Crimini d’arte. Tutto quello che c’è da sapere su furti e falsi

Il Prof. Gareth Fletcher, insegnante al Sotheby's Institute of Art di Londra, ha tenuto una conferenza sul tema dei crimini d'arte. Un percorso che esplora il tema partendo dal furto della Gioconda nel 1911 per arrivare all'uso attuale della tecnologia blockchain per proteggere il mercato dai falsari. Alina Girshovich ci racconta i temi salienti dell'incontro.

Nell’agosto 1911, la Monna Lisa – il capolavoro di Leonardo da Vinci e probabilmente il dipinto più famoso del mondo – scomparve dal Louvre. Il colpevole era Vincenzo Peruggia il quale, narra la leggenda, nascose l’opera sotto al cappotto e uscì dal museo con l’intenzione di restituirla a quello che considerava il suo legittimo proprietario: lo stato italiano.
Cento anni dopo, nonostante le innovazioni tecnologiche e i sistemi di sicurezza sempre più sofisticati, i crimini legati al mondo dell’arte continuano a fare notizia. Dallo scandalo della mostra di Modigliani allestita a Genova nel 2017, composta quasi interamente da falsi, alla scoperta, a Monaco nel 2011, di un appartamento con dentro 1,500 capolavori rubati dai nazisti, fino al furto di un Renoir da una casa d’aste viennese lo scorso novembre, i crimini artistici del 21esimo secolo prendono forme diverse e ammontano, secondo le stime, a circa 6/8 miliardi ogni anno.
Ma come vengono condotti, nello specifico, questi crimini? E quali sono i metodi che possiamo usare per combatterli? Per rispondere a queste domande e gettare luce su lato oscuro multimiliardario del mondo dell’arte, abbiamo raccolto alcuni concetti salienti da una conferenza tenuta dal professor Gareth Fletcher, esperto di crimini d’arte, durante il Bedford Square Festival 2018, svoltosi nel campus di Londra del Sotheby’s Institute of Art.

Sotheby’s Institute of Art

Sotheby’s Institute of Art

UN FALSO ENTRA NEL MERCATO…

Nel 2011, una galleria consolidata e rispettata di New York fu scoperta a commerciare falsi: aveva venduto ai suoi clienti opere attribuite ad autori come Jackson Pollock e Mark Rothko per un valore stimato di 60 milioni di dollari. Come è potuto succedere? È accaduto perché la galleria non è stata diligente come avrebbe dovuto e si è fidata di un fornitore che si è poi rilevato un falsario cinese. Quando la Knoedler Gallery fu contattata da una fonte non meglio identificata che offriva loro “capolavori”, non fece le verifiche adeguate per stabilire la provenienza delle opere, le vendette ai suoi collezionisti, permettendo così ai falsi di penetrare il mercato.

COME IL FALSO VIENE VALIDATO

Si dice che a Salvador Dalì sul letto di morte furono date delle tele bianche da firmare che sarebbero state usate dopo la sua scomparsa per introdurre falsi sul mercato. È altresì noto che le vedove di Chagall e Modigliani vendettero certificati di autenticità. Sono tutti casi di contraffazione che riguardano la provenienza dell’opera: a venire falsificati sono gli elementi su cui il mercato fa affidamento per stabilire l’autenticità. Probabilmente l’esempio più insidioso di questa pratica, che sfortunatamente continua a funestare il mercato, è quello che riguarda John Myatt e John Drewe. Negli Anni Novanta, Drewe confezionò informazioni false che validavano i dipinti contrafatti da Myatt, e inserì deliberatamente questa documentazione errata in numerosi archivi e biblioteche di Londra, compromettendo gravemente l’integrità dei cataloghi ragionati che vengono usati dai ricercatori di storia dell’arte. Come risultato, più di cento falsi di John Myatt circolano sul mercato ancora oggi.

