“Dragone” e quel ponte artistico tra Parma e New York

Un’associazione culturale unisce un gruppo di amici con l’urgenza di creare spazi per l’arte contemporanea e un legame tra la città Ducale e la Grande Mela: il loro manifesto è stato anche una festa

Poche stanze più in là, appeso ad una parete del settecentesco Palazzo Marchi di Parma c’è un San Rocco del Parmigianino (Parma, 1503 – Casalmaggiore, 1540). È lui, il Santo sdraiato dipinto su tela nel 1528 e riconoscibile per il bastone da pellegrino e la gamba scoperta per mostrare la piaga della peste, a vegliare silenzioso su quello che, al piano nobile di uno dei palazzi più iconici della città, è nato grazie all’energia e alla creatività di un gruppo di amici. Per una volta non è lui il protagonista di centinaia di sguardi e di tanta attenzione, ma la nascita a Parma di un nuovo progetto artistico. O meglio, di una vera e propria dichiarazione di intenti: quella di creare un ponte tra artisti, curatori e pubblico a Parma e New York attraverso mostre, performance, residenze e programmi pubblici. Un’idea che nasce dallo spirito libero di un gruppo di professionisti dell’arte e soprattutto di persone legate da una profonda amicizia che, pur vivendo lontani, hanno deciso di unirsi per creare nella città Ducale una comunità intorno all’arte contemporanea. Uno spazio di dialogo che unisce Italia e Stati Uniti. 

Il debutto in società con un “Late brunch” 

A dar vita a tutto è Dragone, associazione culturale no profit per l’arte contemporanea, che ha sede a Parma e a New York. Fondata nel 2024 da Paololuca Barbieri Marchi insieme alle cugine Anna e Bianca Marchi, ha fatto il suo “debutto in società” sabato 27 settembre con un Late Brunch, open day aperto a tutti con una rassegna video d’arte curata dai neo direttori Davide Giannella e Ilaria Mancia. Quello di Palazzo Marchi è stato di fatto un “lancio”, un assaggio di quello che dal 2026 sarà un progetto operativo presentato dall’associazione come programma espositivo triennale. 

L’inizio ufficiale dell’attività di Dragone (il termine nasce dal nome di uno dei cani del padre di Paololuca) è stato scandito da un incontro informale che ha giocato con il fuso orario d’oltreoceano e che ha visto dialogare con le sale settecentesche una serie di opere di artisti italiani e internazionali.  

Il tema di fondo era ed è l’amicizia, elemento reale che verrà discusso per tutto il prossimo anno e fil rouge di performance e video della giornata parmense. Oltre a Palazzo Marchi, uno degli edifici storici più iconici della città, Dragone coinvolgerà anche il quattrocentesco Castello di Montechiarugolo, a pochi chilometri da Parma, e svilupperà legami con la scena newyorkese, grazie anche alla collaborazione con l’organizzazione non profit RRASP.org

“Late Brunch”: il percorso della rassegna di video d’arte a Parma

Nella “colazione in ritardo” di Palazzo Marchi, salite le scale all’ingresso, ci si imbatte nella prima stanza, quella che ospita il lavoro dell’artista newyorkese Uri Aran (Gerusalemme, 1977) dal titolo Take This Dog For Example, allestito in un pannello tra le mura di una stanza che tanto ricorda le battute di caccia di famiglia.  

Un’altra sala ospita un lungo video di Yuri Ancarani (Ravenna, 1972), Ricordi per moderni, in cui l’artista propone, attraverso video girati tra il 2000 ed il 2009, un ritratto molto originale di Ravenna e della Romagna: in circa 60 minuti, Ancarani traccia un percorso sui cambiamenti che hanno segnato la Riviera Romagnola negli ultimi decenni, tra immigrazione, industria del petrolchimico e paesaggi ancestrali. 

