Siena e San Gimignano contemporanee: 9 mostre da vedere questa estate
Palazzi, gallerie e musei ospitano l’estate contemporanea di Siena e San Gimignano: la nostra guida con gli appuntamenti culturali da non perdere, tra installazioni, fumetti, sculture e disegni

Installazioni poetiche, riflessioni ecologiche, percorsi immersivi tra storia e presente: Siena e San Gimignano si confermano poli vitali della scena culturale toscana con nove appuntamenti da non perdere nell’estate 2025. Dalla delicatezza rituale di Bianca Bondi alla vertigine visiva degli aquiloni di Jacob Hashimoto, dalla retrospettiva dedicata a Hugo Pratt fino alla triplice proposta di Galleria Continua, il territorio si trasforma in uno spazio di sperimentazione e dialogo.
Gaia Rotili
Per punti
- Bianca Bondi – Palazzo Chigi Zondadari (Siena)
- Jacob Hashimoto – Santa Maria della Scala (Siena)
- Gipsoteca Vico Consorti – Cappella della Madonna di Provenzano, Palazzo San Galgano (Siena)
- Raggio Verde 2025 – Santa Maria della Scala, Museo Civico, Fondazione Conservatori Riuniti, Accademia dei Fisiocritici (Siena)
- Hugo Pratt – Palazzo delle Papesse (Siena)
- Duilio Cambellotti – Magazzini del Sale (Siena)
- Shilpa Gupta, Arcangelo Sassolino, José Antonio Suárez Londoño – Galleria Continua, San Gimignano

Bianca Bondi – Palazzo Chigi Zondadari (Siena)
Con Earth, Coral, Clouds, prima personale italiana di Bianca Bondi (Johannesburg, 1986), Palazzo Chigi Zondadari diventa un organismo vivo, attraversato da processi di trasformazione lenta e inesorabile. La mostra curata da Fiammetta Griccioli e Cloé Perrone, nell’ambito della quarta edizione di CORTEMPORANEA, prende ispirazione da Dark Ecology di Timothy Morton e invita a ripensare il rapporto tra umano e natura, tempo e decomposizione. Borsista a Villa Medici e finalista del Prix Marcel Duchamp 2025, Bondi lavora con materiali organici e alchemici – muschio, sabbia, fiori, sale – creando installazioni che non si limitano a occupare lo spazio, ma lo attraversano, lo corrompono, lo modificano. È una pratica simbiotica, quasi medianica, dove l’artista si fa tramite di un ciclo continuo tra presenza e assenza. Processi come la cristallizzazione e l’ossidazione non sono solo tecniche, ma atti di scrittura temporale. Le sue opere vivono di alterazione, sfidando l’idea di permanenza, creano un dialogo con l’iconografia allegorica degli affreschi del palazzo, agendo come presenze dissonanti, ma non estranee. Trasformano lo sfarzo del passato in uno scenario di lenta metamorfosi, dove la memoria del luogo si intreccia con una visione post-antropocentrica del presente. Non c’è nostalgia, ma una tensione verso ciò che resta, ciò che cambia e che sopravvive alla forma. Ogni installazione è un ecosistema instabile, una reliquia in divenire. In questa liturgia laica, Bondi costruisce un atlante di gesti rituali e poetiche ambientali. La sua estetica è fatta di ambiguità: oggetti tra scienza e magia che parlano la lingua dell’intuizione più che della logica. Che si tratti di vetrine salmastre o di libri corrosi dal tempo, ciò che emerge è un invito a sostare nel dubbio, in uno spazio che è insieme fragilità e resistenza. Con Earth, Coral, Clouds Bondi non mette in scena la natura, ma la evoca come entità vivente, fuori dal nostro controllo. Un’ecologia sensibile, che interroga la materia e restituisce al tempo la sua forza creativa.