Sotheby’s Institute of Art Art crimes

Sotheby’s Institute of Art

IL FURTO DELLA CULTURA

Il Wall Street Journal riportava l’anno scorso di un notevole aumento di antichità trafugate sul mercato online – includendo anche piattaforme come Facebook ed eBay. Questo fenomeno è causato in parte dalla terribile distruzione e dal saccheggio del patrimonio culturale del Medio Oriente da parte dello Stato Islamico, il cui esempio più inquietante consiste nei gravissimi danni inflitti all’antica città di Palmira, in Siria.
Ma il saccheggio di beni culturali è un problema molto vasto; ha una storia lunga, tanti protagonisti e coinvolge anche istituzioni famose. Uno dei nomi più noti associati al commercio illegale di antichità rubate è Robin Symes, un dealer britannico responsabile per la vendita di questo genere di oggetti ai grandi musei di tutto il mondo. Anche se il responsabile è stato consegnato alla giustizia, il suo caso è tutto meno che chiuso. Nel 2016, ad esempio, le autorità italiane e svizzere hanno trovato quarantacinque casse appartenenti a Symes in un deposito a Ginevra. Cosa c’era dentro? Un incredibile gruppo di 17mila manufatti rubati da siti archeologici greci e romani nel corso di quarant’anni.

IL MOMENTO MIGLIORE PER RUBARE?

Più risposte siamo in grado di dare alle domande sul crimine d’arte, meglio saremo equipaggiati nel combatterlo. Un’informazione preziosa? Secondo i dati raccolti, il giorno e l’ora in cui la maggior parte di questi crimini sono stati condotti nella storia è il mercoledì pomeriggio – specialmente con il cielo sereno. Si tratta anche del momento in cui la sicurezza nei musei è oggi probabilmente al suo massimo. Ma molti crimini famigerati si sono svolti anche in altre date particolari. L’Urlo di Edvard Munch fu rubato alla Galleria Nazionale di Oslo il 12 febbraio 1994, giorno dell’apertura dei Giochi Olimpici invernali in Norvegia. E la scioccante rapina all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, un caso ancora da risolvere, avvenne il giorno di San Patrizio.

Sotheby’s Institute of Art

Sotheby’s Institute of Art

LE ARMI PER VINCERE LA BATTAGLIA: SCIENZA, RICERCA E TECNOLOGIE BLOCKCHAIN

Sarebbe impossibile uscire dal Louvre oggi con la Gioconda nascosta sotto al cappotto. Grazie in parte ai grandi avanzamenti della tecnologia avvenuti nell’ultimo secolo, disponiamo ora di maggiori armi per combattere il crimine d’arte. L’analisi scientifica è una di queste; metodi come la riflettografia infrarossa e la spettroscopia ultravioletta vengono usati regolarmente per guardare sotto allo strato visibile di un dipinto e confermarne la sua autenticità. E alla luce di casi come quello della Knoedler Gallery e di Robert Symes, sempre più numerosi, musei, galleristi, collezionisti e ricercatori d’arte stanno imparando a condurre delle indagini più approfondite sulla provenienza prima di acquisire – e autenticare – un’opera. Con l’avvento di Internet, l’accesso a queste informazioni è diventato più semplice, grazie all’aumento dei database online di fonti affidabili come ad esempio l’Interpol. Più recentemente, la tecnologia blockchain è stata usata per ridurre il rischio di inquinamento dei dati relativi alla provenienza. Invece di conservare le informazioni in un registro cartaceo, custodito in un singolo luogo, le piattaforme che si basano sul blockchain, come Codex, creano un registro in rete che distribuisce l’informazione tra molteplici blocchi interconnessi. I dati protetti con la tecnologia blockchain – condivisi pubblicamente, decentralizzati, sicuri, affidabili e automatizzati – rendono la contraffazione delle informazioni molto più difficile. Si tratta di un’importante evoluzione di fiducia nel mercato dell’arte e siamo soltanto all’inizio per quanto riguarda l’applicazione della tecnologia contro i rischi legati ai crimini artistici.

– Alina Girshovich
(traduzione dall’inglese di Valentina Tanni)


Scopri tutto sul mondo dei falsi e dei crimini d’arte con i corsi Sotheby’s di due o di quattro settimane che si terranno a New York e a Londra questa estate

Sotheby’s Institute of Art – London, 30 Bedford Square
London WC1B 3EE, United Kingdom
Informazioni e iscrizioni: [email protected]
Tel: +44 (0)20 7462 3232
www.sothebysinstitute.com
Tutti i corsi sono tenuti in lingua inglese

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Redazione

Redazione

Artribune è una piattaforma di contenuti e servizi dedicata all’arte e alla cultura contemporanea, nata nel 2011 grazie all’esperienza decennale nel campo dell’editoria, del giornalismo e delle nuove tecnologie.

Scopri di più