Mendes da Rocha. La tecnica è immaginazione

Triennale, Milano - fino al 31 agosto 2014. Tra sezioni, disegni, schizzi, documenti, plastici, fotografie, video e allestimenti in fibrocemento, si sviluppa un percorso molto esteso dedicato ai principali progetti dell’esponente della Scuola Paulista. Una mostra fitta, tecnica e a tratti troppo lineare.

Quando si entra, si attraversa o si permane in uno spazio disegnato da Paulo Mendes da Rocha (Vitória, Brasile, 1928), un luogo di cui non si ha mai avuto esperienza diretta, si viene inevitabilmente segnati. La solennità sovrastante degli spazi, la sovrumana nitidezza del gesto architettonico e la monumentale rivelazione dell’interiorità di una struttura incontrastata vengono sottoposti alle sollecitazioni devastanti di un tessuto urbano che a sua volta subisce le condizioni delle forze di natura. A San Paolo, tanto nei progetti di residenze private quanto all’interno dei suoi musei, il gesto architettonico permane nell’abbandono dell’esternazione di uno spazio inevitabilmente sottratto al paesaggio, a favore della rivelazione di un’intimità compositiva che deve rimanere rigorosamente di pubblico dominio.
In Triennale a Milano, Tecnica e Immaginazione si prefigge l’obiettivo di mostrare l’opera dell’architetto brasiliano attraverso disegni, schizzi, elaborati, video, modelli e foto, d’epoca o appositamente realizzate. Il percorso si focalizza su alcune evoluzioni della carriera dell’architetto, esponendo, tra le sue opere più importanti e dibattute, il museo brasiliano di scultura, il Padiglione di Osaka, il portico nella Praça do Patriarca e Casa Millan, entrambi a San Paolo; senza dimenticare di mostrare progetti che lo hanno reso famoso a livello internazionale, soprattutto nel 2001 (quando vinse il Premio Mies van der Rohe per l’America Latina con il progetto di ristrutturazione della Pinacoteca dello Stato di San Paolo) portandolo ad arrivare, nel 2006, al Pritzker Prize.

Paulo Mendes da Rocha in mostra alla Triennale di Milano

Paulo Mendes da Rocha in mostra alla Triennale di Milano

Attraverso le numerosissime tavole (esposte al di sotto di rivestimenti plastici, tanto a muro quanto orizzontalmente, su piani espositivi di fibrocemento), disegni originali di progetti (da considerare con particolare attenzione le tavole del progetto presentato al concorso per la costruzione del Centre Pompidou), si esplorano strutturalmente le linee compositive di Mendes da Rocha. Da sempre ispirato dal linguaggio modernista di João Batista Vilanova Artigas, massivo ma allo stesso tempo frugale, geometrico sebbene votato all’apertura alle inclusioni sociali, rivolto a un’estetica non umana ma dell’umanità, l’architetto di Vitória, in Triennale, però non emerge. Nonostante il tratto dei molti disegni allestiti sia affiancato da una serie di plastici, alcuni dei quali prodotti con semplici fogli da stampa o da fotocopie, da decine di fotografie e da alcuni video, il taglio unico delle linee non materializza i volumi e li rende difficilmente percepibili, non permettendo di addentrarsi nei volumi, talvolta utopici, delle sue visioni.

Ginevra Bria

Milano // fino al 31 agosto 2014
Paulo Mendes da Rocha – Tecnica e immaginazione
a cura di Daniele Pisani
TRIENNALE DI MILANO
Viale Alemagna 6
02 72434
www.triennale.org

 

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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