Siena // fino all’8 dicembre
Bianca Bondi. Earth, Coral, Clouds
PALAZZO CHIGI ZONDADARI
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Jacob Hashimoto – Santa Maria della Scala (Siena)
Con Path to the Sky, Jacob Hashimoto (Greeley, 1973) trasforma il cuore di Siena in un paesaggio sospeso tra realtà e visione. Il titolo della mostra richiama la doppia valenza del termine “Path”: percorso fisico e cammino ideale. Hashimoto immagina infatti il Santa Maria della Scala come un portale tra la vita e l’aldilà, una soglia simbolica animata dal ricordo di chi vi è passato. Fino al 30 settembre 2025, la corte dell’antico ospedale accoglierà una maestosa installazione site specific, alta diciassette metri, composta da oltre 3mila aquiloni in carta giapponese. L’opera, curata da Raphaëlle Blanga e realizzata con il supporto della galleria Studio la Città di Verona, è un omaggio poetico a Siena e ai suoi spazi intrisi di spiritualità e memoria. Il visitatore è invitato a percorrere la corticella e la strada interna con lo sguardo rivolto verso l’alto, attraversando una cascata di forme leggere che simboleggiano il passaggio tra terra e cielo. Un “ponte” visivo e simbolico, in dialogo con l’architettura storica dell’ex ospedale, che in passato accoglieva pellegrini e malati e che oggi si apre all’arte contemporanea. Accanto all’installazione centrale, la mostra include una selezione di lavori provenienti dallo Studio la Città. I lavori selezionati evidenziano la tensione costante tra naturale e artificiale, tra tradizione e tecnologia, che attraversa tutta la ricerca di Hashimoto. Le immagini di nuvole, onde, alberi emergono da strutture geometriche stratificate, creando visioni dense ma mai statiche. Gli aquiloni di Hashimoto, uniti da fili invisibili, parlano di connessione, fragilità e speranza. Lungo questo percorso “verso il cielo”, l’arte si fa rifugio, scardina la staticità del luogo e ne riattiva la memoria.
Siena // fino al 30 settembre
Jacob Hashimoto. Path to the Sky
SANTA MARIA DELLA SCALA
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Gipsoteca Vico Consorti – Cappella della Madonna di Provenzano, Palazzo San Galgano (Siena)
Presso Palazzo San Galgano, sede del Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena, apre al pubblico la Gipsoteca Vico Consorti, un nuovo spazio espositivo che restituisce il lungo percorso di un autore radicato nella tradizione ma capace di attraversare contesti artistici e politici molto diversi. Allestita nella suggestiva Cappella della Madonna di Provenzano, la gipsoteca raccoglie 115 gessi e il prezioso archivio personale dell’artista, donati dagli eredi all’Ateneo. Vico Consorti (Semproniano, 1902 – Siena, 1979), noto soprattutto per la Porta Santa della Basilica di San Pietro realizzata per il Giubileo del 1950, è qui raccontato attraverso un percorso che attraversa oltre cinquant’anni di attività. La mostra, curata dal Prof. Luca Quattrocchi, Ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università degli Studi di Siena e dalla Prof.ssa Livia Spano, testimonia la coerenza figurativa di uno scultore capace di affrontare linguaggi e committenze differenti: dalle prime opere simboliste e liberty nella Siena degli anni Venti, all’influenza déco a Roma, fino ai grandi cantieri del periodo fascista e alla produzione sacra del dopoguerra. Come sottolinea Quattrocchi, “la collezione di gessi di Vico Consorti consente di ripercorrere per intero la sua lunga carriera”, una parabola artistica che culmina con l’esperienza colombiana degli Anni Cinquanta, quando Consorti lavorò con l’architetto Angiolo Mazzoni a progetti monumentali per Bogotá, documentati oggi per la prima volta in mostra. L’ambientazione nella cappella barocca – che custodisce anche la storica Scala Santa benedetta nel 1710 – accentua il dialogo tra arte e spiritualità, centrale nell’opera dello scultore. Il nuovo allestimento, inaugurato per il Giubileo 2025, restituisce al pubblico uno spazio di grande valore simbolico e culturale. Le visite guidate, curate dagli allievi della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici, saranno attive fino a dicembre.
