Biennale Updates: Photissima inaugura a Mestre, ma più che una fiera sembra una fotografia su scenari di ieri e di oggi. C’è la vecchia scuola dei Roiter e dei Berengo Gardin, ma pure le nuove leve uscite dai banchi dell’Accademia.

Delle due l’una: o hanno avuto una visione di coraggio illuminato oppure sono semplicemente e irrimediabilmente pazzi. Chiunque pensi di scalettare un evento d’arte nei giorni dell’inaugurazione della Biennale deve essere tipo da amare il rischio, si chiami pure Francesco Vezzoli e tiri in ballo persino la corazzata Maxxi. Figuriamoci a quanto schizzerebbero le quote […]

Delle due l’una: o hanno avuto una visione di coraggio illuminato oppure sono semplicemente e irrimediabilmente pazzi. Chiunque pensi di scalettare un evento d’arte nei giorni dell’inaugurazione della Biennale deve essere tipo da amare il rischio, si chiami pure Francesco Vezzoli e tiri in ballo persino la corazzata Maxxi. Figuriamoci a quanto schizzerebbero le quote di ipotetici bookmakers nell’immaginare una fiera di fotografia, in quel di Mestre, che apre i battenti in concomitanza con l’opening di Giardini e Arsenale. L’all-in porta il nome di Photissima, che occupa gli spazi di VEGA, Parco Scientifico e Tecnologico che sta appena arrivati in terraferma: una trentina gli espositori, a proporre e condividere visioni varie e variegate. Trattasi di fiera, quindi in teoria ci sarebbe da badare al business: sarà l’atmosfera biennalesca, ma ecco una serie di presenze che vagolano tra il museale e l’idea di prospettiva. Dall’archivio storico del premiato Circolo “La Gondola” arrivano gli inevitabili Fulvio Roiter e Gianni Berengo Gardin, ma anche i meno scontati Sergio Del Pero, Gino Bolognini e Paolo Monti, per una breve ma ricca carrellata su una scuola locale che ha saputo proporre con la propria ricetta neorealista coni ottici di consolidata raffinatezza. Guardando ai giorni nostri non può non suscitare curiosità lo spazio riservato ai ragazzi che orbitano attorno all’Accademia: supereffettati i tableaux apocalittici di Pietro Mingotti, che veste di perversione il rapporto tra uomo e nuove tecnologie; di contro risultano ammantate di tenerissima empatia le macro con cui Elizabeth Von Bismarck inquadra angoli di pura, verginea e pascoliana intimità. Tra le gallerie ecco Sabrina Raffaghello con le manipolazioni digitali di Christian Zanotto e la Rizzi – Ritter di Milano con i paesaggi impossibili di Aqua Aura: frullati in una pregevole unità si amalgamano fiordi norvegesi e lande desolate, vette andine e nebbie lagunari.

– Francesco Sala


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Francesco Sala è nato un mesetto dopo la vittoria dei mondiali. Quelli fichi contro la Germania: non quelli ai rigori contro la Francia. Lo ha fatto (nascere) a Voghera, il che lo rende compaesano di Alberto Arbasino, del papà di…

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