L’arte della ceramica dipinta e le atmosfere verghiane: a Ragusa la mostra “Genti di Sicilia”

Appena inaugurata all’interno del Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla, la mostra a cura di Costantino D’Orazio svela al pubblico le statuine in terracotta dipinta della collezione Arezzo Donnafugata. Per scoprire storie e tradizioni di una Sicilia verace e ancora poco nota

C’è una Sicilia poco nota, tra i maestosi e appariscenti capolavori barocchi del versante orientale dell’Isola, che racconta storie di famiglie e di collezioni, di maestranze che, all’interno delle loro botteghe, hanno dato vita a espressioni artistiche che coniugano tradizione, perizia e creatività. Sono storie, queste, che raramente vengono raccontate nel circuito “mainstream” dell’arte, rimanendo in qualche modo di nicchia e lontane dai riflettori delle grandi mostre. Un’esposizione però, appena inaugurata a Ragusa Ibla – antico quartiere barocco di Ragusa – fa un viaggio à rebours e racconta, nei suggestivi spazi del Teatro Donnafugata, che con i suoi 100 posti è tra i teatri più piccoli d’Europa, sorgendo all’interno del Palazzo Arezzo Donnafugata: Genti di Sicilia. Opere dalla Bottega Bongiovanni Vaccaro a Palazzo Arezzo Donnafugata è il titolo della mostra a cura di Costantino D’Orazio che svela la collezione – custodita da oltre due secoli all’interno del palazzo – di statuine in terracotta dipinta realizzate nella seconda metà dell’Ottocento da Giacomo Vaccaro e dal nipote Giuseppe Bongiovanni Vaccaro, celebri “figurinai” di Caltagirone. 

A Ragusa la mostra Genti di Sicilia

A Ragusa la mostra Genti di Sicilia

LE “GENTI DI SICILIA” RAFFIGURATE DALLA BOTTEGA BONGIOVANNI 

Attraverso le statuine, emerge uno spaccato della storia e della cultura siciliane fatto di gesti quotidiani, di mestieri e di emozioni, magistralmente immortalati attraverso la terracotta da Giacomo Vaccaro e Giuseppe Bongiovanni Vaccaro nelle espressioni di mamme, contadini, calzolai e mendicanti. Un’atmosfera che ricorda i personaggi dei romanzi e delle novelle di Giovanni Verga e Luigi Capuana, di quel Verismo che raccontava tutte le contraddizioni socio-culturali della Sicilia dell’epoca, ma che nelle statuine della Collezione Arezzo Donnafugata assumono un’allure altra, vivace e a tratti esuberante. “La mostra si presenta come un’occasione straordinaria per studiare la storia e la tecnica dei Bongiovanni Vaccaro e dei figurinai di Caltagirone che nella seconda metà dell’Ottocento fotografano con grande acume e spirito d’osservazione scene di vita quotidiana caratterizzate da un’originale vivacità”, spiega Costantino D’Orazio. “Osservando i piccoli capolavori esposti, dai mendicanti ai calzolai, dalle mamme alle prese con i propri pargoli ai contadini impegnati con gli animali, fino ai borghesi di recente benessere, è chiaro che siano il frutto dell’osservazione diretta del popolo che frequenta le campagne, i mercati e le cerimonie religiose, ma la sagacia con cui i Bongiovanni Vaccaro sanno cogliere il momento, esaltare la stanchezza come l’euforia, soffiare sul fuoco della rabbia con un guizzo degli occhi o un aprire di braccia, non può limitarsi soltanto a uno sguardo acuto sul vero. C’è un profondo studio fisiognomico alle spalle”, sottolinea il curatore, “che risale ai grandi maestri Da Vinci, Raffaello, Michelangelo: non sono figure improvvisate né messe in posa, sono il frutto dello studio di stampe, testi e iconografie precise, a cui i figurinai hanno aggiunto un’attenzione certosina al dettaglio antropologico”. 

A Ragusa la mostra Genti di Sicilia

A Ragusa la mostra Genti di Sicilia

L’ARTE “POPOLARE” DELLA TERRACOTTA DIPINTA E LA COLLEZIONE AREZZO DONNAFUGATA

Quella dei “figurinai” è un’arte che, soprattutto nel corso dell’Ottocento, trova la sua massima espressione in Sicilia a Caltagirone, città in provincia di Catania che ancora oggi si contraddistingue per la produzione di ceramiche. È in questa temperie che trova spazio l’arte di Giacomo Vaccaro (e successivamente del nipote Giuseppe Bongiovanni Vaccaro) che, per quanto concerne la realizzazione delle caratteristiche “figurine”, ovvero le statuine fino a quel momento a tema prevalentemente sacro, “porta la vita quotidiana all’interno della scena religiosa, attraverso la fedele restituzione della naturalezza dei gesti e delle espressioni”, spiega lo storico dell’arte Valentina Bruschi nel testo in catalogo. “La vita vissuta diventa parte della scena sacra, lo scenario sociale in trasformazione, l’atteggiamento delle persone, i vestiti e i gesti comuni. Le figurine, alte circa 30 cm ed eseguite con notevole maestria, sono curate nei più minuti particolari; sono spesso colte in movimento, con volti e le mimiche della vita quotidiana di una società contadina”. Una tradizione e una collezione che, che fino all’8 luglio, verranno presentate al pubblico attraverso un suggestivo allestimento a cura dello studio Sciveres Guarini Associati, degli architetti Nunzio Sciveres e Federico Guarini.  “Per il Teatro Donnafugata è un onore grande proporre la mostra Genti di Sicilia, spiega Vicky DiQuattro che insieme alla sorella Costanza cura la direzione artistica del teatro ibleo, “soprattutto attraverso una formula di grande respiro e con il supporto di prestigiose collaborazioni. In un momento storico come quello che viviamo, si avverte la necessità di ‘partecipare’ e ‘ricordare’: pertanto diventa indispensabile, oltre all’attenzione consueta verso la tutela, valorizzare e rendere fruibile il patrimonio culturale nel convincimento che la conoscenza genera appartenenza e coinvolgimento”.

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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