Milano come “laboratorio del moderno”. Alla Triennale Cino Zucchi racconta il suo Padiglione Italia alla Biennale di Architettura, ed i rapporti con la città: ecco le immagini…

Come si “innesta” Milano nel tema Absorbing Modernity 1914 – 2014, proposto da Rem Koolhaas ai Padiglioni nazionali della sua Biennale di Architettura di Venezia 2014? Cino Zucchi, curatore del Padiglione Italia, ha presentato la città come esempio di “laboratorio del moderno” per la sua mostra Innesti/Grafting, e ne ha parlato il 21 maggio in […]

Come si “innesta” Milano nel tema Absorbing Modernity 1914 – 2014, proposto da Rem Koolhaas ai Padiglioni nazionali della sua Biennale di Architettura di Venezia 2014? Cino Zucchi, curatore del Padiglione Italia, ha presentato la città come esempio di “laboratorio del moderno” per la sua mostra Innesti/Grafting, e ne ha parlato il 21 maggio in Triennale nell’incontro Innesti: Milano, laboratorio del moderno, con Ada Lucia De Cesaris, Vicesindaco del Comune di Milano, Michele Serra e Fulvio Irace. Secondo Zucchi – protagonista di una lunga intervista sul numero 19 di Artribune Magazine, appena uscito, a cura di Zaira Magliozzi – l’innesto è “un atto violento, tentativo di forte modernizzazione, e non un adeguamento formale“. La ricerca svolta dal curatore mostra numerosi esempi di famosi innesti italiani, affrontati nell’ottica della loro relazione con lo spazio urbano circostante e da loro generato, nonché con le preesistenze su cui intervengono (Zucchi cita tra gli altri la Ca’ Granda di Filarete con l’intervento di Grassi, la “Fetta di Polenta” di Antonelli a Torino, l’edificio per abitazioni e uffici in Via Catena a Milano di Caccia Dominioni).
Il progetto del padiglione si struttura come una passeggiata attraverso il paesaggio metropolitano che perde densità man mano che si avanza, fino a condurre allo “spazio urbano condiviso“. Entrando si viene risucchiati dal portale metallico, “l’archimbuto”, verso una foresta di pareti che si aprono in sommità citando la Galleria dell’Architettura di Gae Aulenti a La Triennale. La riflessione su Milano-laboratorio del moderno prosegue negli interventi di Studio Azzurro, che anima con videoproiezioni un grande plastico della città, e nelle visioni degli architetti invitati ad ipotizzare come sarà nel 2030 il sito dell’Expo2015, e come si innesterà nel tessuto urbano. Nella seconda sala il racconto si dirada come un paesaggio, che si apre verso il Cortile delle Vergini accogliendo il visitatore con una sinuosa panca metallica. L’hortus conclusus come luogo dello stare. Una mostra, quindi, che invita a leggere ogni modernizzazione come generatrice di nuova linfa per lo spazio urbano che occupa e per la funzione a cui deve rispondere…

– Flavia Chiavaroli

http://www.labiennale.org/it/architettura/mostra/
http://www.innesti-grafting.it

 

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Flavia ChiavarolI

Flavia ChiavarolI

Architetto, exhibition designer e critico freelance. Osservatrice attenta e grande appassionata di architettura ed arte moderna e contemporanea riporta la sua esperienza nell’organizzazione di workshop, collabora con artisti e fotografi e aggiornando i principali social network. Dal 2012 si occupa…

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