Quando l’opera rinasce. Gianni Politi alla Nomas Foundation

Nomas Foundation, Roma – fino al 23 ottobre 2015. In mostra, le recenti produzioni di Gianni Politi. Opere che dal basso del pavimento risalgono lentamente in un processo di composizione artistica che non dimentica di guardare alla grande tradizione.

LE FONTI DI UN ARTISTA
Da cosa traggono ispirazione gli artisti? È una domanda tra le più comuni quando pensiamo all’origine di un’opera d’arte.
Contrariamente a chi fa della risposta un mistero che non può essere svelato, Gianni Politi (Roma, 1986) la esplicita nelle sue opere. Un primo indizio è fornito dalla datazione che rimane sempre in bilico tra gli anni, dal 2009 al 2015. In realtà, le diciassette grandi tele che trovano ampio respiro all’interno della Nomas Foundation provengono da scarti, “brandelli” di tele dipinte, frammenti carichi di biasimo, sentimento che possiamo ipotizzare provi un artista nel momento in cui si accorge di non aver raggiunto l’obiettivo.
Volendo essere meno tragici e più vicini alla vivacità e all’ironia di Politi, si tratta di tele lavorate, vissute, abbandonate che sono state poi riaccolte e riaccostate su altre superfici.

UNA STRANA AUDIOGUIDA
Gianni segue le impronte lasciate sulla tela e prova a inseguirle per trovare il fantasma della pittura”, commenta la voce di Giuseppe Gallo che, con Enzo Cucchi, funge da virtuale presenza che accompagna il visitatore nel percorso in mostra attraverso un audio registrato.
Sono lavori “ricchi di informazioni importanti”, ha dichiarato l’artista, dove, aggiunge Gallo, “Gianni evita lezioni morali e politiche”.

Gianni Politi, Mountaintop Waterdrop, installation view

Gianni Politi, Mountaintop Waterdrop, installation view

GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI
Al mistero che si era appena svelato, ne sopraggiunge un altro che sta all’osservatore scoprire. Per farlo, è necessario ricercare sulla tela il vissuto che hanno guadagnato questi frammenti nel tempo. Sono presenze che hanno raccolto polveri, pennellate sporche di colore ma che ora sono tornate a una nuova vita. E la riacquistano anche davanti agli occhi dell’artista, che le eleva a opere compiute, una transizione dal limbo al girone degli eletti.
In questo passaggio, però, la dimensione pittorica sembra essere interrogata da Politi nel momento in cui, sovrapponendo i brandelli, acquisisce una processualità differente: quella del collage. Tuttavia, guardando la pratica artistica e il risultato finale dei lavori, le tele si rispecchiano nell’estetica della tradizione astratta americana degli anni Cinquanta.

TITOLI E FRAMMENTI
Questi collage di tele, infine, sono stati rinominati tutti per amplificare la loro potenza narrativa con titoli che, se a volte vogliono accennare a storie “altre”, in altri casi deviano da qualsiasi possibile e plausibile significato o riferimento.
Mountaintop Waterdrop è l’enigmatico titolo di una mostra che racconta la rinascita di questi frammenti, i quali grazie al gesto dell’artista, si caricano di un’aura in cui è ancor più forte il principio dell’autorialità.

Claudia Fiasca

Roma // fino al 23 ottobre 2015
Gianni Politi – Mountaintop Waterdrop
NOMAS FOUNDATION
Viale Somalia 33
06 86398381
[email protected]
www.nomasfoundation.com

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/45350/gianni-politi-mountaintop-waterdrop/

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Claudia Fiasca

Claudia Fiasca

Nata nel 1988, vive a Roma. Si laurea nel 2011 in Storia dell’arte con una tesi in Arte Contemporanea e consegue nello stesso anno un master in Estetica e Comunicazione museale. Attualmente sta approfondendo i suoi studi frequentando il corso…

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