Il Piano della Puglia per la cultura. Intervista a Francesco Cascino

La Puglia sta elaborando un Piano Strategico Generale per la Cultura, che promette una serie di novità sul fronte del dialogo tra cultura, impresa e popolazione locale. Ne abbiamo parlato con uno degli ideatori.

Originario di Matera, classe 1965, Francesco Cascino è tra i fautori del Piano che, nell’arco dei prossimi mesi, accenderà i riflettori, nazionali e non solo, sulla Puglia. L’obiettivo? Riempire di contenuti le cinque parole alla base del Piano Strategico: prodotto, impresa, innovazione, identità, lavoro. Coinvolgendo attivamente gli abitanti nel rinnovato dialogo fra cultura e vita quotidiana.

Di cosa parliamo quando parliamo di un Piano Strategico Generale per la Cultura?
Il Piano strategico per la Cultura in Puglia è cominciato a novembre 2016, quando è nato l’acronimo PIIIL (Prodotto Impresa Innovazione Identità Lavoro) per rendere correttamente l’idea che arte e cultura non solo generano economia diretta ma entrano nei processi produttivi, progettuali, amministrativi, artigianali, urbanistici e strategici in genere, e favoriscono o alimentano lo sviluppo globale e intersettoriale. A me hanno affidato la sezione P di Prodotto, cioè l’analisi dell’esistente in termini di teatro, danza, musica, arte visiva, cinema, letteratura e tutte le altre discipline per poi arrivare a proporre azioni legislative, organizzative, procedurali e soprattutto di ideazione, progettazione e produzione che possano sviluppare ed evolvere la già importante industria culturale pugliese e portarla nel mondo del lavoro, fuori da musei e luoghi sacri dell’arte. Così hanno fatto gli altri colleghi del gruppo di lavoro (I-Impresa e I-Innovazione affidate a Guido Guerzoni, I-Identità affidata a Alessandro Leogrande e L-Lavoro affidata a Michele Trimarchi).

Come vi siete organizzati?
Ci hanno dato sei giovani assistenti per ogni gruppo di lavoro, che noi abbiamo chiamato Conduttori, scelti tra dottorandi delle università pugliesi e mondo del lavoro giovanile; figure che poi si sono rivelate vitali per comprendere prima l’esistente e poi le potenzialità sottotraccia presenti in questa regione davvero unica al mondo. Abbiamo incontrato circa 500 imprenditori pugliesi tra operatori culturali e imprenditori di varia natura, ci siamo fatti dire da loro quali fossero i colli di bottiglia e quali le loro proposte, poi le abbiamo elaborate tutti insieme per mesi, quasi ogni settimana, con approccio integrato e multidisciplinare, parola che per noi è addirittura obsoleta visto che la cultura è il motore di tutte le cose e non vive di vita propria. L’Assessore alla Cultura Loredana Capone, il Direttore del Dipartimento Turismo, Cultura e Sviluppo Territoriale Aldo Patruno e il Coordinatore del PIIIL, Paolo Ponzio, hanno costantemente partecipato ad alcune o a tutte le sessioni di lavoro per prendere visione diretta e aiutarci a comprendere l’onnipresente “non scritto” di ogni fenomeno complesso.

Highlights PiiiL 2016

Highlights PiiiL 2016

A che punto siete?
Il Piano è in fase di definizione finale e contiene riflessioni, analisi e proposte su azioni, progetti, leggi, procedure, luoghi, visioni, settori produttivi, aree geografiche a forte componente di degrado e tutto quello che il Presidente Emiliano ci ha dato come obiettivi strategici: sviluppare la cultura come strumento di lotta al degrado, creazione di lavoro e crescita per i pugliesi, prima di tutto, e con questo alimentare l’attrazione di viaggiatori e investitori da fuori.

Davvero si tratta di un approccio operativo inedito in Italia?
Per quel che ne so io, sì. Non siamo stati disturbati neanche un attimo da segnalazioni partitiche, per esempio, né da politica e amministrazione pubblica per favorire questo o quello. E già questo è un miracolo italiano… Soprattutto il Presidente Emiliano ha capito che il legame tra cultura e politica è vitale e nessun Paese evoluto può farne a meno. Quando chiude la cultura iniziano la decadenza e le dittature. E senza idee si fa solo ordinaria amministrazione, oltre a non lasciare alcuna traccia di sé…

Si tratta invece di una modalità adottata da altre istituzioni locali in Europa?
Certo. In Germania ci sono diversi casi in cui le istituzioni governano insieme a curatori e artisti e non più solo come consulenti ma come delegati alle politiche di sviluppo territoriale, educazione ambientale fatta con l’arte e non con le parole, industria e commercio, educazione e urbanistica.

Entriamo nel dettaglio, come avete lavorato? Quale è il metodo alla base? E quali sono, in questo metodo, le parti più innovative adottate rispetto al passato?
Nessun metodo stabilito a priori se non quello dell’arte stessa: dipingere l’esistente, farsi dire da chi vive in Puglia quali fossero le sue visioni (e non sempre abbiamo usato le parole ma anche strumenti di dialogo visivo che rivelano profondità ben superiori), elaborare le informazioni sempre tutti insieme, Esperti e Conduttori, ridipingere ipotesi di intervento e far passare dei giorni di decantazione. Poi ritrovarsi e ricominciare a immaginare.

