YAP 2014, al MoMA Ps1 vince lo studio The Living. A New York quest’estate sorgerà una torre biotech ottenuta con scarti agricoli

Arrivano dalla terra e, dopo l’estate, torneranno alla terra: sono i mattoni di Hy-Fi, la torre temporanea con cui lo studio The Living si è aggiudicato lo Young Architects Program 2014 nella Grande Mela. Giunto alla XV edizione, YAP è il concorso rivolto agli architetti emergenti e destinato all’ideazione di strutture innovative ospitate, per brevi […]

Arrivano dalla terra e, dopo l’estate, torneranno alla terra: sono i mattoni di Hy-Fi, la torre temporanea con cui lo studio The Living si è aggiudicato lo Young Architects Program 2014 nella Grande Mela. Giunto alla XV edizione, YAP è il concorso rivolto agli architetti emergenti e destinato all’ideazione di strutture innovative ospitate, per brevi periodi, a ridosso delle principali istituzioni internazionali di arte contemporanea, come il Maxxi a Roma, il MoMA Ps1 a New York, il Constructo a Santiago del Cile e, dallo scorso anno, anche Istanbul Modern.
David Benjamin, anima del team The Living, realtà fortemente indirizzata verso la progettazione di spazi pubblici e attiva sul fronte dell’interaction design e dell’impiego di nuove tecnologie, ha superato la concorrenza degli altri finalisti (Collective-LOK, Lamas, Pita + Bloom e Fake Industries Architectural Agonism) con un intervento capace di “reinventare il più elementare prodotto dell’edilizia, il mattone”, come ha sottolineato Pedro Gadanho, curatore del MoMA. E in effetti a colpire in Hy-Fi, più della sua volumetria, è l’impiego del cosiddetto “mattone biotech”, il risultato di una ricerca condotta dai progettisti in associazione con la società Ecovative. Al 100% organico e ottenuto a partire da una combinazione di elementi provenienti dalle lavorazioni agricole, tra cui gli stocchi di mais e altri scarto altrimenti non utilizzabili , questo materiale costituirà la base e l’ossatura di Hy-Fi, assumendo, solo nella parte terminale, una finitura riflettente.
Variazioni di luce si creeranno negli spazi interni attraverso gli intervalli lasciati liberi nello sviluppo in altezza della torra; all’esterno il rivestimento a specchio creerà invece riflessi ed effetti che vorrebbero inserire, nonostante la minore altezza, anche questa torre nello skyline di New York City. Sfruttando l’effetto camino, un microclima fresco renderà piacevole la permanenza all’interno di Hy-Fi e offrirà una risposta ad una delle richieste del concorso: dare vita ad un luogo di richiamo e stimolante, ma soprattutto di essere identificabile come piacevole e meritevole di essere ricordato per l’innovazione delle soluzioni proposte.

– Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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