“Je suis Ahmed”. Lo street artist C215 ricorda la strage di Charlie Hebdo con stencil dedicati al poliziotto Ahmed e al direttore della rivista Charb: ecco le immagini

Lo scorso martedì 5 gennaio a Parigi si è svolta una cerimonia di commemorazione per ricordare le vittime della strage compiuta il 7 gennaio 2015 dai fratelli terroristi Saïd e Chérif Kouachi. Alla presenza del presidente francese, François Hollande, del sindaco di Parigi, Anne Hildalgo, e del premier Manuel Valls, è stata mostrata una targa […]

Lo scorso martedì 5 gennaio a Parigi si è svolta una cerimonia di commemorazione per ricordare le vittime della strage compiuta il 7 gennaio 2015 dai fratelli terroristi Saïd e Chérif Kouachi. Alla presenza del presidente francese, François Hollande, del sindaco di Parigi, Anne Hildalgo, e del premier Manuel Valls, è stata mostrata una targa sulla quale sono incisi i nomi degli 11 tra vignettisti, giornalisti e addetti ella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, che hanno perso la vita. Poco dopo, il corteo si è spostato di cento metri, sul luogo dove gli attentatori in fuga aprirono il fuoco e uccisero il poliziotto Ahmed Merabel, uno dei primi ad essere accorso sul luogo dell’attentato. “Vittima del terrorismo nell’adempimento del suo dovere”, si legge in un’altra targa commemorativa svelata, sul boulevard Richard Lenoir, tra le lacrime della mamma della vittima.

VIVA LA DIVERSITÀ, VIVA LA LAICITÀ, VIVA LA TOLLERANZA
Gli occhi lucidi, però, non possono non notare un altro omaggio, meno ufficiale, ma pieno di colori, apparso lì accanto il giorno prima: su una centralina per l’elettricità, lo street artist francese C215 ha realizzato un doppio ritratto del poliziotto aggiungendo la scritta “Je suis Ahmed”. Il blu, il bianco e il rosso, che richiamano la bandiera francese, sono i colori scelti per realizzare il lavoro. Christian Guémy, questo il vero nome dell’artista, ha scritto sulla sua pagina Facebook che l’opera è stata realizzata su richiesta dei colleghi della stazione di polizia dell’11° arrondissement, della sua famiglia e degli amici; gli stessi che si sono riuniti spontaneamente lunedì mentre lo street artist, con il suo tipico stile e con l’utilizzo di bombolette spray, portava alla luce i lineamenti fieri ed eterni di Ahmed. È stata la sorella del 41enne poliziotto a passare le foto che C215 ha trasformato in stencil: l’artista non ha nascosto l’emozione per aver dipinto dinanzi ai suoi cari, ma anche per il forte valore simbolico che rappresenta per la Francia. Ahmed Merabet, musulmano, è la risposta a chi critica l’immigrazione e l’integrazione. Sempre su Facebook Christian afferma: “Viva la diversità, viva la laicità, viva la tolleranza”.

“PREFERISCO MORIRE IN PIEDI CHE VIVERE IN GINOCCHIO”
C215 è consapevole del carattere effimero dei suoi lavori: come tutte le opere di street art soggette alle intemperie e allo scorrere del tempo, anche i ritratti di Ahmed sbiadiranno, scoloriranno e pian piano scompariranno. Per questo ha voluto realizzare una copia su una tavola di legno che ha donato personalmente alla madre del poliziotto, e un’altra per la stazione di polizia. Ma Guémy ha voluto ricordare anche Stéphane Charbonnier, noto come Charb, direttore di Charlie Hebdo. C215 alle prime luci dell’alba del 6 gennaio ha realizzato uno stencil con il volto sorridente del giornalista in rue Nicolas Appert, luogo della precedente sede del giornale satirico. Sotto, una frase pronunciata da Charb nel 2012 dopo che l’anno precedente la sede era stata bruciata: “Non ho paura delle rappresaglie. Non ho figli, non ho una moglie, non ho un’auto, non ho debiti. Forse potrà suonare un po’ pomposo, ma preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio”.

– Vanni Sgobba

 

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Vanni Sgobba

Vanni Sgobba

Vanni Sgobba, giornalista professionista, nato a Bari ma con il cuore a Berlino. Laureato in Lettere ha poi frequentato il Master in giornalismo. Seguace di Keith Haring, di Jean-Michel Basquiat e del graffitismo, racconta l’attualità e le contraddizioni della società…

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