Venezia Updates. Il trend dei padiglioni nazionali ai Giardini nella Biennale 2015? Intervenire sull’architettura del padiglione stesso

Se quest’anno c’è un trend facilmente individuabile nei padiglioni nazionali ai Giardini della Biennale, è l’intervento più o meno strutturale sull’edificio. E così succede che, nel caso della Grecia, Maria Papadimitriou ricostruisca in maniera filologica un emporio-laboratorio all’interno dei volumi del padiglione; che il Canada (opera di BGL) faccia lo stesso con un dépanneur, ma […]

Se quest’anno c’è un trend facilmente individuabile nei padiglioni nazionali ai Giardini della Biennale, è l’intervento più o meno strutturale sull’edificio. E così succede che, nel caso della Grecia, Maria Papadimitriou ricostruisca in maniera filologica un emporio-laboratorio all’interno dei volumi del padiglione; che il Canada (opera di BGL) faccia lo stesso con un dépanneur, ma estendendo la cubatura dell’edificio; e poi la Svizzera, che lascia in gran parte vuota la propria struttura, tranne poi – colpa di Pamela Rosenkranz – creare una enorme piscina composta da metilene, elastan, silicone e visorb. Optano per interventi meno strutturali ma di sicuro impatto Israele e Russia, che intervengono sui muri esterni: rispettivamente con Tsibi Geva, che copre pareti e vetrate esterne con decine di copertoni d’automobili, e con Irina Nakhova, che ritinteggia il padiglione russo dell’originale colore verde (per la cronaca: di rosso l’aveva dipinto Ilya Kabokov nel 1993). Tornando agli interventi più impattanti, per allestire la collettiva Fabrik la Germania ha costruito un piano nobile che semplicemente non esisteva e che non esisterà più alla fine della Biennale d’arte: come s’è montato, si smonterà. Etereo l’approccio di Heimo Zobernig a casa Austria: basta una nuova pavimentazione, l’intervento di un paesaggista e la rimozione di un muro e una costruzione fortemente connotata si trasforma in un esemplare di razionalismo. E infine l’Australia: qui c’è poco da parafrasare, perché l’edificio è nuovo di zecca, su progetto dello studio Denton Corner Marshall di Melbourne. Rampa d’accesso in acciaio, vigorosi volumi neri, aggetto importante sul rio del Giardini: una visione inedita nell’ambito dei Giardini.

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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