In una stanza esotica, con ombrelli da venditore di hot dog in puro stile Manhattan, Dragone ha creato una sorta di bar, di punto ristoro per tutti gli invitati, con tavolini e tovagliette da osteria, una Gazzetta di Parma aperta alla pagina della cultura e una scacchiera sul tavolo accanto. Da una parte il televisore su cui seguire una lezione sull’arte di Cesare Pietroiusti (Roma, 1955) e dall’altra un corner del gusto con Diego Sorba (storico oste dell’osteria Enoteca Tabarro di Parma) a tagliare pane, salame e formaggio e a fare assaggiare una serie di vini locali. A seguire, in serata, una cena con chicche culinarie pensate e realizzate da Sorba “in Cambusa”, pensando al luogo e alle installazioni. 

Tra le stanze di Palazzo Marchi e del Castello di Montechiarugolo le opere della rassegna di video arte del Dragone

Procedendo tra le stanze ci si imbatte nel grande schermo su cui viene proiettato il video dell’artista islandese Ragnar Kjaetansoson (Reykjavík, 1976), che ci porta a riflettere sulla relazione tra passato e futuro. Nel video, realizzato insieme alla madre, si vede l’anziana signora, che nel suo paese tra l’altro è una nota attrice, mimare l’atto dello sputare verso il figlio per decine di minuti. 

Nell’ultima stanza l’artista romana Rà Di Martino (Roma, 1975) espone il suo video The Picture of Ourselves con cui ci conduce invece dentro uno spazio aperto ai ricordi, alla memoria, all’ironia, al gioco e soprattutto al capovolgimento di prospettiva e al sovvertimento delle regole con la camera che inquadra in primo piano il volto sorridente di una bambina ripresa a testa in giù mentre un uomo la sta tenendo per le caviglie. Nonostante sia capovolta, la protagonista del video ha uno sguardo tranquillo, mentre a un certo punto echeggiano anche le note di “Sei bellissima” di Loredana Bertè. Lo sguardo della bimba guarda si incrocia perfettamente con quello di Federico Borgogna bambino, una tela del 700 in una sorta di dialogo. 

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Ra di Martino Ragnar Kjartansson, Dragone, Ph. Tommaso Miele

L’itinerario dentro al palazzo si chiude al piano terra dove viene proiettato un video realizzato nel 2010 dal collettivo Alterazioni Video. Viene ripresa la pietra tombale del ‘500 di Guidarello Guidarelli (Ravenna, 1450 – Imola, 1501), personaggio medievale ravennate che nel corso dei secoli era diventato una sorta di feticcio popolare. Da ogni parte d’Europa arrivavano donne che si recavano alla tomba di Guidarello per baciare la guancia della scultura. La leggenda narrava che entro un anno da questo bacio avrebbero trovato marito.  

Una quindicina di anni fa la pietra tombale fu musealizzata e venne rimosso lo strato di rossetto e di consunzione dalla guancia. E in quel momento il collettivo decise di realizzare, in modo clandestino e provocatorio, un video che riprende un rapporto sessuale tra una donna e la scultura, al fine di creare una sorta di iperbole rispetto al rapporto che le donne nel corso dei secoli avevano avuto con Guidarello sia per criticare il restauro che di fatto cancellò fisicamente la storia popolare che portava con sé. Il video non è mai stato proiettato in Italia e nel 2010, il giorno seguente alla registrazione del collettivo, venne censurato. È stato visto proprio a Palazzo Marchi per la prima volta.  

Performance e “non concerto” con luci rosse a Palazzo Marchi per “Late Brunch”

Momento forse più atteso del Late Brunch di Palazzo Marchi quello della performance del fotografo, performer e musicista Jacopo Benassi (La Spezia, 1970), che, insieme a Michele Lombardelli (Cremona, 1968), esplora da anni il rapporto tra suono, immagine e pubblico. In Make war not love, performance allestita nella sala da ballo con luci rosse, hanno dato vita ad una sorta di “non-concerto”, dove il suono accade per caso e il pubblico diventa parte attiva dell’evento, senza partiti né regole ma con tantissimo pubblico a seguirli. 

Un progetto, quello a cui ha dato vita Dragone e presentato nell’open day parmense, in cui curatori, artisti, cuochi e appassionati si sono messi di fronte ad una sfida nuova. Ciascuno ha portato risorse, idee e visioni per dare forma a un progetto condiviso, lontano da logiche precostituite e che metterà anche Parma al centro della scena dell’arte contemporanea.  

Francesca Galafassi 

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