Tra mostre e digital art, ecco come sarà il 2026 della Loffredo Foundation per le arti
Da Caserta all’Italia. A un anno dalla nascita Loffredo Foundation for Arts & Inclusion fa un balzo in avanti e presenta il programma 2026
“Perché l’arte deve essere difficile?” È questa la domanda da cui è nata in Giuseppe Loffredo l’idea di fondare – dopo la galleria Iconic Art System di Caserta – la Loffredo Foundation for Arts & Inclusion insieme a sua figlia Ylenia, ora presidente. La Fondazione ha appena festeggiato con Crash 2.0, a Palazzo Reale di Napoli, il primo anno di attività: un evento volutamente in continuità con Crash, installazione collettiva dedicata ai temi dell’identità e dell’inclusione, presentata lo scorso marzo alla Reggia di Caserta, che si è fatto occasione per fare il punto e presentare il fitto programma di eventi pianificato per il 2026. Un palinsesto che da Caserta si estende in tutta Italia, in linea con la mission della Fondazione, basata su condivisione, tutela dell’arte e inclusione.

I valori della Loffredo Foundation for Arts & Inclusion nelle parole del fondatore
“L’obiettivo” ha chiarito Giuseppe Loffredo, “è rendere l’arte ciò che effettivamente è, ovvero un diritto non un lusso, garantendo agli artisti adeguati supporto, tutela e dignità”. La Fondazione oltre a rendere gli artisti protagonisti, attraverso una visione che unisce impresa, arte e impegno sociale, restituisce centralità alle persone, trasformando il diritto alla creatività e alla partecipazione in realtà concrete tramite una serie di mostre ed eventi gratuiti, aperti e accessibili. E allora, vediamo più da vicino gli appuntamenti e gli artisti di questa nuova realtà nel mondo dell’arte.

Gli artisti e il programma 2026 della Loffredo Foundation presentati a Palazzo Reale di Napoli
Diversi per generazione, provenienza e ricerca, gli artisti selezionati dall’imprenditore e collezionista condividono un approccio molto serio all’arte. Tutti, infatti, accomunati da un background accademico, padroneggiano con maestria le tecniche prescelte. La pittura materica di Luca Bellandi (Livorno, 1962) si caratterizza per affascinanti forme femminili che emergono da sfondi neutri come iconiche memorie di statue antiche, attualizzate attraverso abiti o elementi che movimentano le composizioni. Opere che saranno protagoniste al Museo Diocesano di Caserta, a dicembre 2026. Angelo Accardi (Sapri, 1964), presente a Palazzo Reale con l’installazione digitale Odissea, indagando il rapporto tra individuo, società e percezione, con toni ironici, visionari e spiccati accenti satirici, inserisce in scenari urbani la surreale presenza di struzzi antropomorfizzati, con cui da una parte si identifica e dall’altra offre una metaforica rappresentazione dell’attualità. Per la sua valenza sociale, l’artista animerà con una nuova installazione digitale un luogo iconico della Capitale nel secondo semestre del 2026.
Un linguaggio lirico legato al mare e alle sue simbologie è al centro della ricerca di Pedro Perdomo(Tenerife, 1998) che sulle tele ricostruisce paesaggi, memorie e identità. Come ha notato Loffredo “con il suo lavoro, che coniuga tradizione e contemporaneità, trasformando gli incontri in immagini poetiche e sensoriali, Perdomo è riuscito a raccontare Napoli attraverso l’acqua”. I suoi dipinti verranno esposti a Napoli nel giugno 2026. Daniele Accossato (Torino, 1987) utilizza materiali tradizionali per spiazzare i visitatori con opere tutt’altro che classiche. Statue dai fisici imponenti imprigionate in casse o altri contenitori, infatti, oltre a suscitare riflessioni sul valore dell’arte e della musealizzazione tra protezione e costrizione, inducono anche – a seconda dei soggetti – pensieri su sentimenti profondi, spesso accantonati in favore di altre priorità. Nell’estate 2026 le sue opere saranno poste in dialogo con l’antico al Parco Archeologico di Paestum. È, invece, focalizzato sulla natura come materia e soggetto Marco Grasso (Cuneo, 2000). I suoi dipinti, frutto di un processo di stratificazione, spesso raffigurano, in uno stile iperrealistico, animali che sembrano in procinto di uscire dalla tela, e, ad aprile 2026, saranno presentati all’ADI Museo del Design di Milano.

Gli altri progetti nel programma 2026 della Loffredo Foundation da Caserta all’Italia
A febbraio il programma sarà aperto all’Iconic Art System di Caserta con Senza Colore, personale di Annachiara Rella (Caserta, 1996). Alessandro Malossi(Milano, 1993), da marzo 2026, presenterà un progetto multimediale, tra presenza fisica e ambienti digitali; mentre ad aprile Caserta sarà abitata dalla mostra diffusa di Rocco Ritchie (Los Angeles, 2000), The Private Collection. Parallelamente, durante il biennio 2026 – 27, a riprova dell’inclusività come valore cardine della Fondazione, si svolgerà Art Cities, iniziativa in collaborazione con Daniele Fortuna, che porterà Iconic Art System in 12 città italiane con uno spazio mobile, in cui artisti emergenti, selezionati tramite open call, dialogheranno con i resident della Fondazione.

L’innovazione e l’accesso alle risorse nella mission della Fondazione Loffredo
Altro tassello essenziale della Loffredo Foundation è assicurare agli artisti l’accesso alle risorse, anche in termini di concrete possibilità di sperimentazione con le nuove (ed esose) tecnologie. Così, in occasione del gala, i cinque artisti del roster, in sinergia con Parallelia, AI Creative Studio, hanno dato vita ai loro lavori attraverso l’IA a partire da specifiche parole chiave. Sono nate, quindi, la citata opera multimediale di Accardi e un’installazione immersiva a quattro schermi nel cortile del Palazzo che, animando le singole immagini, ne ha amplificato la forza e l’essenza.
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