La famiglia. Un film di Bernardino Luini

Palazzo Reale, Milano - fino al 10 luglio 2014. Più di duecento opere, la Scapiliata di Leonardo e un allestimento visionario: una mostra grandiosa e impossibile da riassumere, molto diversa da quelle cui siamo abituati da vent'anni e più. Una mostra aperta, per le domande che lascia e i percorsi che propone.

Si può lavorare per anni, coinvolgere l’università, la soprintendenza, il Comune, musei stranieri e prestigiose collezioni private, portare un Leonardo in mostra, affidare l’allestimento a Piero Lissoni, il tutto facendo una mostra scientificamente solida ma accessibile anche al grande pubblico?
Si può montare una macchia espositiva che porti Bernardino Luini, un tempo considerato il “Raffaello di Lombardia”, e oggi noto ai più forse solo per l’omonimia con i filanti panzerotti di via Santa Radegonda, fin dentro il Novecento, senza ricorrere agli ammiccanti potpourri di classico e moderno cui ci ha abituati la pratica espositiva degli ultimi anni? Si può, cioè, interrogarsi sulle intermittenze della fortuna di un pittore malinteso, attraverso un geniale allestimento in cui colti richiami a Paolini si intersecano a scatolette di latta e alle serigrafie di Milton Glaser, che richiamano i tempi delle spericolate sperimentazioni di Franco Russoli a Brera? Si può inserire una mostra in un contesto? Quello delle sale, dove la povertà corrosa del ferro delle luci e dei pannelli funziona sempre meglio con i soffitti scrostati, man mano che ci si avvicina allo sfasciato memento bellico della Sala delle Cariatidi. Ma, grazie agli Itinerari, anche quello, geografico, dell’illustre tradizione lombarda di arti e lettere. Si può, infine, provare a chiedere alla gente uno sforzo, una curiosità di fronte all’ignoto o al poco-noto?

Bernardino Luini, Scherno di cam - 1514-1515 Pinacoteca di Brera, Milano

Bernardino Luini, Scherno di cam – 1514-1515 Pinacoteca di Brera, Milano

Queste sono solo alcune delle sfide raccolte dall’immensa mostra a cura di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa su Bernardino Luini e i suoi figli: un titolo semplice, che rilegge quasi come una saga familiare otto-novecentesca la storia di un verduraio diventato pittore, e dei suoi figli, meno dotati, che vivono la contraddizione di una generazione che, schiacciata e contemporaneamente salvata dai propri padri, deve trovare la propria strada in un mondo che sembra cambiare troppo velocemente. Da giovane, un master in Veneto, andando sempre a trovare il “nonno” Foppa, l’intellettuale Bramantino e il maestro Bergognone; il confronto con la meteora di Leonardo, passata due volte su Milano; l’amicizia con Zenale e tanti altri; tener testa all’export romano di Raffaello e Michelangelo e alle esigenze del mercato; metter su famiglia e bottega sopravvivendo ai rivolgimenti politici, brevettare una formula, invecchiare con successo, lasciare tutto ai figli: tappe di una vita, di un uomo che deve inserirsi nel mondo, in modi diversi a seconda dell’età.
Una mostra, quindi, che parla agli studiosi e a chi fa altri mestieri, dai ruggenti vent’anni a quando la parabola della vita già punta verso il basso.
Se il mondo, o l’Italia, stia cambiando troppo velocemente per tutto questo è la domanda che la mostra pone, con coraggiosa insistenza.

Giulio Dalvit

Milano // fino al 10 luglio 2014
Bernardino Luini e i suoi figli
a cura di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa
PALAZZO REALE
Piazza del Duomo 12
02 54914
www.mostraluini.it


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Giulio Dalvit

Giulio Dalvit

Nato nel 1991 a Milano, ha studiato Lettere e si è laureato in Storia dell’arte moderna alla Statale di Milano. Ha collaborato anche con alcuni artisti alla realizzazione di mostre milanesi tra Palazzo Reale, il Museo del 900 e Palazzo…

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