La Galleria Continua si monta la testa. Non condivide una decisione del ministro della cultura francese e scrive una lettera aperta per tirarle le orecchie. In difesa di Nicolas Bourriaud

“Eh no, su Bourriaud non si può”. Il refrain preso a prestito da un noto Carosello degli anni Settanta torna a proposito per introdurre la lettera a sostegno di Nicolas Bourriaud, licenziato – come commentavamo nei giorni scorsi – dalla guida dell’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. “Signora Ministro della Cultura, la esorto a riconsiderare […]

“Eh no, su Bourriaud non si può”. Il refrain preso a prestito da un noto Carosello degli anni Settanta torna a proposito per introdurre la lettera a sostegno di Nicolas Bourriaud, licenziato – come commentavamo nei giorni scorsi – dalla guida dell’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. “Signora Ministro della Cultura, la esorto a riconsiderare la decisione…”: toni abituali nella dialettica politica, magari diplomatica, ma che colpiscono quando a usarli è una galleria d’arte! Oddio, non che si tratti di una galleria qualsiasi: parliamo della Continua di San Gimignano, che per prestigio globale e credibilità ha ormai raggiunto la dignità “istituzionale”…
Cosa chiedono dunque Lorenzo Fiaschi, Mario Cristiani e Maurizio Rigillo al Ministro della Cultura francese Fleur Pellerin? Dopo aver ricordato il recente incontro a L’Avana, avvenuto lo scorso 11 maggio, si dicono stupiti dell’allontanamento di “un uomo come Nicolas Bourriaud, che incarna in tutto il mondo quanto di innovativo e di più alto livello la Francia offre sul piano intellettuale. Un punto di riferimento della cultura contemporanea mondiale, con un immenso talento nel capire e scoprire le scene emergenti della creatività”.
Poi l’affondo, che rivendica un ruolo che non può essere tenuto all’oscuro: “Noi abbiamo il diritto di conoscere le reali motivazioni, perché qui si parla della direzione di una delle più grandi istituzioni artistiche, la cultura, l’istruzione e il suo futuro in Francia e nel mondo”. Ora tutti sono in attesa: cosa risponderà la ministra?

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Redazione

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