VeryBello! tutto il flop in 10 punti. Presentato il sito che elencherà gli eventi culturali durante Expo. E che ci farà di nuovo far ridere dietro dal mondo

Mentre scriviamo sono già tre minuti che attendiamo l’apertura del sito. Niente. E’ apparso il titolo e nulla più. La clessidra gira. Ehggià, perché il problema di VeryBello, il sito che il ministro Franceschini ha presentato assieme al ministro Martina e che dovrebbe accompagnare Expo2015 dal punto di vista degli eventi culturali in tutta italia, […]

Mentre scriviamo sono già tre minuti che attendiamo l’apertura del sito. Niente. E’ apparso il titolo e nulla più. La clessidra gira. Ehggià, perché il problema di VeryBello, il sito che il ministro Franceschini ha presentato assieme al ministro Martina e che dovrebbe accompagnare Expo2015 dal punto di vista degli eventi culturali in tutta italia, non è solo il nome ridicolo. Il sito non funziona. I server sembrano essere chissà dove. Il nuovo sito istituzionale italiano, innanzitutto, non ha retto il carico neppure del giorno di presentazione – benché sabato – ed è andato in tilt immediatamente.
Sono passati sette minuti. Niente. Diamo un reload. “Internal Server Error”. Il server è down. Su Twitter l’hashtag #verybello è primissimo incontrastato: mezza Italia deride il progetto. E per fortuna a farla da padrone è l’ironia e non la rabbia per i 5 milioni (speriamo che la cifra venga smentita) che a quanto pare lo Stato Italiano ha speso per questo sito calendario. Eh già perché in questo periodo storico l’Italia conta i musei che chiudono, altro che elencare gli eventi e le mostre: le mostre purtroppo in molti spazi non si riescono a fare più. Anche perché le risorse finiscono in siti istituzionali improbabili (e ancora stiamo pagando il megaflop di Italia.it). Mentre VeryBello è ancora in catalessi ci siamo concentrati nel selezionare alcuni tra i tweet più autorevoli che ne hanno parlato in queste ore e abbiamo abbozzato qua sotto la lista di problemi che il sito presenta. Inutile dire che con poche – molto poche – decine di migliaia di euro avremmo potuto fare un elenco degli eventi artistici in Italia più funzionante di questo. Anzi, lo facciamo da anni ed è disponibile a tutti da sempre.

1. LENTEZZA E NAVIGABILITA’
Esasperante. Perché presentare un sito se i server non sono a posto? Il blocco della giornata inaugurale significa non aver fatto un briciolo di test. Chi ha deciso di mettere in ridicolo il Ministero dei Beni Culturali in questa maniera? In realtà la lentezza è solo uno dei problemi: il sito è pieno di bug, è poco navigabile, manca di requisiti minimi, funziona poco bene da mobile.

2. NOME
A proposito di ridicolo. Ma qui si va oltre il ridicolo. VeryBello!. Cosa è? Un detersivo da discount? Un preservativo? Una soap opera dell’est europeo? Aggiungete voi cose a caso e tutto sarà più adeguato che un sito culturale e di servizio. Qui, invece di fare un servizio ai milioni (?) di turisti che visiteranno l’Italia durante Expo, si scimmiotta semmai il loro modo di parlare. Non ha senso! Solo una richiesta: il nome e il cognome del copy che ha scelto un nome simile. E del funzionario che ha detto “okkay”.

3. SELEZIONE DEGLI EVENTI
Una selezione fatta non si sa come, non si sa da chi. Chi si occupa della redazione? La società Lolaetlabora che ha sviluppato il sito e che risulta proprietaria del dominio? Oppure personale interno al ministero? La selezione appare ovviamente discutibile. Non ci sono, ad esempio, eventi organizzati da privati anche quando questi sono fondazioni. Non c’è nulla per quanto riguarda le gallerie d’arte.

4. LINGUE
Presto il sito dovrebbe essere anche in inglese, ma per il debutto si è pensato di presentarlo solo in italiano. Che senso ha visto che si rivolge ad un evento internazionale di portata planetaria come Expo? Non si poteva aspettare di essere pronti con la parte traduzioni per presentarlo?

5. COSTI
Cinque milioni? Lo abbiamo detto già sopra: speriamo di leggere presto delle grandi smentite. Cinque milioni per un sito che sarà online sei mesi sono semplicemente non commentabili.

6. APP
VeryBello risulta privo di app. E nessun comunicato cita la futura realizzazione di un’app a supporto del sito.

7. TESTI E CONTENUTI
Vi basti questa idiozia, contenuta nella scheda della Biennale di Venezia: “La più antica esposizione d’arte, nata nel 1895 per declinare in chiave culturale il successo delle esposizioni universali dell’epoca, continua a promuovere nella sede storica dei Giardini e nei nuovi spazi dell’Arsenale le tendenze più attuali dell’arte contemporanea“. Nuovi spazi dell’Arsenale? Ma la Biennale utilizza quegli spazi da più di vent’anni, non è affatto una novità.

8. STRATEGIE DI PROMOZIONE
Così recita il sito del Ministero: “Il banner di VeryBello è stato inviato a più di tremila siti che si occupano di cultura e turismo e potrà essere utilizzato liberamente. La piattaforma VeryBello può essere ospitata sul web. Tutti coloro che linkeranno il banner di VeryBello potranno inviare la segnalazione dell’avvenuta pubblicazione all’indirizzo email [email protected] e saranno inseriti nella pagina degli amici di VeryBello del sito del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo“. Che significa più o meno: spendo 5 milioni per realizzare una piattaforma web, ma poi non ho un centesimo per promuoverla e vi chiedo pubblicità gratis!

9. SOCIAL
VeryBello non risulta avere una pagina Facebook. Su Twitter, benché non pubblicizzata durante la presentazione, una presenza c’è, con un profilo che in queste ore sta accumulando follower ma che risulta fermo. Neppure un tweet di benvenuto. Su Instagram? Per ora solo 9 seguaci, ma anche qui niente post.

10. GAFFES
Il brand del sito appoggia su un’Italia notturna illuminata dalle luci delle città. Quest’Italia è tagliata sulla parte bassa e non esiste un pezzo di Calabria oltre a mancare tutta la Sicilia. Dal sud già si sono levate, ovviamente, le prime proteste.

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