Fondazioni d’arte accorrete! L’antico Palazzo dello Sport di Milano (ristrutturato) va in asta

Attualmente di proprietà del Comune di Milano, questo simbolo del liberty recentemente rimesso a nuovo andrà all’asta con una base di partenza di oltre 14 milioni di euro. La destinazione d’uso dovrà riguardare la cultura e lo spettacolo.

La storia dell’ex Padiglione 3 della Fiera di Milano, nato come il primo Palazzo dello sport della città, inizia quasi cento anni fa. Oggi collocato nel modernissimo quartiere di CityLife – con affaccio su Piazza IV Febbraio – di proprietà del Comune di Milano, è stato recentemente restaurato con un intervento mirato a mantenere intatta la struttura liberty che lo caratterizza. L’investimento, a carico della società Citylife spa, è costato complessivamente 6 milioni. Ora il Comune lo mette in asta, ma l’edificio rimane sottoposto a vincoli di carattere storico da parte della Soprintendenza. La quale ha indicato le attività di interesse pubblico per l’immobile: culturali, espositive o sportive, anche se una piccola parte della superficie (di non oltre 2.550 metri quadrati) potrà essere destinata a finalità commerciali, anche per sollecitare gli investimenti. L’obiettivo resta quello di trasformare lo storico Palazzo dello Sport in un centro vitale per la città, in grado di attirare anche un pubblico di caratura internazionale. Ambizioso. Per questo, gli organizzatori si auspicano anche l’offerta di fondazioni e grandi istituti culturali. Se le aspettative saranno disattese o meno, si saprà solo dopo il metà dicembre, a seguito dell’apertura delle buste.

PALAZZO DELLO SPORT DI MILANO: IL RESTAURO

L’edificio nasce nel 1923 su disegno dell’architetto Paolo Vietti Violi, per ospitare grandi manifestazioni sportive. Nel corso degli anni è stato utilizzato come padiglione espositivo della Fiera Campionaria di Milano prima che si spostasse a Rho e anche come luogo di spettacoli. L’esempio più eclatante è stato nel 1946 quando, a seguito dei bombardamenti che avevano gravemente danneggiato la città, ospitò la prima stagione estiva del Teatro della Scala. La struttura, di 20 mila metri quadrati, è disposta su quattro livelli ed è caratterizzata da una cupola ellittica alta 32 metri. Affacciata sul Parco di Citylife si trova la Kunsthalle, mentre il coronamento esterno è occupato da un giardino pensile con padiglioni destinati a ristorante, ludoteca e area incontri. Il restauro conservativo, a cura dello Studio Nicolin di Milano (già ideatore del Padiglione Italia all’Expo del 2015) ha messo in risalto le diverse facciate del palazzo originario, con particolare attenzione agli elementi decorativi di tardo gusto Art nouveau.

INTERVENTO DI RICONVERSIONE E RECUPERO ‘EX PADIGLIONE 3’ DELLA FIERA DI MILANO photocredits Studio Nicolin

INTERVENTO DI RICONVERSIONE E RECUPERO ‘EX PADIGLIONE 3’ DELLA FIERA DI MILANO photocredits Studio Nicolin

PALAZZO DELLO SPORT DI MILANO: PARTECIPARE ALL’ASTA

Come fare per accaparrarsi l’ambito palazzo all’incanto? I partecipanti dovranno presentare l’offerta economica in busta chiusa entro le 12 del 16 dicembre 2019. Non si scenderà sotto la base d’asta di 14,2 milioni di euro; saranno quindi prese in considerazione le offerte che superano questa cifra. Successivamente, il 18 dicembre, si procederà all’asta pubblica, partendo dall’offerta più alta con rilanci non inferiori a 200 mila euro ogni tre minuti. “La vendita dell’ex Padiglione 3 della Fiera è un altro passaggio rilevante del percorso per la valorizzazione del patrimonio immobiliare per finanziare interventi sul territorio della città ed in particolar modo le periferie”, spiega Roberto Tasca, assessore al Demanio. “La strada della vendita attraverso l’asta pubblica è il modo più corretto e trasparente di stimolare il mercato, rispettare le regole della concorrenza e allo stesso tempo valorizzare economicamente un bene, garantendo un mix di funzioni di interesse pubblico, salvaguardando i volumi e le strutture originarie e rilanciando uno spazio simbolico per la città”. Il Comune in effetti prende due piccioni con una fava: riqualifica un altro pezzo di città in quello che ormai è un nuovo centro e incassa soldi da investire nelle aree più in difficoltà.

-Giulia Ronchi

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

Scopri di più