Freespace: Caccia Dominioni nell’installazione di Cino Zucchi alla Biennale Architettura

Fra i 71 partecipanti selezionati per la 16. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, anche Cino Zucchi, che esamina l’opera del progettista milanese scomparso nel 2016.

Fino al 25 novembre, Freespace porterà con sé, nel Padiglione Centrale ai Giardini, anche l’installazione/mostra progettata da CZA-Cino Zucchi Architetti: un’occasione per una serie di letture tematiche del lavoro dell’architetto milanese Luigi Caccia Dominioni (1913-2016). Il suo complesso edilizio multifunzionale in Corso Italia (1957-64), costruito in un quartiere pesantemente colpito dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, dispiega una complessa narrazione spaziale dalla scala della città a quella del materiale e del dettaglio. Il volume guarda a questa realtà a molte facce attraverso documenti originali dall’Archivio LCD, un nuovo servizio fotografico di Cino Zucchi, e ricostruzioni tridimensionali appositamente realizzate. Anche attraverso un volume, edito da Corraini, dal titolo Everyday Wonders, Luigi Caccia Dominioni and Milano: the Corso Italia complex, i saggi di Cino Zucchi e Orsina Simona Pierini leggono questo “capolavoro silenzioso” sullo sfondo del rapporto tra Caccia Dominioni e la sua città. Soffermandosi sul suo peculiare approccio progettuale e mostrando la sua rilevanza nel pensiero architettonico contemporaneo.

TRADIZIONE E CONTINUITÀ

Il lavoro di Luigi Caccia Dominioni viene esaminato in termini di “tradizione” e “continuità”, due valori che hanno caratterizzato il dibattito architettonico italiano del secondo dopoguerra. Ma la coscienza che un’architettura vada osservata nelle sue complesse relazioni con il proprio intorno geografico e culturale non ha tuttavia mai inibito in Caccia l’azione dell’altra e più profonda anima del suo lavoro: una straordinaria capacità di invenzione spaziale e figurativa, a partire da un vincolo tecnico, da una preesistenza ingombrante, da un materiale, dal confronto con la personalità forte di un cliente. “Tra le opere di Luigi Caccia Dominioni” – spiega Cino Zucchi ad Artribune – “il complesso edilizio di Corso Italia (1957-64) appare la sintesi perfetta tra invenzione e rapporto con la struttura urbana circostante del nucleo antico di Milano ferito dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. […] Obbedienza alla ‘regola’ e sperimentazione formale, unitarietà della composizione e narratività dei dettagli, rigore e poesia trovano in quest’opera di Caccia un equilibrio inimitabile. La lettura qui operata attraverso documenti e disegni originali, modelli interpretativi e fotografie realizzate per l’occasione prende la forma di un piano-sequenza ininterrotto che passa dalla scala della città a quella dei materiali e degli interni, e che mette in evidenza il particolare concetto di ‘urbanità’ che dall’opera si irradia al contesto allargato nello spazio e nel tempo”.

-Ginevra Bria

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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