Highlights PiiiL 2016

Highlights PiiiL 2016

Quanto conta e che ruolo gioca la partecipazione? Con quali strategie la avete resa realmente protagonista e non ancillare?
La partecipazione è nel DNA di Emiliano, Capone e Patruno. Su quello che succederà dopo non garantisco ma su quello che è successo prima, come ho già detto, il coinvolgimento diretto del territorio è stato impostato in maniera perfetta. Gli incontri con gli imprenditori, a volte aperti al pubblico, durati tutto il mese di novembre, dicembre e gennaio, sono stati organizzati in modo capillare e aperto. Tutti hanno parlato, tutti hanno potuto esprimere le loro idee. Tutti, nessuno escluso, compresa parte della popolazione invitata. L’unica condizione, posta dall’Assessore e da me richiamata ogni volta, è che si parli per favorire la collettività e non i problemi personali… E questo è stato vincente.

A proposito di Europa, quanto c’entrano i Fondi Europei nella progettualità che andrete a inserire nel quadro?
Molta parte dei fondi arriva da FESR e altri strumenti europei, compresi quelli sulla formazione perché, come ho scritto nel Piano, la produzione culturale è formazione e necessita di formazione, ma è una domanda da fare alle istituzioni.

Il Piano sembra molto orientato, finalmente, a mettere a fianco il concetto di cultura con quello di impresa. In che modo, concretamente?
Concretamente non posso “svelare” i contenuti. Posso dire che, da esperto di questa materia, insieme ai miei giovani Conduttori e ai colleghi, abbiamo scritto progetti generali che riportano la produzione delle idee al centro dei processi aziendali, e la produzione delle idee passa sempre e solo da dispositivi visivo relazionali attivati dagli artisti… Ci sono azioni proposte che passano dal sistema delle masserie fino a quello dei quartieri più poveri dove la creatività è molto più alta della media ma nessuno ci va mai, nessuno dialoga con gli esclusi. Noi abbiamo proposto di rimetterli al centro della vita pubblica, dei Bandi di finanziamento e delle politiche culturali, sia per ovvi e sinceri motivi etici, sia perché hanno milioni di idee geniali che non vengono riconosciute. Le categorie devono morire una volta per tutte.

Highlights PiiiL 2016

Highlights PiiiL 2016

Tra i punti cardine del Piano c’è quello dei contenuti, da produrre per riempire i “contenitori”. A quali contenitori ci si riferisce soprattutto?
I contenitori sono i grandi attrattori (brutta parola…), cioè castelli templari e cattedrali, monumenti di ogni tipo e luoghi sacrali, ma anche le masserie pugliesi, il sistema delle dune costiere, i parchi archeologici dove esistono anche olivi millenari, la Daunia, la Murgia, l’Alto e il Basso Salento, luoghi di una magia assoluta che in Puglia sono stati protetti all’ennesima potenza ma che, al tempo stesso, sono visitabili senza troppi problemi. Perché le istituzioni qui non vogliono musealizzare la vita del passato, e fanno benissimo. Quindi i contenitori non sono più solo quelli classici, ma vedremo quali si aggiungeranno in corso d’opera.

Alla fine del Piano, diciamo a regime, quale dovrebbe essere il ruolo immaginato della Puglia nello scacchiere italiano e non solo italiano?
Innanzitutto potrebbe essere un modello altissimo e mondiale di deformattazione delle categorie obsolete del Novecento. Politica, arte, cultura, impresa, artigianato, commercio e casalinghe uniti nella lotta per la felicità interna lorda… Poi, a regime, potrebbe diventare The Place to Be, il luogo dove andare per imparare sé stessi, il mondo e il futuro senza per questo dividere l’apprendimento in vita quotidiana e fruizione culturale, facendo tornare questi due elementi a quello che sono: la linfa vitale.

Quali sono gli ambiti – sempre restando dentro al recinto del mondo della cultura in cui la Puglia già oggi eccelle e quali sono invece i punti di debolezza?
I punti di forza sono il cinema, la musica e il teatro di ricerca. Gli anelli deboli sono l’arte visiva, la letteratura e la danza ma, ripeto, solo in termini museali, non di espressione spontanea quotidiana. Con il Piano si risolverà tutto.

Fondazione Museo Pino Pascali. AdriaWealth, settembre 2016

Fondazione Museo Pino Pascali. AdriaWealth, settembre 2016

Cosa prevede il Piano nello specifico di quello che riguarda l’arte visiva e l’arte contemporanea in particolare?
Fatto salvo il Museo Pascali, fiore all’occhiello su formazione e ricerca di nuovi talenti, la Puglia non ha musei di arte contemporanea. Il Piano prevede la soluzione a questo problema ma non in termini standard. Non abbiamo proposto nuovi musei ma… lo scoprirete presto.

Il Piano Cultura della Puglia è un “oggetto” di filiazione regionale. Quale è stato dunque il rapporto che, nello scriverlo, avete avuto e state avendo con le amministrazioni comunali a partire dal Comune di Bari e altri comuni di grandi città pugliesi?
Il dialogo vero e proprio con i Comuni deve ancora cominciare. Il Direttore Patruno sta imbastendo la rete operativa perché questo avvenga e noi, insieme ad alcuni artisti, gli stiamo dando una mano per farlo con i metodi dell’arte, cioè andando a lavorare sulle profondità dell’inconscio e non sulla superficialità della sfera cognitiva.

Massimiliano Tonelli

www.piiilculturapuglia.it

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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