Live dalla Triennale Design di Milano. Da Studio Mumbai ad Atelier Bow-Wow, all’HangarBicocca l’architettura come arte in 14 percorsi

Ci siamo: parte il fitto tour della XXI Triennale Esposizione Internazionale 2016, titolo 21st Century. Design After Design. Evento attesissimo, che si spalma in pressoché tutte le più importanti sedi espositive di Milano: e che noi vi raccontiamo live nelle diverse tappe, con ampio corredo di immagini. Iniziamo dallo spazio Shed di Pirelli HangarBicocca, dove […]

Ci siamo: parte il fitto tour della XXI Triennale Esposizione Internazionale 2016, titolo 21st Century. Design After Design. Evento attesissimo, che si spalma in pressoché tutte le più importanti sedi espositive di Milano: e che noi vi raccontiamo live nelle diverse tappe, con ampio corredo di immagini. Iniziamo dallo spazio Shed di Pirelli HangarBicocca, dove l’ideazione di Pierluigi Nicolin e la curatela di Nina Bassoli hanno dato vita ad un percorso costellato di ambienti, di mondi fisici, materici e percettivi. Un sentiero dal titolo Architecture as Art. Se i quattrodici protagonisti invitati sono stati scelti per ricreare installazioni atte a favorire attraversamenti strutturati, da parte del pubblico e dei diversi percorsi di visita, Nicolin e Bassoli hanno costituito un camminamento che si snoda anche al di fuori di Hangar Bicocca, a partire dai reticolati botanici che circondano la scultura di Melotti.

UN ATLANTE DELLE NUOVE RESPONSABILITÀ DELL’ARCHITETTURA
L’intento è quello di creare una sorta di atlante destinato a illustrare i temi e i soggetti che descrivono le nuove responsabilità dell’architettura del XXI secolo, attraverso le intersezioni che sovrappongono l’arte all’architettura, creando, o facendo rinascere anche il senso di un Design che si proietti oltre sé stesso, così come suggerisce il titolo della XXI Triennale. A Michel Desvigne, Catherine Mosbach, Studio Mumbai, Rural Urban Framework, El Equipo de Mazzanti, Amateur Architecture Studio, Atelier Bow-Wow, Rural Studio, Josep Llinás Carmona, João Luís Carrilho da Graça, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Lacaton & Vassal, Studio Albori, nArchitects è stato chiesto di trovare il corrispettivo architettonico ad alcune voci di un possibile dizionario, come Portico, Entrance, Rehabilitation, Roof, Shelter, Pavilion, elegantemente segnati a terra all’ingresso di ciascuna installazione.

UNO SPAZIO PUBBLICO ATTIVO E PARTECIPATO
La mostra presenta quattordici campioni di architettura al vero, disposti in una sorta di dispositivo spaziale che, messo in atto, evita quindi di rimediare all’assenza dell’architettura reale con surrogati come disegni, testi, foto o modelli e, al contrario, induce i visitatori a guardare l’architettura con uno sguardo diverso, agevolando la scoperta della sua artisticità peculiare. Un esempio su tutti è l’installazione di Atelier Bow-Wow, caratterizzata dall’assemblaggio di due progetti: l’uno di Morris e l’altro di Shinohara, allestita nell’angolo più estremo dello Shed. Una sorta di castello di carte monumentale che fa convivere la fessurazione di Uncompleted House di Kazuo Shinonahara del 1970 (strettoia costellata di spazzolini da denti), con la carta da parati esterna, un noto motivo floreale (Willow Boughs), un progetto di William Morris del 1887. Ciascuno degli esempi di architettura, sono da intendere come grimaldelli per esprimere dei pensieri architettonici riguardo ai nuovi paradigmi, come ad esempio la nuova idea di spazio pubblico attivo e partecipato, il nuovo paradigma ecologico o lo sconfinamento dell’architettura nella disciplina paesaggistica.

Ginevra Bria

Fino al 12 settembre 2016
Architecture as Art,
Hangar Bicocca
Via Chiese 2
www.hangarbicocca.org

 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

Scopri di più