemiche su KAWS a Palazzo Strozzi
In questa installazione site specific KAWS vuole mettersi in relazione con la mostra in corso al piano nobile dedicata al Beato Angelico, per cui riprende il tema dell’Annunciazione ricorrente nella produzione del frate pittore ospite a San Marco. Non è la prima volta che il pittore newyorkese si confronta con opere sacre di autori italiani: nel 2019 realizza GONE, ispirata alla Pietà di Michelangelo di San Pietro, incarnando il sentimento di perdita ed empatia. Un intervento, e un accostamento, che non piacciono a tutti: per Il Foglio l’installazione è “il parmigiano sopra gli spaghetti alle vongole”, e “cattivo”, e l’accostamento un “abbocco per turisti”.
Il sacro e il contemporaneo a Firenze
A Firenze c’è una ricorrente ricerca religiosa e spirituale nell’ambito dell’arte contemporanea in rapporto con gli spazi urbani: degni di citazione sono l’intervento di Mimmo Paladino davanti alla Chiesa di Santa Croce, una croce in blocchi di marmo di Carrara e pigmenti ha occupato tutto il suolo fruibile della piazza, e la più recente opera di Thomas J. Price, esposta in Piazza della Signoria fino al settembre passato, parte di un progetto unitario volto a rivalutare la semplicità del momento quotidiano. The Message di KAWS si pone come terzo elemento di una triangolazione in grado di armonizzare la sacralità legata alla più importante iconografia cristiana e la leggerezza con cui l’uomo contemporaneo risponde (o meno) ad un messaggio.
Ines Valori
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati