Lettere da un collettivo. Tirana è la casa di tutti

La lettera numero 33 è indirizzata agli artisti e ai volontari che hanno condiviso con il collettivo ALAgroup i giorni dell’opening di Mediterranea 18 Young Artists Biennale, svoltasi a Tirana in primavera.

Cari artisti e cari volontari,
il termine “serendipità”, ovvero la scoperta di qualcosa di inaspettato che arriva mentre si è alla ricerca di qualcos’altro, ci sembra rispecchiare la nostra esperienza maturata a Mediterranea 18, di cui abbiamo curato la sezione Literary Creation con il sottotitolo The House of Commons – Micro Utopias Between Art and Education.
Affascinati dalla storia recente di un Paese che sta vivendo le contraddizioni di un “turbocapitalismo” radicato in un passato totalitario, abbiamo avuto modo di conoscere e collaborare con i giovani volontari e volontarie della Biennale, la nuova generazione albanese, che ricorda appena il volto del dittatore Enver Hoxha, ma che dimostra oggi la volontà di conquistare un posto centrale nel panorama europeo. Il loro sogno di aprire le porte alle novità e a tutto quello che non è stato ancora pensato può di certo entrare in conflitto con la voglia di essere fedeli alle proprie tradizioni e a un patriottismo che, tuttavia, desidera mostrare la parte migliore del Paese.

Literary Creation. Libr'aria. Mediterranea 18, Tirana 2017

Literary Creation. Libr’aria. Mediterranea 18, Tirana 2017

AUTENTICITÀ E VINCOLI

È nata così, nella città di Tirana, un’atmosfera di autentica creatività, con una partecipazione spontanea e calorosa agli eventi proposti da numerosi artisti: musiche, danze, spettacoli, visioni, letture. Sebbene il Mediterraneo nel suo complesso abbia saputo offrire, condensata nella settimana dell’opening, una visione utopica di vivace creatività, in cui le singole discipline e opere hanno dialogato e si sono mescolate in modo fluido e organico, non sono mancati però i fallimenti. Così è accaduto che un gruppo di artisti e musicisti egiziani non abbiano potuto prendere parte alla Biennale, impossibilitati a lasciare il loro Paese poiché costretti da quei vincoli al libero movimento che non permettono alle persone di viaggiare senza permessi, senza timbri e senza firme.
A loro, oltre che a tutti gli artisti, ai volontari e al personale albanese, e non, della Biennale, mandiamo il nostro saluto e il nostro ringraziamento per aver trasformato Tirana nella casa di tutti, in grado di ospitare uno sforzo di ricerca collettiva e di sostenere e arricchire il pensiero in tutti gli ambiti della ricerca.

ALAgroup

www.bjcem.org/mediterranea18/

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #38

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ALAgroup

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ALA Accademia Libera delle Arti è una piattaforma di educazione e arte contemporanea fondata nel 2012 che, proseguendo il lavoro iniziato nel 2010 con esterno22, elegge gli artisti come figure centrali del processo di apprendimento e insegnamento inteso come spazio…

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