Vacanze nelle Dolomiti? C’è una biennale di Land Art tra le monti
Parliamo di SMACH, che per l’edizione 2025 conta 11 opere selezionate tra gli oltre 270 progetti partecipanti, dislocate in alcuni dei punti più belli della Val Badia, da scoprire a piedi tra sentieri di montagna e panorami spettacolari

Affilata e tagliente. In ladino si chiama “cu”, in italiano cote, in inglese whetstones, in tedesco Schleifstein: è la pietra che si usa per affilare la falce. Impiegata da millenni in tutto il mondo è stata reinterpretata in maniera creativa dagli artisti che hanno partecipato al bando per la nuova edizione della Biennale SMACH, acronimo di San Martin Art Culture History, perché questo era il tema su cui dovevano cimentarsi. Un modo per mettere a raffronto la cultura contemporanea e la tradizione millenaria del saper fare, tipica delle genti delle Dolomiti, che nei pascoli alpini e nei prati falciano ancora a mano. Ma la cote affilata può diventare anche la metafora di qualcosa che va dritta al punto, precisa, rapida. Per apprezzarne il senso e vedere le opere bisogna camminare tra i sentieri della Val Badia, raggiungerle e conquistarle, anche con la pioggia, il vento, le giornate di sole. Ecco le esperienze da non perdersi.

Trekking e arte alla Biennale SMACH nelle Dolomiti
Non si tratta di percorsi impegnativi perché è possibile scegliere tra brevi passeggiate giornaliere o escursioni di più giorni. In quest’ultimo caso sono in partnership con Holimites che organizza tre occasioni di trekking di 4 giorni e 3 notti, con pernottamento in rifugio, per vivere quest’esperienza immersiva, leggera e consapevole, senza auto, senza file, solo paesaggio, arte e silenzio. Il cammino è il modo migliore per raggiungere Medalghes, dove si trova .arexport, opera realizzata da Carmine Auricchio, Jonathan Coen, Moritz Knopp (Italia/Germania), oppure il punto panoramico di Tamersc, scelto per l’installazione With Every Step, di Hans De Backer aka Drukdoenerij (Belgio). La zona del Lago Lunch è invece la location per CU X Mission di Luca Rossi (Italia) mentre nei prati dell’Armentara si ammira Sway, opera di Lola Giuffré (Australia).





La giuria di SMACH
I dieci progetti di questa edizione, che avrà luogo dal 12 luglio al 14 settembre, sono stati selezionati da Zasha Colah, curatrice della Berlin Biennale 2025 e co-direttrice artistica di Ar/Ge Kunst a Bolzano, Jasmine Deporta, artista che lavora tra Losanna e Bolzano, Emanuele Masi, direttore artistico di Equilibri Festival a Roma e direttore di produzione dell’Haydn Foundation di Bolzano, Peter Senoner, artista che vive e lavora a Bolzano e Stefan Sagmeister, designer, stabile a New York.
Il progetto satellite e la collezione permanente alla Biennale SMACH 2025 nelle Dolomiti
Oltre ai dieci artisti vincitori, quest’anno ne è stato selezionato un undicesimo, che sarà il progetto satellite della Biennale SMACH e verrà realizzato grazie alla collaborazione con Kronplatz-Plan de Corones e Lumen Museo della Fotografia di montagna. Tra le opere dell’edizione 2025, alcune avranno la possibilità di entrare a far parte della collezione permanente SMACH Val dl’Ert, di San Martino in Badia, un parco di sculture di 25 ettari adiacente al Museum Ladin. Si tratta di un’esposizione aperta tutto l’anno, con accesso gratuito, che ospita già 27 delle opere delle precedenti edizioni della Biennale.
Luisa Taliento
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