Paris Photo compie 25 anni (ed è più in forma che mai)

Festeggia il quarto di secolo una delle fiere più amate del panorama fotografico globale. Lo fa con un'edizione intensa, ospitata dal Grand Palais Ephémère a Parigi

Parigi continua a splendere e si conferma centro nevralgico della scena artistica internazionale, con un autunno ricchissimo di eventi, gallerie, mostre artisti e investitori. Dopo il successo delle scorse settimane di Art Basel, sbarcata a Parigi con Paris+, è ora la volta di Paris Photo che, fino al 13 novembre, mette in campo la sua 25esima edizione sotto la consolidata direzione di Florence Bourgeois, confermandosi imperdibile kermesse della fotografia mondiale. Più di 200 gallerie per 31 Paesi, con 18 nuove partecipazioni internazionali a confermare la vivacità e la vitalità di un parterre che continua a offrire il più vasto e variegato sguardo sul mondo della fotografia istituzionale ed emergente.

Letizia Battaglia, Amiche, Cefalù, 1981, Gelatin silver print, 24x36 cm © Archivio Letizia Battaglia, 2022, courtesy Galleria Alberto Damian

Letizia Battaglia, Amiche, Cefalù, 1981, Gelatin silver print, 24×36 cm © Archivio Letizia Battaglia, 2022, courtesy Galleria Alberto Damian

LA 25ESIMA EDIZIONE DI PARIS PHOTO

Molti i temi toccati per una fiera da sapore decisamente impegnato: dal cambiamento climatico all’uguaglianza di genere, dall’immigrazione alle tragedie umanitarie, con un’attenzione particolare alla presenza di artiste donne nel percorso di Elles x Paris Photo a cura di Federica Chiocchetti. Si va da immagini provocatorie come quelle di ORLAN e Marina Abramović al silenzio visivo di Alfredo Jaar che nel suo lavoro sul genocidio del Rwanda ci porta a riflettere sul valore dell’immagine per sottrazione. Un valore che, seppure attraverso un racconto visivo diretto, troviamo anche negli scatti di Letizia Battaglia, cui la galleria Alberto Damian di Treviso, new entry alla fiera, dedica un tributo con una selezione di immagini celebri. Nuovo ingresso a Parigi anche per la galleria Nature Morte di Nuova Delhi, che presenta Bharat Sikka e il suo lavoro sull’identità di genere. La sezione principale della fiera resta sempre l’occasione di vedere molte vintage preziose di mostri sacri della fotografia, a partire dalla proposta della galleria Karsten Greve che espone la triade Atget, Brassaï e Steichen, mentre si deve a Martin Parr la selezione dei lavori dello stand Magnum, che festeggia quest’anno i suoi 75 anni.

Silvia Rosi, Self portrait as my father, 2019, Giclée Hahnemuhle Photo Rag Pearl, 88.9x88.9 cm © Silvia Rosi - Commissioned through Jerwood - Photoworks 2020, coutesy Galleria Ncontemporary

Silvia Rosi, Self portrait as my father, 2019, Giclée Hahnemuhle Photo Rag Pearl, 88.9×88.9 cm © Silvia Rosi – Commissioned through Jerwood – Photoworks 2020, courtesy Galleria Ncontemporary

FOTOGRAFI EMERGENTI A PARIS PHOTO

Nella sezione Curiosa, dedicata alla fotografia emergente, due nomi su tutti, a mostrare un’indicazione di tendenza: quella verso una fotografia risultato di una visione del mondo trasversale e multisfaccettata: l’italiana Silvia Rosi,  artista cosmopolita di origini togolesi di base tra l’Italia e Londra, che realizza autoritratti dai colori pop in cui restituisce la sua esperienza del mondo composita e multiculturale, e il ventenne David Uzochukwu, austriaco-nigeriano, laureato in filosofia a Berlino e fotografo autodidatta, che in Mare Nostrum/Drown in My Magic racconta con visioni oniriche e poetiche il dramma della migrazione. Non ci sono dubbi: continuerete a sentirne parlare.

LA FOTOGRAFIA ITALIANA A PARIGI

Fotografia internazionale ma non solo: nella tre giorni della fiera parigina la fotografia italiana è protagonista di alcune imperdibili mostre a cominciare da Reverser ses yeux, ricca retrospettiva sull’Arte povera realizzata in collaborazione dal Jeu de Pomme e da LE BAL, visibile nelle due sedi fino al 29 gennaio. Coprodotta dalla Triennale di Milano che la ospiterà in primavera, la mostra riunisce più di 200 opere di 49 artisti tra cui Pistoletto, Paolini, Merz, Vaccari, Jodice, restituendo uno sguardo ampio e stimolante sulla sperimentazione visiva legata alla diffusione della fotografia e del video a cavallo degli Anni Sessanta e Settanta. Il titolo-manifesto si riferisce a un’opera di Giuseppe Penone in cui le pupille degli occhi si rovesciano trasformandosi in superfici specchianti: una riflessione concettuale sulla nostra relazione con i nuovi media che oggi risulta più attuale che mai.
Alla galleria Karsten Greve nel Marais ritroviamo Mimmo Jodice con una selezione dei suoi lavori più recenti dalla serie L’Attesa: un insieme di opere eccezionali per uno dei maestri indiscussi della fotografia del nostro tempo. Sono scatti in cui la fotografia si traduce in pensiero, l’immagine in visione, spazio interiore e riflessione sull’esistenza. Nel tam-tam estetico che ci sommerge, un luogo del silenzio dove aprire lo sguardo e, finalmente, anche la mente.

Emilia Jacobacci

Parigi // fino al 13 novembre 2022
Paris Photo
GRAND PALAIS EPHÉMÈRE
https://www.parisphoto.com/fr-fr.html

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Emilia Jacobacci

Emilia Jacobacci

Emilia Jacobacci è una storica dell’arte, laureata alla Sapienza di Roma con una tesi sul progetto del MAXXI. Si è poi specializzata in Management dei beni culturali alla Scuola Normale di Pisa e a Milano in Comunicazione multimediale. Scrive di…

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