Il sassolino nella scarpa. Qualcuno fermi Ai Weiwei. L’ultima trovata dell’ex artista è una foto in cui lui stesso scimmiotta la morte del piccolo Aylan Kurdi

La creatività non deve avere limiti, lo scriviamo anche noi un giorno sì e l’altro pure, stigmatizzando episodi di censura in ogni angolo del globo. Ma ciò che dovrebbe avere limiti è la sfida al buon gusto e alla sopportazione degli osservatori: e questi Ai Weiwei li ha superati ormai da molto. Complice probabilmente la […]

Ai Weiwei

La creatività non deve avere limiti, lo scriviamo anche noi un giorno sì e l’altro pure, stigmatizzando episodi di censura in ogni angolo del globo. Ma ciò che dovrebbe avere limiti è la sfida al buon gusto e alla sopportazione degli osservatori: e questi Ai Weiwei li ha superati ormai da molto. Complice probabilmente la violenza personale subita, e gli squilibri psichici che probabilmente questa ingenera, l’ormai ex geniale architetto/artista/comunicatore cinese si è infilato in un cunicolo sempre più buio nel quale la smania di stupire, l’autocompatimento e la ricerca di visibilità fine-a-sé-stessa hanno soppiantato la capacità di guardare al mondo con saggezza, con ironia, e di creare opere che incidano denunciando ed evocando, piuttosto che raccontare e provocare.
Era accaduto a Venezia, quando con uno stucchevole colpo di scena inviò sua madre a rappresentarlo a un’inaugurazione, per rimarcare davanti al mondo impietosito la “durezza” della sua detenzione. Ora accade – e ben più gravemente – con l’agghiacciante immagine che vedete sopra: forse pensando a una genialata capace di sollevare l’attenzione sul problema dei profughi, l’ormai irrecuperabile ex genio ha scelto di scimmiottare la tragedia della morte del bambino Aylan Kurdi sulle coste turche. Un’immagine che gettò nella disperazione tutto il mondo quando circolò viralmente per i social: e che avrebbe dovuto essere risparmiata da questa stupida e irresponsabile strumentalizzazione. A pochi mesi dalla restituzione del passaporto ad Ai Weiwei, la misura delle sue incontrollate speculazioni pare gia ampiamente colma: di questo passo, a breve salirà il grido corale “riprendetevelo”!

– Massimo Mattioli

 

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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