Tim Burton e Patricia Urquiola alla conquista della Florence Biennale 2025 

Il celebre regista americano e l’architetta spagnola trascinano il pubblico fiorentino alla XV edizione della Florence Biennale. Tra arte e design, la manifestazione cresce nel numero dei Paesi partecipanti per accogliere un pubblico sempre più internazionale

Sarà visibile fino al 26 ottobre presso la Fortezza da Basso di Firenze la XV Florence Biennale, appuntamento ben consolidato nel panorama artistico del capoluogo toscana, ad un passo dal 30esimo anno di attività; riflettori ed obiettivi sono incentrati sulle due personalità più autorevoli tra gli ospiti di quest’edizione: Patricia Urquiola, architetta e designer di fama mondiale, e Tim Burton, regista e artista arcinoto al grande pubblico. Due grandi attrattori che, con il loro lavoro e la personale proposta offerta alla Biennale, incarnano il tema conduttore di questa edizione: Light and darkness allude al dualismo e all’equilibrio degli opposti, concetti affrontati fin dall’antichità anche in campo artistico, ponendo l’autore di opere d’arte come il mediatore più rappresentativo di questo eterno dilemma.  

Untitled (Penguin-Boy), © Tim Burton
Untitled (Penguin-Boy), © Tim Burton

La luminosa oscurità di Tim Burton alla Florence Biennale 

La pratica manuale di Burton era già nota dagli Anni Novanta ai suoi attenti e numerosi fan, anche italiani: non fu un caso il successo dell’edizione nostrana, pubblicata nel 1998 da Einaudi (solo un anno dopo l’edizione originale), di Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie, dove l’artista americano intervallava, a filastrocche e poesie, disegni e illustrazioni del suo vasto repertorio immaginario. Nonostante la consapevolezza diffusa, è soltanto negli ultimi anni che il regista espone suoi pezzi originali in Italia; l’occasione fiorentina (dopo Torino e Milano) ha la buona peculiarità di concentrare l’attenzione sugli aspetti stilistici e grafofili di Tim Burton rispetto al suo repertorio cinematografico, senza, tuttavia, rinunciare ad un giusto dosaggio scenico. Tra mostriciattoli, neon, ed un onnipresente Danny Elfman di sottofondo, spiccano soprattutto gli sketchbook incorniciati, sintono di tutta la spontaneità creativa del creatore di Beetlejuice e Edward mani di forbice

Patricia Urquiola Photo Simon171
Patricia Urquiola Photo Simon171

La brillante penombra di Patricia Urquiola alla Florence Biennale 

Non da meno è la parte della Biennale dedicata al design, con la presenza eccezionale di Patricia Urquiola e la mostra inedita Transition. Oltre ad esporre alcuni suoi pezzi iconici, realizzati per aziende leader di settore (da Flos a Moroso, da Kettal ad Agape fino, ovviamente, a Cassina, dove è Art Director dal 2015), la mostra propone un allestimento d’autore, creato appositamente per la Biennale, al fine di condividere con il pubblico una discreta dichiarazione del processo creativo della designer invitata. La fedeltà al materiale, spesso un richiamo alle sue origini iberiche, crea un’ambivalenza tra intimità domestica e un sapiente uso della tecnologia più recente, dove la luce è spesso un “taglio” della materia, con forme lineari continue allo spazio occupato.  

Patricia Urquiola, Transitions. XV Florence Biennale © The Factory PRD
Patricia Urquiola, Transitions. XV Florence Biennale © The Factory PRD

La varietà della Florence Biennale 2025 

Sotto la direzione di Jacopo Celona, erede spirituale e reale dei fratelli Pasquale e Paolo Celona, fondatori della kermesse nel 1997, la XV Florence Biennale rimane fedele alla vocazione interculturale ed integrazione tra popoli, cercando di ibridare linguaggi differenti sotto la propositività dell’arte. La Cina è sicuramente tra le nazioni più rappresentate, dove spazio d’onore è riservato a Chao Ge, pittore di rara eleganza formale e spirituale (molto vicina alla pittura colta del toscano Lorenzo Bonechi), dove in chiave rinascimentale viene riletta la contemporaneità, caratterizzata da un’umanità in costante e incessante ricerca, un’umanità migrante e satura di calore/colore, ma mai arresa; si potrebbe leggere, cogliendola come una metafora, la stessa analisi per la manifestazione della Fortezza da Basso, caratterizzata da un’ibrida e partecipata moltitudine di artisti, alla peregrina ricerca di un’identità di mercato. Non manca una generosa varietà di media espressivi, con la pittura ampiamente considerata, ma senza esclusioni di sculture, fotografie, video, animazioni, mixed-media, ed un’attenta selezione dedicata alla gioielleria, segno tangibile del richiamo all’arts and crafts tipico della Toscana Granducale, cui un’eco distinta emerge ancora dalle mura della Fortezza. 

Una biennale senza filtri 

Con ben 85 paesi rappresentati e più di 550 artisti partecipanti, con un cospicuo numero di ospiti internazionali (tra cui Gabriel Isak, Andrea Prandi, Emily Young, Liku Maria Takahashi) oltre alla non trascurabile presenza di un “attrattore turistico” del calibro di Tim Burton, la Florence Biennale incoraggia il contatto diretto tra gli artisti ed il grande pubblico, senza filtri o mediatori, promettendo una vetrina di tutto rispetto; ne consegue un evento a vocazione popolare, accessibile, ma che può sempre destare sorprese. La Firenze Art Week ha una solida base per potersi realizzare. 

Luca Sposato 

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