GIPSOTECA VICO CONSORTI
Per info: [email protected]

Raggio Verde 2025 – Santa Maria della Scala, Museo Civico, Fondazione Conservatori Riuniti, Accademia dei Fisiocritici (Siena)
Fino al 7 settembre 2025, Siena si trasforma in un laboratorio diffuso di arte contemporanea con Raggio Verde 2025, rassegna ideata e curata da Michela Eremita, promossa dal Comune e sostenuta dalla Regione Toscana. Un progetto che intreccia arte, scienza, natura e memoria attraverso sei mostre site-specific dislocate in altrettanti luoghi simbolici della città. Al Santa Maria della Scala, Francesco Carone (Siena, 1975) inaugura il ciclo con Golgota | del ritrarre una montagna: un’installazione scultorea che sovverte la rappresentazione religiosa per trasformare il Golgota in paesaggio interiore e laico. Nella Sala dei Pilastri del Museo Civico, Pierluigi Pusole (Torino, 1963) con Capricci reinventa Piazza del Campo come un paesaggio liquido, visionario e surreale. Alla Fondazione Conservatori Riuniti, Composizione intrepida di Concetta Modica (Modica, 1969) rilegge la natura morta come metafora del tempo e dell’energia. All’Accademia dei Fisiocritici, Cristina Gozzini (Firenze, 1960) presenta un progetto video e fotografico sul mondo animale, che restituisce la presenza del non umano in chiave poetica e acustica. Nello stesso spazio, Sophie Ko (Tbilisi, 1981) espone Seven Tears, una meditazione sul tempo e la trasformazione, che si estende fino all’Orto Botanico con un “erbario celeste” trasformato dall’artista in costellazioni immaginarie, a partire da piante curative. Qui, nella Limonaia, Eugenia Vanni (Siena, 1980) presenta Volano via le cose vuote, diario visivo fatto di sottovasi ritrovati e coordinate geografiche, dove il paesaggio è evocazione e memoria. Raggio Verde 2025 esplora il paesaggio come luogo condiviso e in trasformazione, dove l’arte diventa atto di ascolto. Il secondo ciclo di mostre aprirà a settembre 2025.
Siena // fino al 7 settembre
Raggio Verde 2025
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Hugo Pratt – Palazzo delle Papesse (Siena)
A trent’anni dalla scomparsa di Hugo Pratt (Rimini, 1927 – Pully, 1995), Siena rende omaggio al padre della “letteratura disegnata” con la più ampia retrospettiva mai allestita in Italia. Fino al 19 ottobre 2025, il Palazzo delle Papesse ospita Geografie immaginarie, un viaggio nel mondo di Pratt tra oltre 300 opere originali, materiali inediti, installazioni multimediali e oggetti etnografici. Il percorso espositivo si articola in sette sezioni tematiche, che attraversano i mondi reali e immaginati da Pratt: dai ricordi d’infanzia al cinema d’avventura, dalla fascinazione per Stevenson, Rimbaud e Kipling, al richiamo di Omero. Protagonista indiscusso è Corto Maltese, marinaio inquieto e libero, sintesi perfetta dell’immaginario prattiano. Non è solo un’esposizione, ma un vero e proprio viaggio tra deserti, oceani, città coloniali e pianure del Nordamerica. I materiali in mostra – dagli acquerelli alle sculture lignee, dalle proiezioni immersive ai dettagli pop – rivelano una ricerca antropologica profonda, nutrita da una biblioteca personale di 17mila volumi. Curata da Patrizia Zanotti e Patrick Amsellem per Cong, con l’allestimento firmato dall’architetto Giovanni Mezzedimi, la mostra è prodotta da Opera Laboratori, che ha commissionato a Livio Benedetti, scultore franco-italiano amico di Pratt, una grande statua di Corto Maltese accolta all’ingresso del palazzo. Come scrisse Umberto Eco: “Pratt rende materia di narrazione avventurosa la propria nostalgia della letteratura”. A Siena, questa nostalgia si fa spazio fisico. Un labirinto disegnato dal vento.
