Icastica 2013. Arezzo e la sua prima biennale

Diretta, immediata, icastica è l’arte che il curatore della biennale d’arte di Arezzo, Fabio Migliorati, ha selezionato per la prima edizione della rassegna (fino al 1° settembre). Una scelta funzionale sia al pubblico aretino, poco avvezzo al contemporaneo, sia all’esigenza, diffusa, di capire il significato di quel che si vede, subito o quasi. Basta insomma con i concettualismi, i titoli enigmatici, le azioni indecifrabili.

Protagoniste della prima biennale di Arezzo sono le “glocal women”, donne che agiscono globalmente esportando la cultura che appartiene loro e più in generale la femminilità che, nonostante il variare delle latitudini, trova tracce simili ed esigenze uguali. Le sedi sono più di una ventina, come anche le artiste invitate, tra cui Marina Abramovic, Kiki Smith, Yoko Ono, Tania Bruguera, Yin Xiuzhen, Shirin Neshat, Alicia Martin. Tre premi sono stati assegnati ai lavori di Raeda Sa’adeh, Monali Meher e Kaarina Kaikkonen da una giuria composta da esperti del contemporaneo e del patrimonio storico-artistico locale.
Come tutte le prime edizioni, tirare una somma e una linea che caratterizzi la biennale aretina, come ammette lo stesso curatore, è prematuro, anche perché si tratta di un esperimento che intende valutare anche il riscontro del pubblico locale. Si conserveranno nel tempo la ricerca di icasticità e il dialogo tra passato e presente, indispensabile quando si parla di arte in Italia, come dichiara il sindaco Fanfani e come aggiunge l’assessore Macrì: “Le radici vanno vitalizzate”.

Alicia Martin, Vortice, 2010

Alicia Martin, Vortice, 2010

L’intento funziona meglio in certi luoghi che in altri, anche perché spesso le necessità espositive delle opere d’arte contemporanea incontrano un forte limite nelle necessità conservative dei musei italiani. Vecchio problema, questo, che angoscia curatori di tutto il mondo intenti ad allestire dialoghi tra bizzarrie contemporanee e conservatorismo nazionale – talvolta poco motivato – delle nostre istituzioni. A volte invece le cose funzionano, come quando l’abilità di Migliorati si esprime nelle chiese di San Francesco e San Domenico, dove le opere di Heike Weber e Mona Hatoum sono  dirompenti nei temi, ma presentate in punta di piedi, con una capacità di scuotere il fruitore pur convivendo con certi meccanismi italiani di censura culturale e cultuale.
Funzionano anche le installazioni in città della Kaikkonen e della Martin. Nessun azzardo, niente di mai visto per chi segue il contemporaneo, ma un bel modo per riapprezzare l’arte del passato e del presente con un taglio un po’ meno elitario del solito, interessante sia per profani e neofiti che per addetti ai lavori. La selezione artistica è coerente ma talvolta troppo prudente, debole la mostra nell’unica sede deputata, la Galleria Comunale. Il riscontro è comunque molto positivo, tanti i buoni propositi per il futuro a cui vale comunque la pena di dare piena fiducia.

Federica Forti

Arezzo // fino al 1° settembre 2013
Icastica 2013 – Glocal Women
a cura di Fabio Migliorati
0575 3775008
[email protected]
www.icastica.it

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