Hara Shin – Monumental Ether. Bodies.
Hyperobjects in collaborazione con Spazio Supernova è lieta di invitarvi all’opening della mostra Monumental Ether. Bodies. dell’artista sudcoreana Hara Shin a cura di Camilla Giaccio Darias
Comunicato stampa
Hyperobjects in collaborazione con Spazio Supernova è lieta di invitarvi all’opening della mostra Monumental Ether. Bodies. dell’artista sudcoreana Hara Shin a cura di Camilla Giaccio Darias, che aprirà il 6 dicembre dalle 18 alle 21 in Piazza Santa Maria in Trastevere 1/a. A chiusura del programma 2025 di Hembryo To create a small flower, nato dalla open call The Anthropocene Will Collapse, la mostra amplia il progetto oltre lo spazio della galleria, attivando prospettive critiche e poetiche su pratiche artistiche post-antropocentriche e decoloniali attraverso nuove contaminazioni all’interno della città.
Monumental Ether. Bodies. è un'installazione video multicanale che attraversa luoghi segnati da violenza coloniale e antropocentrica: la Kückenmhühler Anstalten a Stettino, ex centro nazista di sterilizzazione; il Giardino Botanico Tropicale di Lisbona, un tempo Giardino Coloniale; e il fiume Tancheon a Seul, legato alla leggenda del maestro daoista Dongfang Shuo.
Il lavoro di Hara Shin espone corpi che attraversano questi spazi alla ricerca di una connessione con storie a lungo dimenticate o silenziate dalla contemporaneità. Il gesto ricorrente del toccare diventa un mezzo sensibile per entrare in relazione con l'ambiente circostante, un modo per rapportarsi all'alterità – visibile e invisible – incorporando una dimensione di prossimità in cui le memorie di chi ha un tempo vissuto vengono riattivate dal movimento dai corpi che le attraversano. Al centro dell’opera si erge MOANA (Membrane; Outlander; Ancestor; Naming; Apparatus), una soglia vibrante tra tempi, storie e materialità che, sfuggendo a ogni tentativo di categorizzazione, si estende tra i corpi e le narrazioni co-implicate. La sua figura emerge come un sistema permeabile, che si espande oltre i limiti della pelle verso ciò che è umano, più-che-umano, vegetale e minerale.
Ispirata al Manifesto Antropófago (1928) di Oswald de Andrade, l'artista evoca il cannibalismo culturale come pratica di assimilazione, resistenza e trasformazione: un processo nomadico in cui i corpi si configurano come narrazioni co-implicate, attraverso le quali i fantasmi del passato non perdurano come ombre, ma si muovono come forze vitali nel presente.
La mostra rimarrà aperta fino al 21 dicembre.
Speriamo di vedervi lì!
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Hara Shin (Corea del Sud) è un’artista multidisciplinare con sede a Berlino la cui ricerca esplora l’ibridità, l’incarnazione e le relazioni tra entità umane e non umane, ripensando gerarchie, appropriazione e pluralismo attraverso film sperimentali e installazioni multimediali. Il suo lavoro, che indaga le identità ibride contemporanee in dialogo con la corporeità e l’ambiente, è stato esposto a livello internazionale in istituzioni quali DAZ Digital Arts Zurich e Kunsthaus Zürich (2024), Space Heem a Busan (2024), Galerie Weisser Elefant a Berlino (2023), il 15° DMZ Documentary Film Festival (2023), TRAFO Center for Contemporary Art a Stettino (2022) e Art Center Nabi a Seoul (2021). È stata artista in residenza alla Cité Internationale des Arts di Parigi e vincitrice di In Situ 2024–2025, sostenuto dalla Fondation Daniel et Nina Carasso. Alumna del Goldrausch Künstlerinnenprojekt (2023), è stata selezionata per l’Emerging Visual Artist Support Program dell’Arts Council Korea (2024). Ha studiato alla Università delle Arti di Berlino (Meisterschülerin, 2021), alla Humboldt-Universität zu Berlin e alla Hongik University di Seoul (BFA, 2011).
Camilla Giaccio Darias (Italia/Cuba) è curatrice, scrittrice e ricercatrice indipendente. La sua ricerca si sviluppa tra performance studies, epistemologie femministe, neo-materialismi e pratiche decoloniali. Radicata nella sua eredità italocubana, indaga come la condizione diasporica possa destabilizzare i dualismi occidentali e rianimare prospettive ecologiche e transculturali in pratiche artistiche contemporanee. Dal 2025 è coordinatrice curatoriale ed editoriale della galleria Hembryo (Roma), estensione fisica del progetto Hyperobjects. I suoi recenti progetti curatoriali includono la performance Revelations of Divine Love di vxxii, Cityofbrokendolls, Meuko! Meuko!, la mostra Deep Time di Giuseppe Salis e l’installazione performativa Shelly Wound di Linda Lach e Sofia Naglieri. In passato ha collaborato con istituzioni e spazi come Short Theatre, MAXXI, studio GR*A, Alcova e galleriaotto. Nel 2023 ha curato la mostra The Perf.End in uno studio a Milano, coinvolgendo ventitré artisti emergenti. Ha conseguito lauree in Letteratura, Art Business, Studi e Politiche di Genere e Storia dell'rte contemporanea presso l'Università La Sapienza di Roma, l'Università RomaTre e il Sotheby's Institute of Art (Londra). I suoi testi sono apparsi su InsideArt, GRIOTmag, la Repubblica, Hyperobjects, Clearing Gallery (NY), The Armory Show (NY), Gratin Gallery (NY) e MAD54 Residency (NY).