Un museo nello studio di Carlo Mattioli. Parma prepara il suo omaggio al grande artista: con un programma di mostre, una nuova fondazione e una monografia

È sempre stato un luogo segreto, accessibile solo alla nipote ed eccezionalmente agli amici più stretti, quegli intellettuali che tanta parte hanno avuto nella costruzione di una cultura del Novecento, a Parma e non solo. Dal 20 marzo l’atelier di Carlo Mattioli aprirà le sue porte al pubblico, svelando il luogo del suo lavoro, i […]

È sempre stato un luogo segreto, accessibile solo alla nipote ed eccezionalmente agli amici più stretti, quegli intellettuali che tanta parte hanno avuto nella costruzione di una cultura del Novecento, a Parma e non solo. Dal 20 marzo l’atelier di Carlo Mattioli aprirà le sue porte al pubblico, svelando il luogo del suo lavoro, i libri che consultava, le opere mai uscite dallo studio, accanto ai dipinti più noti. Sono passati vent’anni dalla scomparsa dell’artista: due decenni durante i quali l’archivio a lui dedicato ha proceduto alla catalogazione del notevole patrimonio documentario e soprattutto ricostruito un percorso artistico completo – dopo le consistenti donazioni fatte dal pittore quand’era in vita alle istituzioni culturali pubbliche di Parma – anche mediante vigili acquisizioni di opere “indispensabili” sul mercato. Un attento lavoro portato avanti dagli eredi che ha permesso di tutelare e valorizzare l’opera di Mattioli in Italia e non solo, tramite importanti mostre tra le quali, ad esempio, quella allestita nel 2011 presso il Braccio di Carlo Magno in Vaticano.
Lo studio in cui Mattioli lavorò a partire dagli anni ’60 del Novecento è situato all’interno di uno storico palazzo di Parma che fu dell’architetto ducale farnesiano Smeraldo Smeraldi, ed è stato allestito con un minimo intervento di sistemazione: per il resto tutto è rimasto com’era al momento della scomparsa del pittore, perché “si deve ancora sentire la sua presenza”, dichiara la nipote Anna. Ecco allora i dipinti, finiti e non, appoggiati alle pareti, le vecchie fotografie, l’immancabile giacca “da pittore” e tutti i “ferri del mestiere”, dai pennelli ai barattoli, dai cavalletti alle tavolozze. A brevissimo, come è stato annunciato, si costituirà la Fondazione Carlo Mattioli, mentre è già in produzione un’esaustiva monografia a cura di Luca Massimo Barbero e si sta pensando a un programma di attività che spazieranno dalle esposizioni temporanee a piccoli concerti, in modo che lo studio diventi un luogo di racconto sul Novecento e di incontro e confronto aperto a tutte le arti.

Marta Santacatterina

 

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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