Lorenzo Bini Smaghi: “ecco perché cambiamo direttore al Pecci”

La revoca dell’incarico a Cristiana Perrella ha generato dissapori e amarezze. Il presidente del Centro Pecci Lorenzo Bini Smaghi spiega in questa intervista il suo punto di vista

Lorenzo Bini Smaghi
Lorenzo Bini Smaghi
Il fulmine, almeno per chi non conosceva i dettagli della faccenda, è arrivato a ciel sereno. All’ora di cena di un tranquillo venerdì d’autunno il comunicato stampa tuonante: “il Centro Pecci di Prato cerca un nuovo direttore perché ha revocato il mandato al direttore in carica Cristiana Perrella”. Boom. A stretto giro le prime dichiarazioni della interessata comprensibilmente gonfie di amarezza e risentimento. Cosa è successo? Abbiamo ritenuto fosse opportuno chiederlo anche al Presidente del Centro Luigi Pecci, quel Lorenzo Bini Smaghi nominato alla presidenza del museo pratese giusto qualche settimana prima dell’inizio dell’emergenza pandemica e ora intenzionatissimo a imporre il suo timbro sull’istituzione. Un timbro che, è del tutto evidente, divergeva dalle visioni museografiche di Cristiana Perrella la quale, da par suo, era convinta di avere a disposizione altri due anni di mandato pieno.
Cristiana Perrella, ph.OKNO studio
Cristiana Perrella, ph.OKNO studio
Insomma presidente, avete buttato fuori dalla sera alla mattina il direttore del museo!

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Ma no, non è andata così. Anzi…
Beh, avete spedito, all’ora di cena di venerdì, un comunicato stampa un po’ duretto. Senza neppure ospitare le dichiarazioni della controparte ma semplicemente augurandole buon lavoro per il futuro…
Abbiamo mandato alla fine della settimana una comunicazione asciutta. Ma l’obbiettivo era proprio quello di chiudere la faccenda lì ed evitare polemiche.
Però poi qualche polemica inevitabile c’è stata visto che la direttrice defenestrata non l’ha presa benissimo.
Allora, noi non abbiamo defenestrato nessuno. Il contratto di Perrella era stato rinnovato per tre anni ancora, è vero, ma c’era tra noi l’accordo che dopo un anno lei avrebbe dato le dimissioni. Una scelta comune anche per salvaguardare la sua immagine. Visto però che queste dimissioni non arrivavano, abbiamo proceduto noi alla revoca ma sempre stando dentro agli accordi e i patti. Era doveroso.
Perché dice che era doveroso? Non eravate contenti di come ha lavorato Cristiana Perrella?
Non è quello il punto. Abbiamo da parte del Comune e della Regione un mandato ben preciso con degli obbiettivi che sono quelli di riportare il Pecci al centro del dibattito sul contemporaneo a livello internazionale. Dobbiamo produrre mostre che siano di richiamo per un numero più alto di persone, non possiamo pensare di accontentarci di 40mila ingressi annui. E dobbiamo dialogare di più con il territorio, con le aziende, fare fundraising in maniera intensa con un approccio che deve essere quello di un manager e non di un curatore di mostre…
Centro Pecci, Prato. Photo © Fernando Guerra
Centro Pecci, Prato. Photo © Fernando Guerra
Praticamente sta delineando i contorni del nuovo direttore…
Su questo ho le idee chiare perché la procedura di selezione – a riprova che la nostra decisione è tutt’altro che improvvisa – è già partita da tempo. Abbiamo un cacciatore di teste che sta lavorando e abbiamo una commissione di selezione formata da Bruno Corà, Guido Guerzoni e Lorenzo Sassoli de’ Bianchi.
Tempi? 
Beh siamo avanti con i tempi, abbiamo intenzione di nominare il nuovo direttore del museo nel consiglio d’amministrazione di inizio dicembre.
Vedete all’orizzonte dei problemi sulla programmazione?
Mi auguro proprio di no. Buona parte del 2022 è già pianificato ovviamente con le mostre di Massimo Bartolini, di Cao Fei in collaborazione col Maxxi e con “Musei di Carta” che sarà seguita dal nostro Stefano Pezzato. Alcune mostre sono previste con la curatela di Cristiana Perrella ma confido che i dissapori e le polemiche rientrino presto.
– Massimiliano Tonelli
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Massimiliano Tonelli
È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a numerosi convegni e seminari; ha tenuto docenze presso centri di formazione superiore tra i quali l’Istituto Europeo di Design, l'Università di Tor Vergata, l'Università Luiss, l’Università La Sapienza di Roma ed è professore a contratto allo IULM di Milano. Ha collaborato con numerose testate tra cui Radio24-Il Sole24 Ore, Time Out, Formiche. Suoi testi sono apparsi in diversi cataloghi d’arte contemporanea e saggi di urbanistica e territorio. È stato giurato in svariati concorsi di arte, architettura, design. Attualmente dirige i contenuti di Artribune.