Arte come rivelazione. La collezione Agrati in mostra a Milano

Da Melotti a Burri, da Fontana a Schifano, da Piero Manzoni a Jannis Kounellis. Ma ci sono anche gli americani Warhol, Rauschenberg e Kosuth. Alle Gallerie d'Italia va in mostra la straordinaria collezione di Luigi e Peppino Agrati, per la prima volta esposta al pubblico

Una mostra racconta la storia di una straordinaria collezione privata, mostrandola per la prima volta al pubblico. Fino al 19 agosto 2018, negli spazi delle Gallerie d’Italia a Piazza Scala, è aperta Arte come rivelazione. Dalla collezione Luigi e Peppino Agrati, un progetto espositivo curato da Luca Massimo Barbero che presenta una selezione di opere della raccolta di Luigi e Peppino Agrati, generosamente donata da Luigi Agrati a Intesa Sanpaolo.
Da un primo grande nucleo di sculture di Fausto Melotti, che fa perno all’esposizione, ad alcuni capolavori di Lucio Fontana, Alberto Burri, Yves Klein e Piero Manzoni, il percorso approfondisce la pittura di “nuova figurazione” italiana, con opere, tra gli altri, di Jannis Kounellis e Mario Schifano, per arrivare alle radici della nascente Arte Povera, esemplificate dalle ricerche di Piero Gilardi, Luciano Fabro, Mario Merz e Giulio Paolini.

DALL’ITALIA AGLI STATES

Luigi e Peppino Agrati, grazie alla curiosità tipica del loro essere imprenditori e a una non comune capacità di approfondimento, hanno costruito una collezione che rappresenta le molteplicità di interessi del loro modo di vivere l’arte contemporanea. La scoperta dell’arte americana, approfondita in parallelo allo sviluppo di rapporti negli Stati Uniti, corrisponde all’acquisto di opere dei principali esponenti sia della corrente Pop – ne è icona Andy Warhol e il suo monumentale Triple Elvis– sia delle tendenze minimali, di cui è emblematico il grande neon di Dan Flavin dedicato a Peppino Agrati. In una sorta di costellazione plurima, accanto all’arte italiana entrano così nella raccolta le straordinarie opere di Robert Rauschenberg, collezionato ampiamente dalla fine degli anni sessanta agli anni ottanta, di Cy Twombly, originale mediatore tra cultura d’oltreoceano e cultura italiana, e di artisti concettuali come Bruce Nauman e Joseph Kosuth, le cui ricerche sul linguaggio sono messe in dialogo con quelle di Alighiero Boetti e Vincenzo Agnetti.

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Redazione

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