Sapresti falsificare un Gerhard Richter? Jerry Saltz è disposto a comprarne uno, a patto che sia identico all’originale. E il pagamento, volendo, è anche in natura…

L’appello è stato lanciato qualche giorno fa dalla sua seguitissima pagina Facebook. Jerry Saltz, il critico d’arte più famoso e ammirato del mondo – ha al suo attivo persino tre candidature al premio Pulitzer – ha deciso che vuole mettersi in casa un quadro di Gerhard Richter, ma non potendo permettersi di acquistarne uno vero, […]

L’appello è stato lanciato qualche giorno fa dalla sua seguitissima pagina Facebook. Jerry Saltz, il critico d’arte più famoso e ammirato del mondo – ha al suo attivo persino tre candidature al premio Pulitzer – ha deciso che vuole mettersi in casa un quadro di Gerhard Richter, ma non potendo permettersi di acquistarne uno vero, ha lanciato un appello affinché qualcuno gli realizzi una copia “in tutto e per tutto indistinguibile dall’originale”. Il critico del New York Magazine, in questo periodo anche giudice del reality show The Work of Art, offre in cambio mille dollari più le spese (materiali, colori) oppure, in alternativa, “per chi preferisce il sesso ai soldi”, una prestazione sessuale (“you get a bj or a female equivalent”, ossia sesso orale).
Ma chi sarà a stabilire la validità della copia in questione? Non sono stati fatti ancora dei nomi, ma si parla di un non meglio precisato “curatore di un grande museo di New York”, che dovrà praticamente essere ingannato dalla copia, tanto dovrà essere perfetta. Tra i tanti aspiranti falsari, spicca anche il nome di un artista che delle “copie” ha fatto il centro della sua carriera. Stiamo parlando dell’americano Eric Doeringer, famoso per le sue versioni in miniatura di capolavori contemporanei (i “Bootleg”). Lavori che spesso vende direttamente al pubblico allestendo un banchetto di fronte ai maggiori musei. Doeringer, che ha già realizzato un finto Richter, ma di dimensioni molto ridotte, si è dimostrato disponibile a tentare l’impresa.
Saltz intanto, assiste divertito alla girandola di reazioni scatenate dalla sua provocazione. E spiega così la sua iniziativa in un secondo post, sempre su Facebook: “La mia offerta nasce dal desiderio di poter guardare una cosa che assomiglia a un’altra una cosa che amo. Il piacere è un’importante forma di conoscenza. Chissà cosa ne pensa Roberta Smith, sua moglie, anche lei critico d’arte, ma per le colonne del New York Times

– Valentina Tanni

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Valentina Tanni è storica dell’arte, curatrice e docente; la sua ricerca è incentrata sul rapporto tra arte e tecnologia, con particolare attenzione alle culture del web. Insegna Digital Art al Politecnico di Milano e Culture Digitali alla Naba – Nuova…

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