Siena // fino al 19 ottobre
Hugo Pratt. Geografie immaginarie
PALAZZO DELLE PAPESSE
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Duilio Cambellotti – Magazzini del Sale (Siena)
Fino al 31 agosto 2025, i Magazzini del Sale di Siena ospitano Duilio Cambellotti. L’arte incontra il Palio di Siena, un’esposizione che svela il legame profondo tra uno dei grandi maestri del Novecento e la città del Palio. In mostra una selezione di disegni e schizzi recentemente acquisiti dal Comune, che documentano il lavoro preparatorio per le illustrazioni del volume Il Palio di Siena di Piero Misciattelli (1932). Non si tratta di semplici bozzetti. Le opere restituiscono la complessità e il pathos delle Contrade, osservate da Duilio Cambellotti (Roma, 1876 – Roma, 1960) con rispetto e partecipazione. Le comparse delle diciassette Contrade, ritratte nei tipici costumi rinnovati nel 1928, assumono nei suoi tratti una forza narrativa che travalica la cronaca. Sono figure vive, partecipi di un rito collettivo che mescola storia e identità. La mostra, curata da Matteo Fontani con la direzione scientifica di Michelina Simona Eremita, si inserisce in un più ampio progetto culturale che vuole restituire centralità alla memoria visiva del Palio. Ricostruisce un momento chiave della storia senese, quando artisti come Dario Neri, Arturo Viligiardi, Umberto Giunti e Federigo Joni contribuirono a ridefinire l’immagine del Corteo Storico. Un’eredità che ancora oggi segna il volto della festa. A completare il percorso, visite guidate su prenotazione che includono l’accesso straordinario alla Sala Costumi del Comune di Siena, normalmente chiusa al pubblico. Un’occasione rara per entrare nel cuore della tradizione e scoprirne i dettagli più nascosti.
Siena // fino al 31 agosto
Duilio Cambellotti. L’arte incontra il Palio di Siena
MAGAZZINI DEL SALE
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Shilpa Gupta, Arcangelo Sassolino, José Antonio Suárez Londoño – Galleria Continua, San Gimignano
Alla Galleria Continua di San Gimignano il tempo sembra allungarsi, sfaldarsi, moltiplicarsi. Tre mostre attraversano l’estate, fino al 7 settembre 2025, tracciando altrettanti percorsi sulla soglia tra visibile e invisibile. Shilpa Gupta, Arcangelo Sassolino e José Antonio Suárez Londoño propongono letture diverse ma complementari del nostro presente interrogando spazio, potere, durata e gesto quotidiano. Shilpa Gupta (Mumbai, 1976) riflette sui confini politici e sulle divisioni tra parola e silenzio, tra luce e ombra. Le sue installazioni includono una monumentale opera tessile e un lavoro site-specific per l’ex cinema della galleria. In Untitled (2020), una pietra e una lampadina si inseguono in un equilibrio precario; in Truth (2022–2025), il pubblico si muove tra pareti fluttuanti, spinto a riflettere sul legame tra controllo e narrazione. Le opere suggeriscono più che spiegare, creando uno spazio per la riflessione. Present tense di Arcangelo Sassolino (Montecchio Maggiore, 1967) mette al centro il tempo come forza fisica. Le sue sculture sono composte da olio in movimento che colando e vibrando dà forma a trasformazioni inaspettate. L’artista rinuncia all’azione esplosiva per concentrarsi su processi lenti e difficili da fermare. Qui il presente è un momento di mutazione continua, fragile e incerto. Drawing by numbers di José Antonio Suárez Londoño (Medellín, 1955) mostra il risultato di un rituale quotidiano: ogni giorno ha realizzato un disegno guidato da un tema scelto a caso tra quelli proposti dai suoi studenti. I pezzi di carta di piccolo formato raccontano un gesto che diventa pratica e devozione. I segni, a volte astratti, a volte figurativi, compongono un universo in cui ripetizione e variazione creano una forma di contemplazione. Tre approcci diversi. Un invito unico: abitare l’incertezza.
San Gimignano // fino al 7 settembre
Shilpa Gupta
Arcangelo Sassolino. Present tense
José Antonio Suárez Londoño. Drawing by numbers
GALLERIA CONTINUA
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