Milano virtuale: la piattaforma dedicata al design lanciata da Dezeen

Mentre il mondo del design cerca di sopravvivere all’emergenza coronavirus sperimentando nuovi modi di comunicare, e di capire se entro giugno saremo usciti dalla crisi, la rivista britannica prova ad “accaparrarsi” il Salone con una nuova piattaforma digitale e un programma di eventi in streaming annunciati proprio per aprile.

E se la design week di aprile si facesse comunque, ma in forma virtuale? La proposta – o forse dovremmo definirla provocazione – arriva dalla rivista online Dezeen, tra le più autorevoli a livello mondiale nei settori dell’architettura e del design, che annuncia la creazione di una piattaforma digitale dedicata. Virtual Milan, questo il nome, dovrebbe accogliere durante cinque giornate, dal 20 al 24 aprile (il Salone del Mobile si sarebbe dovuto svolgere dal 21 al 26 ma la settimana del design sarebbe cominciata in ogni caso il 20, con il tradizionale press day), un programma di talk, interviste ai designer e lanci di nuovi prodotti, tutto in streaming. 

LA MILANO VIRTUALE

Lo slittamento del Salone del Mobile alla seconda metà di giugno, annunciato nelle scorse settimane in seguito all’emergenza Coronavirus (si vocifera peraltro un ulteriore rinvio), aveva lasciato alle aziende alle prese con un dilemma: rinviare a giugno la presentazione in anteprima dei nuovi prodotti, alla preparazione dei quali nella maggior parte dei casi sono stati dedicati molti mesi se non la maggior parte dell’anno, oppure sperimentare nuovi canali? La seconda soluzione è stata tentata, per esempio, in un settore affine a quello del design, da Giorgio Armani, che durante la fashion week da poco conclusa ha fatto sfilare la collezione autunno-inverno 2020-2021 della sua maison a porte chiuse ma in diretta streaming. In questo periodo, poi, un po’ tutto il settore del design ha dovuto dar prova di creatività cercando di funzionare – e di comunicare sé stesso – in modi diversi da quelli standard. Così, per esempio, giornalisti e divulgatori provano a fare il loro mestiere in maniera creativa attraverso i loro canali social, con clip video e altre iniziative, mentre alcune riviste cartacee sfruttano la tecnologia per realizzare degli shooting “virtuali” in 3D che non richiedono lo spostamento di persone e prodotti.

LE REAZIONI NEL SISTEMA-DESIGN

Negli ultimi giorni, la situazione in Italia è diventata ancora più difficile con l’allargamento delle restrizioni di movimento a tutto il territorio, mentre i contagi da Covid19 aumentano anche negli altri paesi e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato di pandemia. Fiere e manifestazioni di varia natura sono state cancellate in tutto il mondo, o riprogrammate in autunno. Per questo, rimane una grande incertezza sulla possibilità o meno di tornare a muoversi liberamente tra un paese e l’altro, e tra un continente e l’altro, e a gestire eventi complessi che prevedono la presenza in contemporanea di molte persone nel breve o medio periodo. L’iniziativa avrà successo? Riuscirà a conquistare le aziende? Per il momento non lo sappiamo, anche se Dezeen assicura di avere già il sostegno di diversi brand. Di sicuro, però, sarebbe una design week privata del suo ingrediente fondamentale (nome a parte): la città di Milano, con la sua storia e la sua formidabile capacità di catalizzare energie attorno al progetto. Da più parti si registrano già reazioni che vanno dallo stupore al fastidio, per quella che viene vista come un’operazione commerciale spregiudicata, che approfitta del momento di massima debolezza del design italiano – e di tutto il nostro paese – per sottrargli linfa vitale, o addirittura un nuovo tentativo britannico di mettere una bandiera diversa dal tricolore sul Salone, dopo aver cercato per anni di potenziare, per esempio, la design week londinese per portarla a rivaleggiare con la nostra. La giornalista Laura Traldi ha raccolto sul suo blog Designatlarge le voci di diversi operatori del settore, e di molti dei coordinatori dei distretti del Fuorisalone, che fanno notare in particolare la mancata ricerca di collaborazione con le realtà che lavorano sul territorio e auspicano la ricerca di altri percorsi condivisi da tutti. Il sistema pare avere gli anticorpi, insomma, volendo usare una metafora adatta al clima che stiamo vivendo, e la proposta di Dezeen molto probabilmente non rimarrà l’unica.

-Giulia Marani 

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Giulia Marani

Giulia Marani

Giornalista pubblicista, vive a Milano. Scrive per riviste italiane e straniere e si occupa della promozione di progetti editoriali e culturali. Dopo la laurea in Comunicazione alla Statale di Milano si specializza in editoria a Paris X-Nanterre. La passione per…

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